Roma vulnerabile all'Olimpico e Cuesta può metterla in difficoltà
La sfida tra Roma e Parma, in programma all’Olimpico, si presenta come uno di quegli appuntamenti che vanno oltre la semplice lettura della classifica. È una partita che mette a confronto due progetti tecnici in fasi diverse del proprio percorso, ma accomunati da un tratto distintivo: la ricerca di un’identità stabile.
La Roma di Gian Piero Gasperini, subentrato in estate, è ancora un cantiere aperto. I numeri raccontano di una squadra capace di lampi di grande calcio, ma anche di fragilità evidenti. In casa, in particolare, i giallorossi hanno mostrato un volto sorprendentemente vulnerabile: quattro sconfitte stagionali, equamente divise tra campionato e Champions League, rappresentano un campanello d’allarme difficile da ignorare. Non è la Roma spavalda e travolgente che molti si aspettavano, ma una formazione ancora in fase di apprendimento dei meccanismi gasperiniani. Pressing, intensità e verticalità restano concetti chiave, ma l’applicazione non è sempre lineare.
Dall’altra parte, il Parma di Cuesta arriva con un profilo diametralmente opposto: solidità, organizzazione e capacità di soffrire. I gialloblù hanno costruito la propria credibilità partendo dal basso, dalla cura maniacale della fase difensiva e da una mentalità collettiva. La gara col Como ha mostrato una squadra in grado di restare concentrata per novanta minuti, concedendo pochissimo e sapendo colpire nei momenti giusti, pur non trovando la via del gol.
È proprio su questo equilibrio che Cuesta punta per mettere in difficoltà una Roma che, davanti al proprio pubblico, spesso si scopre più nervosa che determinata. La profondità di gioco del Parma, unita alla capacità di leggere i tempi della gara, potrebbe rappresentare l’antidoto perfetto contro la frenesia romanista. Per Gasperini, invece, sarà un test di maturità: vincere non basta, serve convincere. L’Olimpico attende una Roma capace di dominare e non solo di reagire. Ma contro un Parma così attento e disciplinato, il rischio di inciampare è reale. Una sfida di carattere, di idee e – forse – di pazienza.
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