PL - Felipe: "Parma, credo alla salvezza. Pellè è forte, Man ha qualità, ma bisogna far punti"

19.02.2021 16:00 di  Donatella Todisco   vedi letture
PL - Felipe: "Parma, credo alla salvezza. Pellè è forte, Man ha qualità, ma bisogna far punti"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Adesso è svincolato, ma la voglia di rimettersi in gioco – c’è da scommetterci – è ancora alta. Felipe Dal Bello, difensore centrale classe 1984, è stato infatti anche un doppio ex calciatore di Udinese e Parma. Intensa l’esperienza coi friulani, con la maglia bianconera indossata prima dal 2002 al 2010 e poi dal 2015 al 2017, collezionando in tutto 197 presenze e 9 reti. Più breve, ma non banale, l’esperienza coi ducali: sono 33 le presenze collezionate dal 2013 al 2015, con Donadoni in panchina ed una qualificazione europea raggiunta, almeno sul campo. Oggi però tutto è cambiato, con bianconeri e gialloblù pronti a darsi battaglia al Tardini con l’obiettivo comune di raggiungere la salvezza. Missione più facile per i friulani, meno per i padroni di casa. Come andrà a finire? Di questo e di molto altro ancora ne abbiamo parlato con lui ai nostri microfoni.

Udine e Parma, due piazze a cui hai dato tanto e ricevuto tanto.
“A Udine sono cresciuto, ho avuto la possibilità di giocare e di diventare uomo. A Parma ci sono stato per un anno e mezzo, è stato bello sul campo raggiungere l’Europa. Ma quello che è successo dopo mi ha fatto rivalutare il mondo del calcio in un modo diverso”.

Parma in crisi, cosa è andato storto sin qui? Credi nella salvezza dei ducali?
“Io ci credo alla salvezza, perché se vai a prendere i giocatori uno per uno, troviamo elementi forti. E non dimentico gente come Lucarelli, capace di dare tanto anche fuori dal campo. Bisognerebbe, ora, soltanto fare quadrato e guardarsi in faccia. Questo Parma può fare di più”.

Pellè può dare una mano? Voto al mercato di gennaio?
“Pellé è un giocatore di esperienza, a me piace. Nel senso che è un attaccante forte e, dopo tanti anni in Cina, vorrà rifarsi. La grossa perdita del Parma secondo me sta nell’infortunio di Inglese. E’ un calciatore diverso dagli altri, capace di attaccare la profondità. Ma anche Gervinho, se è in giornata, può farti cambiare la partita”.

Non mancano i giovani e calciatori di talento sulla carta, anche dall’estero…
“Ha fatto degli investimenti pensando anche al futuro. Non è sbagliato aver presto calciatori in prospettiva. Serve tempo per farli maturare, anche se qualora fossero in grado di entrare subito nell’ottica di sofferenza male non farebbe. E poi non dimentico Man, che quando tocca la palla si vede che ha qualità. Credo che in ottica futura bisogni prima di tutto raggiungere la salvezza per pensare poi ad altro. Ricordo ancora quando facevo il mio ingresso nello spogliatoio, c’erano trofei e foto leggendarie. Come strutture e come tutto il resto, questa piazza deve puntare a qualcosa di meglio”.

A Verona è sembrata quasi una resa…
“Mi è sembrato mancasse un po’ di cattiveria, sportiva naturalmente. Serve più attenzione per vincere i duelli. Vincere contro di loro i duelli, sul piano individuale, avrebbe fatto bene. Ho visto una squadra demoralizzata, senza forze. A volte non è facile. Ora ci sono altri scontri diretti, superarli conterà tanto. Bisognerà far punti perché sennò diventa molto dura”.

A Udine Gotti dopo tanta gavetta sta dimostrando di essere un tecnico preparato.
“Gotti l’ho avuto come secondo di Donadoni, è una persona preparata e molto intelligente. Ha capito cosa è l’Udinese, non è scontato riconfermare un allenatore anche dopo un inizio difficile. Ci sono state varie varianti che hanno condizionato l’avvio. Poi sono seguiti risultati importanti, con sforzi e attese ripagate. Il mister che lui era ai tempi di Parma mi fece un’impressione positiva, mi trovai bene con lui. Coi mister in seconda, come lui lo ero all’epoca, è più facile entrare in confidenza”.

Che gara possiamo aspettarci domenica?
“Faccio riferimento alla partita dell’Udinese contro lo Spezia. I friulani sulla carta erano favoriti, ma poi è andata diversamente A Parma cercheranno di fare gioco, ma senza sbilanciarsi più di tanto. Insomma, potrebbe esserci un atteggiamento attendista verso i ducali. Sarà una sfida delicata, ma se i gialloblù sfruttano gli inserimenti degli interpreti migliori come Kurtic e Kucka e giocano con tranquillità, può mettere in difficoltà i friulani”.

Quali i ricordi dell'ambiente parmense?
“Ho dei bei ricordi. Sono stato bene, ho vissuto li con la mia famiglia e pazienza per il fatto che tutto questo sia durato per poco tempo. I tifosi allo stadio si fanno sempre sentire, in città poi ti lasciano vivere senza problemi”.

La partita migliore della sua gestione o la più emozionante?
“Più che alle partite singole, penso volentieri ai risultati di squadra. E quindi alla qualificazione in Europa League, al successo esterno di Napoli e poi in parte anche alla sfida decisiva contro il Livorno. Al San Paolo fu particolarmente emozionante perché gli azzurri avevano tutto il tifo dalla loro parte. E l’Europa League, inoltre, non era l’obiettivo stagionale. Ricordo anche il talento di calciatori come Cassano”.

A proposito di Cassano! Tanto talento ma non solo…
“Era uno che nello spogliatoio si faceva sentire. Magari non ti diceva le cose nel modo più corretto possibile, ma sicuramente lo faceva in buonafede. Penso che con una testa diversa avrebbe potuto fare ancora meglio, è lui stesso ad ammettere questo. Poi lui ha comunque fatto la Serie A, giocato con grandi squadre ed anche nelle coppe europee. Una buona carriera l’ha fatta in ogni caso”.

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