Alla caccia dei primi tre punti con tante novità, dal gioco agli uomini. Ma la prerogativa è sempre la stessa: animus pugnandi ed umiltà

31.08.2019 21:50 di  Niccolò Pasta  Twitter:    vedi letture
Alla caccia dei primi tre punti con tante novità, dal gioco agli uomini. Ma la prerogativa è sempre la stessa: animus pugnandi ed umiltà
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Vigilia di Udinese-Parma, seconda giornata di Serie A.
C’è ancora un po’ di amaro in bocca per non essere riusciti a rosicchiare punti all’esordio con la Juventus, in una gara dimostratasi più equilibrata di quanto non ci si aspettasse, con un Parma guerrigliero, specialmente nella ripresa, che ha per buoni tratti costretto alle barricate la Juventus. Questo sentimento di rammarico è stato uno dei punti maggiormente sottolineati oggi in conferenza stampa da D’Aversa, da un lato fiero della prestazione dei suoi ragazzi ma dall’altro deluso per non aver conquistato punti.

“La squadra sta abbastanza bene” è stata la frase d’esordio del mister, che ha comunicato il recupero a (quasi) pieno regime dei vari Kucka e Grassi, ai box in questi primi impegni. Ci saranno anche altri volti nuovi: in attesa di Matteo Darmian, ecco Giuseppe Pezzella, che torna ad Udine appena sei giorni dopo averla lasciata, in uno di quei giri strani che solo il calcio può regalare. Non è sicuro che partirà dall’inizio, come ammesso dal mister, ma Pezzella sarà sicuramente una carta utile da giocare, specie contro i suoi ex compagni.

D’Aversa è stato chiaro: i complimenti fanno piacere ma l’Udinese non va sottovalutato. La squadra di Tudor è ben messa in campo, non ha fenomeni ma ha buoni giocatori con caratteristiche ben specifiche. La squadra difende compatta e riparte velocemente con passaggi verticali sfruttando la velocità di giocatori come Pussetto e Lasagna, sempre bravi a ripartire. In questo inizio abbiamo visto un Parma più propenso alla manovra, con molte azioni partite dal basso con il fraseggio di Brugman e Hernani, uno schema differente rispetto ai lanci lunghi della scorsa stagione. Ma il mister è stato chiaro: ben venga il fraseggio, la costruzione dal basso, ma lo scopo del gioco è segnare. Quindi guai a sottovalutare l’avversario, ben venga la qualità ma l’identità del Parma non deve cambiare: animus pugnandi, grinta e determinazione e la salvezza arriverà in carrozza.