Musetti alla GdP: "Il ritorno del Parma in A dopo il fallimento era scritto nel destino"

06.09.2025 13:00 di  Michele Perazzo   vedi letture
Musetti alla GdP: "Il ritorno del Parma in A dopo il fallimento era scritto nel destino"
© foto di ParmaLive.com

Il 6 settembre 2015, esattamente dieci anni fa, iniziava la nuova era del Parma Calcio 1913. Oggi la "Gazzetta di Parma" rievoca quel momento insieme a Riccardo Musetti, autore del primo gol della rinata società: un rigore, peraltro contestato, segnato a un quarto d’ora dalla fine del primo incontro di Serie D, nello stadio di casa dell’ArzignanoChiampo.

Da lì iniziò poi il "Come noi nessuno mai", la favola delle tre promozioni consecutive che portarono il Parma dalla Serie D alla Serie A. Appesi gli scarpini al chiodo, dal 2021 Musetti gestisce insieme alla moglie il ristorante «Locanda Patrizia», nel centro di Carrara, che nei mesi scorsi ha vinto una puntata del noto programma televisivo «4 Ristoranti» condotto da Alessandro Borghese. Ecco alcuni passaggi dell’intervista rilasciata al quotidiano:
Cosa ricorda di quel giorno ad Arzignano?
"Siamo riusciti a creare un ambiente unito e vincente in poche settimane. Ero stato uno dei primi ad arrivare, insieme a Lucarelli, Corapi e Giorgino. Ad Arzignano ci presentammo con alcuni compagni in rosa solo da poche ore e, onestamente, non sapevamo cosa aspettarci. Fin dalla vigilia si parlava di una grande presenza di tifosi, ma quando siamo usciti per il riscaldamento abbiamo visto un’autentica invasione in un campo di provincia. È stato un grandissimo colpo d’occhio in una giornata indimenticabile, e credo che il Parma in Serie D abbia rappresentato una splendida vetrina".
Cosa vi lasciò in eredità l’esordio di Arzignano?
"Lì abbiamo capito cos’è realmente la Serie D, che per molti di noi era ancora sconosciuta. Una partita complicata, su un campo pessimo, ci ha fatto calare nella realtà dei dilettanti: non era una passeggiata, e ci siamo resi conto che sarebbe stata dura".
C'era il sentore che si stesse scrivendo un’impresa?
"Si vedeva subito che la società era solida, dava l’impressione di avere le idee chiare e che nel giro di pochi anni sarebbe tornata nel calcio che conta. Avevano mantenuto le stesse strutture e l’organizzazione era da Serie A. In Serie C forse è stato più difficile, però era scritto nel destino che il Parma dovesse subito riprendere il posto che merita. Cioè quello che occupa ora".
Come giudica il Parma attuale?
"Ha allestito una bella squadra. Se posso fare un appunto, ci sono tantissimi stranieri. Soprattutto nelle piccole squadre qualche italiano in più ci vorrebbe, ma davanti l’ultimo acquisto, Cutrone, conosce la categoria e farà bene. Il campionato è lungo e strano, però secondo me si salverà. Cuesta è bravo, viene da un campionato diverso e deve calarsi nella nuova realtà, ma proprio per la sua giovane età…".

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