GdS - Le difficoltà di Cuesta: "Non ci sono idee, serve qualità in mediana"

Il giorno dopo, forse, fa ancora più male. Ripensare alla gara del Tardini lascia un senso di amarezza difficile da smaltire: il Parma cade in casa contro il Lecce e, oltre al peso della sconfitta, c’è l’amara consapevolezza di aver regalato tre punti pesantissimi a una diretta concorrente nella lotta per non retrocedere. Una battuta d’arresto che sa di beffa e che riapre, con forza, le fragilità di una squadra ancora in cerca di identità e continuità.

All’indomani del ko, le critiche non si fanno attendere. Tifosi e addetti ai lavori non risparmiano commenti duri, alcuni dei quali indirizzati anche verso la panchina. Sotto la lente finisce inevitabilmente il tecnico Carlos Cuesta, giovane allenatore spagnolo di appena 30 anni, arrivato in estate con grandi aspettative ma che, finora, fatica a imprimere la sua impronta. Contro il Lecce, Cuesta non è riuscito a dare la scossa nel momento più delicato: i cambi sono apparsi tardivi o poco incisivi, e la squadra è rimasta priva di soluzioni offensive efficaci, soprattutto in assenza di Oristanio, uno dei pochi in grado di garantire imprevedibilità e qualità nell’ultimo terzo di campo.

Ma al di là delle assenze — che pure pesano — ciò che preoccupa è la sensazione di una squadra spenta, priva di idee e incapace di reagire. Un dato che trova conferma anche nell’analisi della Gazzetta dello Sport, che boccia senza mezzi termini la prestazione dei crociati e assegna un secco cinque in pagella a Cuesta. Il giudizio è lapidario: "Il Parma è spento, monocorde: a parte il solito lancio lungo su Pellegrino, non ci sono idee. Serve più qualità in mezzo al campo."

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