Personalità, garra e tecnica: come l'apporto di Bernabé sta cambiando il Parma

27.02.2022 20:23 di  Giuseppe Emanuele Frisone   vedi letture
Personalità, garra e tecnica: come l'apporto di Bernabé sta cambiando il Parma
© foto di Parma Calcio 1913

"Aaahhh, come gioca Bernabé": vale la pena prendere in prestito un vecchio tormentone del compianto Maurizio Mosca per esaltare le doti di Adrian Bernabé, il nuovo regista che sta aiutando il Parma a cambiar pelle. L'impressione, infatti, è che il prodotto della cantera del Barcellona stia davvero cambiando il gioco del Parma grazie al suo innesto. Non ce ne voglia Pasquale Schiattarella, il cui apporto alla causa è comunque fondamentale anche grazie alle sue doti di equilibratore del centrocampo. Bernabé, tuttavia, è arrivato in punta di piedi, ed è stato lanciato titolare da Iachini appena è stato possibile e senza che i tifosi potessero sapere cosa aspettarsi. Da quando è stato schierato titolare, quel posto il giovane Adrian non lo ha lasciato più. Proprio dal suo innesto, il Parma ha abbandonato il gioco tutto basato su transizioni rapide e solidità difensiva che aveva caratterizzato le prime uscite di Iachini, per giocare molto di più palla al piede. Non è forse un caso, sebbene la crescita sia stata indubbiamente di tutta la squadra.

Con Bernabé, però, è innegabile come sia cresciuto il tasso tecnico della squadra, il minutaggio in termini di possesso palla, il numero e la precisione di passaggi effettuati: tutti dati statistici facilmente riscontrabili. Avere giocatori di grande tecnica che danno del "tu" al pallone come Bernabé, Vazquez e Man che si scambiano il pallone sicuramente è un aspetto che aiuta tantissimo, e probabilmente una tale ricchezza tecnica in Serie B non ce l'ha nessuno. In particolare, il centrocampo ha assunto una fisionomia molto più veloce, dove la "velocità" è una caratteristica più relativa al pensiero calcistico che all'aspetto corporeo.

Al di là del bel gol contro la SPAL, l'exploit di Bernabé arriva da lontano, e questo articolo lo avrebbe meritato a prescindere dalla rete segnata ieri. Sarà anche probabilmente per la sua spiccata propensione offensiva (Bernabé nasce trequartista), ma nel suo gioco c'è anche la volontà di giocare sempre in avanti, senza limitarsi al passaggio in orizzontale. La verticalità del giocatore catalano fa rima con personalità, e questa personalità è riscontrabile anche a livello di garra: parliamo di un giocatore che, nonostante la stazza fisica non particolarmente prestante (è alto un metro e settanta), non rinuncia mai a difendere e non tira mai indietro la gamba, come dimostrato anche dai cartellini gialli presi (aspetto che, forse, può essere un po' smussato). Ad aggiungere ancora maggior valore al momento dello spagnolo, arriva la considerazione del fatto che Bernabé è stato fermo per nove mesi a causa di un problema cardiaco, fortunatamente risolto. Un pensiero va anche a mister Maresca, che lo ha allenato al Manchester City Under 23 e che ha spinto per portarlo a Parma, per farne l'interprete principale di quel famoso ruolo ibrido tra terzino e centrocampista che poi, a inizio stagione, tentò di ricucire per Sohm (con risultati, invero, molto discutibili).