Ora il Parma fa paura a tutte: le vertigini non spaventano, il “piacersi” un po’ troppo l’unico rischio

Con 5 lunghezze di vantaggio sulla seconda in classifica, il Parma guarda tutti dall'alto al basso dopo dodici giornate di campionato. Un inizio di stagione straordinario quello messo in mostra sin qui dagli uomini di Fabio Pecchia, che con nove vittorie, due pareggi ed una sola sconfitta sono saldamente al comando della graduatoria dall'inizio del torneo. Grande merito va dato all'allenatore, che dopo un primo anno di rodaggio, caratterizzato da alti e bassi, ora pare aver dato un'identità precisa e un'idea di gioco alla squadra. Il Parma sa gestire le partite, sa aggredire l'avversario, sa attendere il momento giusto per colpire, sa incassare il colpo e rispondere a tono quando serve: una mentalità ed una consapevolezza nei propri mezzi che da anni non si vedevano al Tardini. Altra determinante da non sottovalutare è stata la crescita esponenziale dei tanti giovani presenti in rosa, molti dei quali già bollati come errori di mercato dopo le deludenti prime annate in crociato, e che ora, invece, sembrano essere dei giocatori completamente diversi da come li avevamo conosciuti. Gli esempi più lampanti sono senza dubbio Simon Sohm e Dennis Man, ma anche i vari Woyo Coulibaly, Ange-Yoan Bonny e Vasilios Zagaritis stanno dimostrando che, nel contesto adeguato e con la fiducia dell'ambiente, possono fare la differenza con le loro qualità.
Questo Parma, con la spensieratezza e l'incoscienza dei propri giovani, e la consapevolezza mixata all'esperienza dei più maturi, non soffre di vertigini. Lo stare in testa non spaventa, anzi, tutt'altro: non filtrano paura o timore di sbagliare nei ragazzi che scendono in campo, si vede la voglia di dominare l'avversario, di dimostrare di essere i più forti. La grande calma mostrata in alcuni frangenti, quando invece, in altri momenti, il pallone sarebbe scottato e le gambe avrebbero iniziato a tremare, è l'essenza di quanto sopra che caratterizza i vincenti. Ora, senza fare voli pindarici inappropriati vista anche l'imprevedibilità di un campionato come quello cadetto, minato di insidie e con un percorso oltremodo tortuoso ed impervio, l'importante è tenere i piedi ben radicati al suolo. L'eccessiva sicumera in sè stessi, spesso, può giocare brutti scherzi nel corso della stagione: colpi di tacco, giocate di fino, tocchi di suola e chi più ne ha più ne metta (e meno ne faccia!) lasciamole fare agli altri. II “piacersi” un po’ troppo è l’unico rischio che questa squadra può correre, vediamo di non farci del male da soli...
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