Le grandi opere di Krause: il lungo inseguimento al nuovo Tardini, ma ancora non si vede il traguardo

18.09.2025 13:00 di  Tommaso Rocca   vedi letture
Le grandi opere di Krause: il lungo inseguimento al nuovo Tardini, ma ancora non si vede il traguardo
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

“Nel calcio moderno è fondamentale avere impianti che possano offrire un’esperienza ai tifosi e ai giocatori migliore rispetto a quella che si offre oggi. In America ci sono diversi stadi moderni e sono contento di vedere che anche in Italia diversi club si stanno muovendo per nuovi progetti. Questo aiuterà la Serie A a crescere, si può fare un grande lavoro nel nostro campionato per avere infrastrutture all’altezza e migliorare l’esperienza di tutti”. Così parlava Kyle Krause cinque anni fa durante la sua conferenza di insediamento a Parma, in merito al rifacimento del Tardini. Un impegno assunto dal primo minuto della sua avventura a Parma. Oggi celebriamo i cinque anni della gestione Krause e tra i principali temi da sviscerare, non si può prescindere da un approfondimento sul nuovo stadio. Una priorità del patron americano, fin da subito disponibile ad investire risorse e tempo in un’infrastruttura fondamentale per il Parma Calcio e per la città: al momento però, dopo cinque anni, non si vede ancora il traguardo.

Il piano di riqualificazione era già nelle menti dei soci di Nuovo Inizio, gli imprenditori della rinascita del Parma, che avevano presentato un primo progetto nelle sedi preposte. Una serie di interventi che prevedevano il rifacimento totale della Tribuna Est e altri lavori mirati negli altri settori. Questa prima bozza venne accantonata con l’insediamento del presidente Krause, che scelse di lavorare ad un nuovo progetto. L’ambizione spinse il patron americano a ripartire da zero, con un progetto all’avanguardia, sostenibile e destinato a diventare un modello per gli altri club. Viene quindi istituito un gruppo di lavoro che nell’aprile del 2021 presenta un nuovo piano, che prevede la demolizione totale dell’impianto esistente e la ricostruzione di un nuovo Tardini, mantenendo la collocazione nel cuore della città.

Al tempo Krause in persona presentò il progetto con entusiasmo, annunciando di voler iniziare i lavori nel giro di un anno: “Ho amato la possibilità di trascorrere questo periodo a Parma con i cittadini di Parma. Amo il calcio, in particolare il Parma Calcio, amo l’architettura e la sostenibilità. La mia responsabilità in quanto presidente e proprietario del Parma Calcio significa essere rispettoso dei cittadini di Parma, della storia e dell’architettura della città. Il nuovo Tardini sarà lo stadio più bello d’Italia. Abbiamo raccolto una serie di input da tutte le persone interessate per costruire uno stadio che possa rimanere alla città per altri cento anni. Questo progetto mi entusiasma, la volontà della mia famiglia è di restituire alla città un impianto che possa esser fruita dalla cittadinanza quotidianamente. Abbiamo un time-line molto aggressiva ma ci auguriamo di cominciare i lavori in un anno”.

Il progetto preliminare è rivoluzionario, fin troppo, scopriremo alla lunga: facciata a riprendere l’architettura della città, coperture riflettenti, spazi per attività commerciali e tanti altri elementi d’avanguardia. Dopo meno di un anno arriva in Comune il progetto definitivo, presentato dalla società ducale precisamente a marzo 2020, per un costo stimato di circa 80 milioni di euro. Da qui in poi parte l’infinito iter burocratico e la procedura si incaglia nei vari passaggi, che ritardano e frenano il piano iniziale. Krause si scontra con la burocrazia italiana e con la realtà di un progetto troppo ambizioso per Parma, specialmente per la sua ubicazione nel cuore cittadino.

Già solo la prima fase dell’iter successiva alla presentazione del progetto si estende per circa un anno: il Comune a dicembre 2022 avvia un processo partecipativo per ascoltare il parere dei cittadini e degli enti interessati, oltre a comitati e esperti. Verranno sollevate alcune perplessità, che si concretizzeranno nella richiesta avanzata alla società di presentare un nuovo progetto, rivisitando l’esistente. Si arriva quindi al settembre 2023, ben oltre i tempi inizialmente stimati: il Parma deposita il nuovo progetto, con costi decisamente maggiori, e il Comune indice la Conferenza dei Servizi, chiamata ad esprimersi in sessanta giorni. Il nuovo progetto implica la chiusura del Tardini per almeno due stagioni, con la squadra chiamata a spostarsi altrove per disputare le gare interne. Scoppia quindi il dibattito in città, tra la soluzione più semplice di scegliere un impianto di un’altra società altrove oppure realizzare un impianto provvisorio in provincia.

Nel frattempo, si avvicina la scadenza dei sessanta giorni di Conferenza dei Servizi, che però viene sospesa: vengono richieste integrazioni al club, che verranno presentate con l’anno nuovo, nel febbraio 2024. Dopo queste integrazioni, la nuova scadenza della conferenza dei servizi viene fissata a cavallo tra aprile e maggio e il club comunica di voler disputare un’altra stagione al Tardini, posticipando l’inizio dei lavori all’estate 2025. E invece? Ancora una volta, i proclami fatti non vengono rispettati. La conferenza dei servizi si protrae, senza arrivare mai ad un’effettiva conclusione, fino ad inizio 2025. Tra crisi di risultati sul campo e novità in società, il tema Tardini finisce in secondo piano: nel silenzio generale, dopo mesi di lavoro e studio, negli uffici di Collecchio si giunge alla conclusione di dover ridimensionare l’iniziale idea. In tutto ciò si inserisce Cherubini, nominato a gennaio CEO del Parma Calcio. La patata bollente del Nuovo Tardini passa quindi dall’uscente Luca Martines, che si era battuto nei mesi precedenti per superare gli ostacoli del progetto, nelle mani del nuovo dirigente nominato da Krause.

Cherubini diventa saggiamente sostenitore dell’idea, già sorta nei mesi precedenti, di rivedere i piani, per sbloccare l’ormai arenato progetto. Così, nei primi mesi di quest'anno, il Parma fa sapere di voler virare verso un cantiere a stralci. Una scelta che cancella ogni questione legata allo stadio provvisorio, permettendo alla squadra di restare al Tardini anche durante i lavori. La soluzione, adottata dalla maggioranza dei club italiani, viene subito sposata dall’amministrazione. Si riparte quindi con un progetto diverso rispetto a quello sviluppato nei cinque anni, con sostanziali novità e un ampio ridimensionamento, per poter questa volta concretamente arrivare ad un inizio dei lavori.

A che punto siamo, quindi, dopo cinque anni? Non si può dire che il Parma sia al punto di partenza, ma nemmeno in dirittura d’arrivo. Di certo la società ha fatto tesoro di questi cinque anni di lavoro e conosce le problematiche che potrebbero sorgere. In questi mesi si è lavorato per costruire un nuovo progetto, che ancora non è stato presentato. Dopo una serie di riflessioni interne, il nuovo piano verrà presentato all'amministrazione comunale ed in seguito dovrà passare prossimamente al vaglio anche della Conferenza dei Servizi, nella speranza che questa volta vengano rispettati i tempi. In seguito, si dovrà trovare un accordo sulla durata della concessione, un punto d’incontro tra le esigenze del Comune e le richieste di Krause. Infine, si potrà passare all’assegnazione del cantiere, seguita dall’inizio dei lavori.

Tutto semplice a parole, ma il cammino è tutt’altro che in discesa. L’unica costante in questi cinque anni è stato l’impegno di Krause e della società per realizzare il nuovo impianto, considerato asset imprescindibile per il futuro del club. Rispetto però a quanto presentato nel 2021, il piano iniziale verrà ampiamente ridimensionato, Parma non avrà lo stadio migliore d’Italia, ma la certezza è che il progetto finale sarà in linea con i punti chiavi fissati dal presidente: innovazione e sostenibilità, al servizio della città e dei suoi cittadini. Difficile prevedere tempistiche, ma con ogni probabilità i lavori non inizieranno prima del 2027. Nuovi sviluppi sono attesi nei prossimi mesi, visto che finora tutto tace. A parlare devono essere i fatti, non più le promesse: la speranza quindi è che questo silenzio possa presto portare all’accelerata finale. Nel prossimo quinquennio di gestione Krause, il Parma deve avere il suo nuovo stadio.