Quali profili cercherà il Parma sul mercato? Serve maggiore conoscenza della categoria, ma non mancheranno nuove scommesse

24.05.2024 00:00 di  Giuseppe Emanuele Frisone   vedi letture
Quali profili cercherà il Parma sul mercato? Serve maggiore conoscenza della categoria, ma non mancheranno nuove scommesse
© foto di ParmaCalcio1913

Smaltita ormai la festa per la promozione in massima serie, per il Parma e i suoi vertici è tempo di guardare avanti e prepararsi al campionato che sarà. Ne ho già parlato in passato, ma l'imminente estate sarà particolarmente calda per i dirigenti crociati, che dovranno fare in modo di non ripetere gli errori commessi nel primo calciomercato dell'era Krause, scaturito poi nella retrocessione in Serie B - e lo abbiamo visto tutti quanto la risalita si sia rivelata più ardua del previsto. Alcune direttive sembrano essere già tracciate: si partirà dalla conferma della spina dorsale della squadra che ha vinto il campionato cadetto, con qualche innesto. Ne abbiamo già parlato in un editoriale di ieri (LEGGI QUI), in cui abbiamo fatto il punto su quella che potrebbe essere la quantità dei nuovi acquisti: va detto che il mercato talvolta segue vie tutte sue, con possibili cambiamenti in corsa, ma può essere un'idea di base. La domanda però è: su che tipo di profili andrà il Parma?

Quando leggo i pareri di altri tifosi, spesso mi imbatto in opinioni un po' fantascientifiche, nel senso che non prendono in esame tutti i fattori a disposizione. In soldoni: credo sia altamente improbabile che il Parma acquisti una decina di giocatori a titolo definitivo per 15 milioni ciascuno. Penso, invece, che si cercherà un equilibrio tra giocatori che conoscono già il campionato italiano - e un po' d'esperienza a livello di Serie A non può far male a questa rosa - e nuove scommesse che arriveranno probabilmente dall'estero. So che le parole "scommesse" ed "estero" faranno storcere il naso a qualcuno, ma oggi come oggi è un aspetto inevitabile del calciomercato della Serie A, e quasi tutte le squadre sono costrette a ricorrervi se vogliono autofinanziarsi o comunque provare a salire di livello. Del resto, è quella pratica che oggi chiamano player trading (che alla fine indica semplicemente la compravendita dei giocatori, per non anglicizzare tutto), che consiste nella capacità di pescare altrove a costi ridotti per poi realizzare plusvalenze importanti.

Insomma, non è certo una novità, lo si fa da anni ed è un ragionamento che è alla base di molte squadre. Guardiamo anche l'incensatissimo (a ragione) Bologna di Thiago Motta. I rossoblu negli ultimi due anni hanno sicuramente speso un bel po', ma gran parte di questi investimenti sono stati diretti verso scommesse a cui il tifoso meno nerd non avrebbe mai pensato: sfido io a pescare i Ferguson (2 milioni dall'Aberdeen), i Theate (7 milioni, dall'Ostenda), gli Aebischer (3 milioni, dallo Young Boys) ma anche, per restare in Italia, giovani come Calafiori (4 milioni) o Fabbian (5 milioni) che non erano riusciti a dimostrare tantissimo sino a quel momento (il difensore) o che non avevano ancora calcato la Serie A (come l'ex Reggina). E lo stesso Zirkzee (8,5 milioni) era stato preso per crescere alle spalle di Arnautovic, ma non tutti si sarebbero aspettati un'esplosione a questi livelli. Certo, questi sono solo esempi, senza contare che anche lo stesso Bologna è incappato in colpi per il momento non ancora riusciti (penso a Karlsson pagato 11 milioni che ha inciso poco): il succo del discorso è che, per arrivare a certi livelli, è fondamentale il lavoro dello scouting nell'arrivare a giocatori poco conosciuti per poi saperli valorizzare.

L'altro punto è che occorre saperlo fare nel modo corretto, cercando di intuire il contesto giusto per farlo, oltre ovviamente a prendere i profili giusti. Quando Krause prese il Parma, probabilmente il problema principale fu accelerare una transizione netta verso il futuro, di fatto inserendo troppo frettolosamente dei giovani stranieri in un contesto giunto a fine ciclo. Partendo invece da una base consolidata, pur se proveniente da una categoria inferiore, se non altro il contesto appare sensibilmente diverso, almeno da questo punto di vista. Qui però mi ricollego a prima, e ribadisco che serve esperienza per la categoria, per creare quel famoso giusto mix tra giovani rampanti e vecchie volpi per avere una rosa in grado di fare bene in massima serie. Per le valutazioni tecniche, atletiche e morali - e quindi rintracciare i nomi giusti da contrattare - non ho l'arroganza né i mezzi per fare i nomi dei giocatori che servono al Parma. Ancora una volta, però, questo mercato servirà davvero a capire se gli errori del passato saranno stati pienamente compresi.