Adesso ci vuole spina dorsale. Leoni, Keita e Ondrejka: coraggio e spregiudicatezza per portare il Parma alla salvezza

17.05.2025 00:00 di  Edoardo Mammoli   vedi letture
Adesso ci vuole spina dorsale. Leoni, Keita e Ondrejka: coraggio e spregiudicatezza per portare il Parma alla salvezza
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È inutile piangersi addosso: le sfide con Como ed Empoli avevano tutto il sapore di un match point, ma ormai sono passate. Due occasioni buttate al vento, sì, ma niente è ancora deciso, anzi. È vero che le ultime due giornate, contro Napoli e Atalanta, sulla carta sono più che proibitive. Ma è proprio in questo genere di sfide, soprattutto quelle del mese di aprile, che il Parma ha dimostrato di avere spina dorsale. Ed è ciò a cui mi appello proprio oggi. Il Parma una spina dorsale ce l’ha ed è formata da tre giocatori che sono diventati imprescindibili sotto la gestione di mister Chivu: Leoni, Keita e Ondrejka.

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Leoni non è più solo una giovane promessa, ma adesso è una solida realtà di questo Parma. Da quando c’è Chivu è diventato titolare inamovibile, in particolare dopo il passaggio alla difesa a tre, perfettamente congeniale al suo stile di gioco. Leoni ha dimostrato di essersi calato appieno negli schemi e nei ritmi di gioco del tecnico crociato, sfoderando prestazioni da primo della classe: prima su tutte quella contro la Juventus. Adesso, con l’assenza forzata di Valenti, l’unico punto fermo della difesa del Parma è proprio lui: che sia a 3 o a 4, siamo sicuri che a guidare la retroguardia crociata ci sarà proprio il giovane Leoni.

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Dopo un inizio di stagione a dir poco altalenante, Keita si è letteralmente preso le chiavi del centrocampo del Parma, alzando notevolmente il livello delle sue prestazioni. È vero, forse sul tiro di Anjorin ha chiuso con un po’ di ritardo, ma trovo veramente difficile (oltre che ingiusto) puntare il dito contro un giocatore che nell’ultimo mese ha ricoperto il 70% del globo terracqueo. Se il Parma ha trovato una stabilità difensiva è anche gran parte merito suo. Keita si è scrollato di dosso le critiche (stavolta giuste) di inizio stagione e ha trovato il suo habitat naturale nel centrocampo di mister Chivu. Forse pecca ancora un po’ in zona offensiva, ma se continua a recuperare palloni su palloni, senza dare fiato agli avversari come ha dimostrato di saper fare, allora forse ad attaccare ci può pensare anche qualcun altro.

E parlo proprio dell’uomo che per 84 minuti ci ha fatto davvero credere che tutto fosse concluso: dare spazio a Ondrejka è stata forse una delle mosse più azzeccate di mister Chivu, e lo svedese questo spazio se l’è preso tutto. Se il gol con l’Inter è viziato da una netta deviazione, contro la Lazio Ondrejka ha saputo mostrare tutte le sue qualità balistiche, con due reti da vero funambolo. Quei gol però non sono bastati e le ultime due prestazioni non sono state all’altezza delle aspettative, come del resto quelle di tutta la squadra. Ma se c’è un momento per rifarsi, ecco, questo è quel momento: Ondrejka deve di nuovo tirare fuori quel dinamismo che ha portato il Parma a spaventare Inter e Lazio e, chissà, potenzialmente anche la difesa del Napoli, che contro il Genoa ha fatto vedere più di uno scricchiolio.

Avere spina dorsale. Quante volte nei film abbiamo sentito accostare questa frase come sinonimo di coraggio? E ora sì il Parma dovrà dimostrare di avere spina dorsale. Massimo rispetto per il Napoli, ma a 180 minuti dal termine del campionato non si può davvero più guardare in faccia a nessuno. Coraggio, spregiudicatezza, massima attenzione per una partita che non è ancora decisiva, ma poco ci manca. Appelliamoci a chi, in quest’ultimo mese, il Parma lo ha spinto sempre più su. Leoni, Keita e Ondrejka: portateci alla salvezza.