Ze Maria: “Al Parma sono arrivato giovanissimo. Ancelotti mi ha insegnato tanto”

28.10.2025 19:52 di  Francesco Servino   vedi letture
Ze Maria: “Al Parma sono arrivato giovanissimo. Ancelotti mi ha insegnato tanto”
© foto di ParmaCalcio1913

Intervistato da Dan Peterson per Radio TV Serie A, Ze Maria ha parlato delle sue esperienze nel nostro campionato, nel quale è arrivato proprio vestendo la maglia del Parma: “Per noi brasiliani l’impatto era difficile. Giocavamo per strada, liberi di mente, ci divertivamo. Io arrivavo dal campionato brasiliano al Parma, con Ancelotti allenatore, in una Serie A che era all’epoca il campionato più forte al mondo. Dovevo imparare tutto. Ancelotti mi ha dato tutto tatticamente, mi insegnava le cose con calma, non parlava portoghese, né io italiano. Io avevo una gran confusione in testa, però lui ha avuto pazienza e mi faceva capire. Sono stato sempre curioso e volevo imparare le lingue, compravo la Gazzetta di Parma e la traducevo durante la giornata. Capire la parte tattica è stata fondamentale: io da terzino spingevo molto, ero quasi un’ala, però dovevo anche difendere e in Italia è fondamentale”. Ecco un estratto dell’intervista: “Al Parma sono arrivato da giovanissimo, ma ho trovato dei compagni che mi hanno aiutato tanto. C’era un gruppo fortissimo. Al Perugia ero già uno dei più esperti e trasmettevo io la fiducia ai miei compagni: tra di loro c’erano Materazzi e Grosso che hanno vinto il Mondiale, Miccoli che ha fatto una grandissima carriera.”

Quali sono gli avversari che ti hanno messo più in difficoltà?
“Quando ero al Parma ho affrontato Ronaldo, appena arrivato all’Inter. C’è un momento in cui lui con un tocco salta Crippa, Sensini e me. Noi non eravamo scarsi, ma lui faceva queste cose non semplici. Ho giocato anche contro Baggio, Zidane, al Brescia c’erano i fratelli Filippini, che erano identici. Ho avuto tanti avversari, eravamo nella generazione d’oro del calcio. Io, in Brasile, avevo già il contratto del Real Madrid sul tavolo, però volevo andare in Italia: volevo sfidare i più forti al mondo, che erano in Serie A. I giocatori più forti d’Europa erano al Milan e io arrivai in un Parma con tanti vicecampioni del mondo.”

Alcuni ricordi della Nazionale?
Io arrivai in Nazionale nel 1995, con Romario, Rivaldo, Bebeto, Ronaldo. Era difficile, al torello se andavi in mezzo non uscivi più. Io mi giocavo il posto con Cafu, non uno qualunque.

Quale è stato il tuo contributo più grande nelle squadre in cui hai giocato?
In ogni squadra ho cercato di dare qualcosa, dal punto di vista tecnico, con l’esperienza. A Parma ho fatto parte dell’unica squadra che ha giocato la Champions League nella storia del club: una squadra molto giovane, con un gruppo molto forte. Siamo riusciti a dare tanto e a ricevere tanto.

Come vedi i terzini di oggi? Chi ti piace?
Ne vedo pochi come Cafu, Marcelo, Roberto Carlos, Maicon, in grado di arrivare sul fondo e crossare, capaci di fare tanti chilometri. Due brasiliani in Italia, Dodò e Wesley, fanno parte della Nazionale e mi piacciono molto. Possono crescere tanto. Un altro è Dimarco, che è un ottimo terzino. Ma quello che in generale manca oggi è arrivare sul fondo e fare un assist perfetto per gli attaccanti.

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