Più urlacci e meno applausi: per Cuesta è il momento di passare dalla carota al bastone?

16.12.2025 19:54 di  Bartolomeo Bassi   vedi letture
Più urlacci e meno applausi: per Cuesta è il momento di passare dalla carota al bastone?

Non ci si può girare troppo intorno, la sconfitta di sabato scorso per il Parma è stata tragicomica. Dopo un primo tempo giocato discretamente dai crociati, tutto si è incrinato con l’espulsione di Zaccagni al quarantaduesimo minuto. Da lì in poi il nulla assoluto in attacco, con nessuna occasione chiara per trovare quello che sarebbe stato un gol importantissimo. Poi il rosso a Toma Basic, preso con grande esperienza da Nahuel Estevez, e il crollo totale. In nove contro undici il Parma ha iniziato a scaraventare pallone dopo pallone in area con i cross, senza cercare spazi grazie alla doppia superiorità numerica.

All’82’ la dormita di Valenti, il gol di Noslin e l’impresa della Lazio. Quello che però più colpisce, almeno personalmente, sono stati gli applausi di mister Carlos Cuesta subito dopo la rete subita. Il maiorchino, già all’Arsenal, è sempre stato attentissimo alla psicologia dei calciatori, e una parola di conforto per Lautaro Valenti sarà stata sicuramente opportuna, ma il timing non è stato dei migliori. Finora il giovane allenatore si è contraddistinto più per gli incessanti applausi a bordo campo che per un’idea di gioco chiara e precisa. Una situazione che nelle prime uscite ha fatto sorridere i tifosi, ormai abituati, ma a non sorridere è la classifica. Solo grazie a un clamoroso crollo della Fiorentina il Parma si può ritenere momentaneamente fuori dalla zona retrocessione.

Nel post-partita contro la Lazio, a DAZN, Cuesta ha commentato: “Era la prima volta che eravamo in superiorità numerica. Sicuramente può portare a frenesia e alla volontà di avere subito il risultato. Ti toglie lucidità, può essere un caso, in questo momento non posso fare un’analisi lucida”.
Ovviamente a caldo, soprattutto per un allenatore alle prime armi e dopo una sconfitta del genere un commento è difficile, però si può notare un tratto centrale della gestione Cuesta finora: la protezione verso i giocatori. Se da un lato è una cosa buona e giusta, e che ogni allenatore dovrebbe avere a cuore, dall’altro ci sono modi e modi di portarla avanti. Il tentativo di giustificare le disattenzioni “perché era una prima volta in superiorità numerica” è abbastanza spiazzante, perché una squadra in lotta per la salvezza in Serie A non può permettersi disattenzioni così grandi, anche se alla prima volta in una situazione nuova. Da qua si arriva proprio a quello che può essere un grande tema: dagli applausi incessanti è il momento di passare agli urlacci per Cuesta? Se finora il metodo della carota ha funzionato a creare un gruppo legato e evidentemente molto unito, la classifica ne sta risentendo. Tenere alta la lucidità e la concentrazione con qualche urlo in più non sarebbe male per Cuesta, anche perché il 27, nel prossimo appuntamento del Parma, arriverà al Tardini una Fiorentina disastrata in cerca di risurrezione.

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