Benarrivo: “Sarei potuto andare alla Juve. Rimasi al Parma per fedeltà”
Antonio Benarrivo, ex difensore di Parma e Nazionale, ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport oggi in edicola. Tra i diversi temi trattati, il nativo di Brindisi ha parlato anche della possibilità di lasciare Parma per andare alla Juve: “Dopo il Mondiale del 1994 c’era stata questa possibilità. I bianconeri mi volevano, incontrai anche Moggi. Scelsi di restare per una questione di fedeltà, lo dovevo a Tanzi. Quest’ultimo mi convocò nel suo ufficio e mi chiese che volessi fare. “Se vuoi vai, ma io voglio vincere e mi servi tu”, mi disse. Non ci pensai un secondo e rimasi. Non parlammo di soldi, né di nient’altro. Solo di vita e prospettive future. Mi aveva anche offerto un ruolo in dirigenza per il post carriera, poi sappiamo tutti come è finita”. Ecco alcuni estratti dell’intervista:
Il fallimento della Parmalat le ha chiuso le porte del mondo del calcio dopo il ritiro?
“Sì, forse con il presidente Tanzi sarebbe stato tutto diverso. Oggi vedo ragazzini che si sentono già campioni e di genitori che li fomentano. Quindi, no, il calcio non mi manca. E se dovessi mai rientrare in questo mondo lo farei solo per un progetto serio e coinvolgente, ma sinceramente adesso ne vedo pochi”.
Finale del Mondiale a parte, ha qualche rimpianto?
“Nel 1998 potevo andare a giocare all’Arsenal, mi sarebbe piaciuto. Highbury era lo stadio dei miei sogni, in Inghilterra si vive lo sport come piace a me. Però sono rimasto in gialloblu e ho vinto altri due trofei, quindi non la vivo con rammarico, anzi”.
In quella Nazionale il vice di Sacchi era Carlo Ancelotti, che lei poi ritrovò a Parma. È vero che gli salvò la panchina?
“Detta così fa sorridere, ma se non lo esonerarono da Parma lo deve a un mio gol. Giocavamo a Vicenza e non passavamo un bel periodo: la società gli aveva comunicato che se avessimo perso lo avrebbero mandato via. Io segnai a cinque minuti dalla fine, pareggiammo, e di fatto lo salvai. E chissà come sarebbe andata la sua carriera...".
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