PL - Sannino racconta Krause: "Un innovatore che ama l’Italia. Il Parma è in mano a una persona straordinaria"

Cinque anni di Krause: oggi è una giornata speciale per il patron americano, che festeggia cinque anni da presidente del Parma. Diversi gli approfondimenti programmati in giornata qui sul nostro sito per celebrare questo quinto anniversario. Per l'occasione, a raccontarci qualcosa di più su Kyle Krause è Giuseppe Sannino: l'allenatore ha condiviso diversi momenti con il presidente del Parma anche lontano dai campi da calcio. Sannino ha allenato il figlio di Kyle, Tanner Krause, ai tempi del Lecco. Tra anedotti e racconti, queste le sue parole in esclusiva ai microfoni di ParmaLive.com:
Quando ha conosciuto Kyle Krause e che impressione le fece al vosto primo incontro?
"La prima volta che l’ho conosciuto è stato nel 2006, quando suo figlio era con me a Lecco. Dovevamo fare una partita di playoff per vincere il campionato, che poi abbiamo vinto. Ci stavamo allenando e un mio assistente mi disse che c’era una persona che ci stava osservando. Pensavamo fosse qualcuno della squadra avversaria. Io feci finta di nulla, andai a recuperare un pallone e mi avvicinai: vidi questo grande personaggio con la sua famiglia in macchina, che stava filmando. Mi disse: "Sono il papà di Tanner Krause". Da lì ci siamo conosciuti e lui è stato gentilissimo: quando è finito il campionato mi ha invitato in America, nell’Iowa, dove sono stato 21 giorni con loro. Allora Tanner voleva provare a fare il calciatore ed era molto bravo, adesso so che è diventato un grande uomo d’azienda. Ho trovato una famiglia straordinaria: Kyle è un uomo cordiale, gentile, che amava l'Italia già nel 2006 e ora immagino la ami ancora di più. Mi dispiace solo di non aver avuto occasione di incontrarlo qui in Italia da quando è presidente del Parma per tanti motivi, tra cui il fatto che io lavoro fuori. Avrei molto voluto stringergli di nuovo la mano, parlare di Tanner e di quei tempi passati. Ricordo ancora quando mi invitò a casa sua: una bellissima casa in stile italiano, marmo italiano, vini italiani e cucina italiana in generale, davvero straordinario. Sua moglie una grande donna, dall'enorme gentilezza. Sono stati incontri e momenti che porto nel cuore".
Un episodio che le è rimasto particolarmente impresso di quei giorni in America, ospite di Krause?
"Mi ricordo anche che mi invitò a vedere la sua squadra di calcio locale. Io lì ho dato un piccolo contributo da aiuto-allenatore in tutte le categorie della società, anche per Tanner. Già allora lui era avanti anni luce, in questo "stadietto" aveva creato aree ospiti, snack, drink, il braccialetto giallo da indossare al polso… cose che in Italia non erano così comuni. Lì in America erano avanti. Insomma, mi ha fatto conoscere come viveva già il suo lavoro lì. Ora, a Parma, dopo essere riuscito a riportarlo in Serie A l'anno scorso, mi auguro possa continuare a dare ai parmigiani il giusto orgoglio sportivo: il Parma Calcio, secondo me, è in mano ad una persona straordinaria, un personaggio unico".
Come descriverebbe il suo modo di guidare il club? In cosa si differenzia dagli altri presidenti italiani?
"Credo che ogni presidente gestisca il club come meglio può, come fa nella propria azienda. Ma penso che Krause abbia portato un po’ di mentalità americana a Parma. Per come l’ho conosciuto, è una persona che delega ma che è sempre presente. Vuole i risultati, perché sono importanti, ma dà fiducia a chi lavora con lui. È un innovatore: credo che abbia portato anche strumenti moderni come gli algoritmi a supporto delle decisioni sportive. In sostanza ti dà autonomia, ma pretende che si lavori tutti in linea con la sua idea e che si portino risultati. Questo lo trovo giusto".
Secondo lei, quali sono stati gli ostacoli dei primi anni e i cambiamenti che hanno permesso di centrare i risultati sul campo?
"È normale che chi arriva dall’estero abbia bisogno di tempo per ambientarsi e capire il contesto, come capita ai giocatori stessi. Credo che anche Krause abbia osservato molto all’inizio, per capire come muoversi. È una persona intelligente: è entrato in punta di piedi, anche se aveva già investito molto per acquistare il club. Poi ha iniziato a prendere decisioni secondo la sua logica e la sua idea di società. Credo che non viva solo nel presente, ma guardi al futuro: vuole costruire qualcosa di solido e duraturo".
Stadio all’avanguardia e ritorno in Europa, questi sono stati da sempre gli obiettivi a lungo termine del presidente. Con queste fondamenta, sono raggiungibili?
"Sì, credo siano obiettivi raggiungibili. Io penso che tutti vorrebbero ammodernarsi un po': puntare a costruire uno stadio che possa mirare ad ospitare una coppa europea è, di certo, qualcosa di importante, anche per la città stessa. Ho visto che ha puntato molto sui giovani e lo ritengo giusto. Ha preso un allenatore giovanissimo: è vero che ha rischiato, ma, a mio parere, l'ha fatto coerentemente, seguendo il suo modo di vedere il futuro e applicandolo nelle decisioni sul campo. Ha preso tanti ragazzi, anche rischiando, e ha dimostrato di credere in loro. Ha saputo anche vendere bene, il che significa che lo scouting ha funzionato. Penso che Parma possa tornare ad essere una squadra come quella di qualche anno fa, che fece parlare di sé in Europa vincendo anche trofei".
Ci può raccontare che persona è Kyle al di lui fuori dalle vesti istituzionali?
"È un uomo che impersonifica il concetto stesso di famiglia. Ricordo che, un paio di anni dopo il mio viaggio in America, lui torno a Como e mi invitò a cena in un bel ristorante a Erba: lui ama condividere momenti familiari anche con chi collabora con lui. È una persona elegante, gentile, un gran signore. Penso che Parma sia stata per lui una scelta e una società familiare, una città a misura d’uomo, vive il quotidiano con la gente".
Se dovesse immaginare il Parma tra altri cinque anni di presidenza Krause, dove se lo aspetta?
"Partendo cinque anni fa, mi auguro che resti presidente ancora a lungo per costruire, con la sua lungimiranza, una società che possa competere anche in Europa. Un passo per volta. Non credo sia una persona sprovveduta, sa quello che fa. Come lo sa suo figlio, Tanner, che sta prendendo in mano le redini dell'azienda e facendo vedere di che pasta è fatto: un piccolo grande 'Krause'. Spero che il presidente, se dovesse leggere questa intervista, possa un propormi un incontro per condividere un po' di tempo insieme, magari un invito al Tardini a vedere la partita con me, sperando di essere ancora in Italia".
Infine, che messaggio darebbe ai giocatori più giovani che oggi vestono la maglia del Parma?
"Dico loro di sapere che questo è un lavoro speciale, che molti sognano di fare, e che quindi va vissuto con serietà. Ma c’è anche un tempo per tutto: bisogna sapersi comportare da professionisti in campo, ma vivere anche la propria giovinezza in modo sano. È un privilegio giocare a certi livelli e bisogna viverlo nel miglior modo possibile".
@ESCLUSIVA PARMALIVE - RIPRODUZIONE RISERVATA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE