ESCLUSIVA PL - Brunetta: "Quando non ho palla soffro. Maresca ha le idee chiare, possiamo andare in Serie A"

"Vazquez è devastante, Buffon un fratello maggiore"
10.10.2021 10:00 di  Niccolò Pasta  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA PL - Brunetta: "Quando non ho palla soffro. Maresca ha le idee chiare, possiamo andare in Serie A"
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Dopo un anno complicato, Juan Francisco Brunetta ha deciso di restare a Parma nonostante la retrocessione del club. La volontà di dimostrare il suo vero valore è stata più forte delle offerte dei top team argentini, come Boca Juniors e River Plate, che per settimane lo hanno corteggiato per riportarlo in patria. Ma Brunetta ha scelto il Parma e il suo progetto, anche grazie all'arrivo di Enzo Maresca, che su di lui (e non solo) ha disegnato il nuovo Parma. Con un gol e quattro assist in otto partite, "Il Pianista" è uno dei migliori giocatori crociati in questo avvio di stagione, che però è stata sotto le aspettative. I ducali stanno faticando e non il gioco non è ancora brillante, ma la Serie B è un campionato tosto che non aspetta nessuno, motivo per cui la squadra deve subito ingranare la marcia e ripartire, dopo la sosta per le Nazionali. In una lunga chiacchierata in esclusiva con ParmaLive.com, il numero 8 argentino ci ha provato a spiegare il motivo delle difficoltà di questo inizio di stagione, rivelando alcuni aneddoti e non nascondendo il reale obiettivo dell'annata: riportare il Parma dove merita, in Serie A. 

“Il nostro è stato un inizio strano, anche se le prime partite abbiamo giocato abbastanza bene" - inizia a raccontarci Brunetta -. "Poi la cosa si è un po’ complicata però credo che ciò che ci manca è l’essere un po’ più attenti per quello che riguarda la fase difensiva, anche perché penso che in attacco stiamo facendo abbastanza bene. Poi, integrando l’esperienza di Vazquez e quella di Buffon con ragazzi più giovani, penso che la squadra abbia tutto per lottare per tornare in Serie A”.

Non è quindi un discorso di pressione?
“No, non è per via della pressione. Chiaro che la abbiamo, sappiamo che abbiamo l’obiettivo di tornare in Serie A. Siamo una squadra quasi completamente nuova, affrontiamo gara in gara e adesso arriva la partita contro il Monza, una squadra forte e un rivale difficile. Speriamo di vincere e che sia il punto di partenza”.

Pensavate che la Serie B fosse più semplice?
“Sì, è un campionato molto difficile. Ci sono partite complicate, quando gli avversari si chiudono è difficile riuscire a sfondare. Le partite non sono mai finite, come dimostra quella contro la SPAL, in cui eravamo avanti di due gol al settantacinquesimo. Dobbiamo essere concentrati fino alla fine, deve essere l’atteggiamento fondamentale per noi per terminare le partite in maniera tranquilla”.

Quest’estate ti volevano grandi club come River e Boca Juniors. Come ti ha convinto Maresca a restare?
“L’anno scorso non ho avuto molte occasioni per giocare, volevo un’altra opportunità per dimostrare quanto valgo realmente. Ho parlato con il mister, c'è stata l’opportunità di restare e quando abbiamo conversato è stato molto convincente e scegliere di rimanere è stato facile”.

Com’è stato il primo incontro tra Maresca e il gruppo? Come vi ha esposto le sue idee di gioco?
“Le sue idee hanno bisogno di tempo per essere assimilate, ma l’importante è che le sue idee siano chiare. Siamo noi che poi dobbiamo metterle in campo. Il primo giorno, a Castelrotto, il suo messaggio era chiaro: che si vinca, pareggi o che si perda noi proseguiamo con la stessa idea, la sua, e ora stiamo lavorando per assimilarla al massimo. Sono convinto che non siamo nemmeno a metà di quello che possiamo fare. Anche se stiamo facendo parecchi gol non possiamo far altro che migliorare, credo che possiamo fare bene”.

Quando arriverà questo 100%?
“Spero il prima possibile! Spero che prima della metà del campionato potremo già essere al nostro massimo. Le idee del mister sono chiare, ora sta a noi riuscire ad immagazzinarle il prima possibile e ci auguriamo che presto lo avremo fatto”.

Ma in fase di possesso cosa vi chiede?
“Il mister ci chiede cose precise per quanto riguarda l’attacco, alcuni movimenti che siamo riusciti a far vedere a sprazzi in alcune partite, mentre molto meno in altre. Vuole che teniamo il possesso e che si trovino le tracce tra le linee, che tutti partecipino alle fasi. Dobbiamo arrivare facilmente sulla trequarti, poi ce la giochiamo con l’uno contro uno dove abbiamo giocatori molto forti che possono fare la differenza”.

Quando giocava, Maresca lo faceva anche nella tua posizione. Ti guida in maniera particolare in campo?
“Sì, come dici tu ha giocato anche in una posizione simile alla mia. Ci parla molto, ci spiega le situazioni di gioco e come riuscire a sbrogliarle. Ci dice come passare la palla, che è una cosa molto importante per noi. Per me è importante questo dialogo, e lo è soprattutto per le partite, che è la cosa più importante”.

Hai più fiducia quest'anno?
“Sì, mi sento bene, con fiducia, e credo che posso anche fare meglio e dare di più alla squadra. La cosa importante è che mi sento bene, è bello poter giocare e avere continuità, cosa che per fortuna mi sta capitando. Devo continuare ad allenarmi, ora l’importante è che la squadra faccia bene”.

L’anno scorso non è stata una buona stagione, sia per te che per la squadra. Cosa non ha funzionato?
“È difficile spiegarlo. È stato un anno complicato, io non ho cominciato la stagione con la squadra, sono arrivato dopo e poi c'è stato il cambio di allenatore, ma i risultati non arrivavano. Non posso spiegarlo più di tanto, anche perché in campo ci sono stato poco. I miei compagni si impegnavano, provavano a vincere ma è andata così. Per me è stato molto difficile, per questo penso che quest’anno sia una grande opportunità. Dopo l’anno scorso vogliamo fare le cose per bene per tornare rapidamente in Serie A, dove il club deve stare”.

E per ora il tuo di campionato è iniziato molto bene. Può essere l’anno della tua consacrazione?
“Credo che possa essere l’anno della consacrazione per tutti, non solo per me. Se la squadra cresce e lotta arriveremo in Serie A. A livello personale, come ho detto, mi sento bene, con fiducia. Ho giocato in ruoli diversi e l’importante è giocare”.

Quest’estate è arrivato il Mudo Vazquez. Quando lo hai incontrato la prima volta, che cosa gli hai chiesto?
“Con Franco parliamo spesso, mi spiega tante cose: da come controllare il pallone a come passarlo per fare più male agli avversari. È un privilegio per noi avere un giocatore così. Mi aiuta tanto anche solo vederlo e soprattutto quando qualcuno ha un dubbio va da lui e gli fa domande. La stessa cosa succede con Gigi Buffon, una persona con cui posso parlare come se fosse mio fratello. È un uomo semplice, se vede che hai un problema ti sta accanto e ti dice qualche parola. È molto importante per noi”.

Questo ruolo di Buffon quanto è importante per voi?
“È molto importante perché Gigi non ti fa mai rilassare. Ci tiene sul pezzo, ci fa allenare più forte per raggiungere il massimo, è molto importante per la nostra crescita. Poi è un vincente, ha vinto praticamente tutto in carriera e per noi è un modello sia in campo che fuori, dove ci aiuta tantissimo”.

Nella chiacchierata dello scorso anno ci avevi rivelato come Dybala fosse una fonte di ispirazione per te. Buffon ci ha giocato, gli hai chiesto qualche segreto?
“È vero, Dybala mi piace molto. È molto amico anche di Franco Vazquez, gli ho chiesto qualcosa. Sono giocatori di un livello diverso, è importante chiedere consigli per capire come migliorare. Abbiamo parlato di Dybala ma anche di altri grandi giocatori con cui hanno giocato”.

Vazquez ha avuto un paio di momenti di appannamento, ma è lui l’uomo che vi può portare a fare il salto?
“Assolutamente. Franco non ha avuto fortuna nell’ultima partita con il cartellino rosso e sfortunatamente non lo avremo in campo. Però sì, è un uomo molto importante per noi: sappiamo che se gli diamo la palla negli ultimi trenta-quaranta metri di campo ci fa la differenza. Poi ci sono Mihaila, Dennis Man, giocatori che nell’uno contro uno sono fortissimi. Sappiamo che stiamo facendo molti gol, se miglioriamo difensivamente come squadra e chiudiamo prima le partite la squadra arriverà sicuramente”.

Il problema maggiore è dunque l’equilibrio?
“Sì, manca quello. Una volta che lo aggiusteremo penso che potremo fare un grande campionato”.

Mbappé ha detto che è pronto a correre anche per Messi. Tu sei pronto a correre per Vazquez?
“Sì (ride, ndr). Scherzi a parte, siamo una squadra e sappiamo che Franco deve essere fresco negli ultimi venti-trenta metri per essere devastante e quindi diventando solidi e stando più uniti potremo correre meno e sfruttare Dennis e Franco negli ultimi metri. In ogni caso va sottolineato che Vazquez fa un lavoro importante, ma è chiaro che preferiamo averlo fresco negli ultimi metri per fargli fare quello che fa meglio”.

C'è una scena a Pordenone dove Inglese segna e tu inviti tutta la panchina in campo ad esultare con lui. Il gruppo del Parma è forte?
“Non so se sono un leader ma è importante per me fare sentire bene i miei compagni. Chi gioca si sente importante, poi ci si allena contenti in settimana. L’anno scorso non ho giocato e ho sofferto tanto, ero triste. Ora sono contento e allegro. L’anno scorso ho visto Roberto che ha sofferto molto, ha avuto degli infortuni e non ha passato dei bei momenti. Poi è arrivato il gol con il Pordenone e ho chiamato tutti dentro a festeggiare perché se lo meritava, è un giocatore molto importante per noi. Se sta bene è un uomo di qualità ed esperienza, ci può dare una grande mano in attacco. Spero che possa arrivare al 100% perché ci può aiutare molto”.

Quindi non siete nervosi? Abbiamo visto qualche gesto di stizza fra voi.
“No, il gruppo è forte e ci sono grandi persone. Allo stesso tempo è importante avere gente di esperienza per fare gruppo e penso che adesso, amalgamando giovani e più esperti, manchi poco ad essere al meglio. Dentro il campo dobbiamo essere un po’ più uniti e lottare insieme e così per qualsiasi squadra sarà complicato farci male. In difesa abbiamo grandissimi giocatori, in porta c'è Gigi e può essere difficile farci gol”.

Alla prossima arriva il Monza. Avete un po’ di tempo per prepararla ma vi state più concentrando sull’aspetto tattico o quello psicologico?
“L’aspetto psicologico è molto importante. Non manca molto per vedere sul campo cosa ci chiede Maresca, ma l’aspetto psicologico va curato e con la SPAL si è visto in maniera chiara. Abbiamo giocato un buon primo tempo, nella ripresa abbiamo fatto peggio ma stavamo gestendo senza grandi difficoltà. Poi è arrivato il gol all’ottantesimo e da lì l’aspetto psicologico ha inciso. Dobbiamo essere forti di testa e possiamo farlo molto bene”.

In fase di non possesso ti muovi tantissimo. Cosa ti chiede Maresca?
“Quando non ho palla soffro, poi quando gioco sull’esterno per me è più difficile perché lui mi chiede di dare ampiezza in campo. È una cosa diversa per me, mi piace di più giocare in mezzo al campo, da mezzala o anche seconda punta. Preferisco stare al centro del campo, sull’esterno abbiamo giocatori rapidi ed esplosivi come Man, Mihaila, a cui viene molto più facile l’uno contro uno. Io in mezzo posso trovare più tracce”.

Ad inizio ritiro hai detto che Juric ti stava stupendo. C'è qualche altro giocatore che può diventare importante?
“Abbiamo molti giocatori ottimi, abbiamo giovani interessanti. Ho detto di Juric ma anche Traoré, che è arrivato da poco, può fare bene. Ci sono molti ragazzi che possono fare la differenza, ora serve inglobarli in squadra e poi starà alle scelte dell’allenatore”.

Ti sei dato un obiettivo personale?
“Il mio obiettivo è fare bene di partita in partita e aiutare la squadra a vincere, perché la cosa più importante è che la squadra torni in A. A livello individuale voglio giocare e fare un bel campionato, ma la cosa più importante è essere promossi: abbiamo una squadra che deve giocare in Serie A, sia per gli uomini che per il club e la sua storia”.

E allora strappiamo una promessa: se il Parma viene promosso in Serie A cosa farà Juan Brunetta?
“Non ci ho ancora pensato, è un campionato molto lungo. Qualcosa farò, però adesso non ci pensiamo. Da Parma a Collecchio a piedi? No, no, meglio di no, è un viaggio lungo (ride, ndr). Però posso pensare se fare qualcosa ai capelli”.

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