Enzo Maresca, voto 5: un rivoluzionario al momento sbagliato, tanta teoria e tanta confusione

14.05.2022 09:22 di  Rocco Azzali   vedi letture
Enzo Maresca, voto 5: un rivoluzionario al momento sbagliato, tanta teoria e tanta confusione
© foto di Niccolò Pasta/ParmaLive.com

Il campionato di Serie B è finito ormai da una settimana e mentre impazzano le lotte playoff e playout, per il Parma è già il momento di bilanci: tutti avrebbero voluto farli con il naso all'insù, pensando a programmare il ritorno in Serie A, ma la stagione ha avuto esiti molto diversi rispetto alle attese e oggi ci si trova a pensare alla seconda annata in Serie B. Come ultimo atto di analisi della stagione appena passata, ecco le attese pagelle del campionato appena trascorso, da chi ha seguito la squadra crociata in ogni sua uscita.

I buoni propositi rimasti tali
La scelta di Enzo Maresca come nuovo allenatore del Parma aveva stupito un po’ tutti, ma inizialmente la piazza non si mostrò totalmente scettica riguardo questa decisione da parte del club. L’idea di iniziare un ciclo con un tecnico emergente e di belle speranze aveva anzi portato quella ventata di aria fresca ed entusiasmo fondamentali per aprire un nuovo capitolo, dopo la cocente retrocessione dell’anno precedente. La passione per gli scacchi, la volontà di infondere una mentalità moderna e sbarazzina nell’impostazione del gioco, la teoria di un calcio votato all’attacco, con una marcata influenza guardiolana mixata al credo del Loco Bielsa: tutto molto accattivante, sulla carta. Poi, però, ci si scontra con la dura realtà della Serie B, un campionato di sostanza, con formazioni quadrate e rocciose, dove la fisicità prevale sul palleggio onanistico, condizioni che hanno da subito guastato i piani del mister di Pontecagnano Faiano. Nemmeno il cambio di strategia in corsa ha evitato a Maresca l’esonero, che dopo i primi scricchiolii decise di passare ad uno schieramento più cauto in campo: ormai era troppo tardi per un piano B e dopo 13 gare i crociati si ritrovavano nei bassifondi della classifica, senza anima né impronta di gioco, mostrando anzi una disarmante fragilità in difesa. La pressione di dover vincere a tutti i costi, una rosa mal costruita nel mercato estivo e l’essere alla prima esperienza alla guida di una squadra di adulti, hanno complicato il suo percorso. E chi lo sa, magari in un altro momento sarebbe potuto anche essere l’allenatore giusto, ma non in questa situazione ed in questo campionato, non per questo Parma, fatto di giovani che muovevano i primi passi nel nostro calcio: qui ed ora serviva altro. E magari non con un Sohm nei panni del Dr. Jekyll and Mr Hyde, a coprire la doppia mansione di terzino e mezzala…

VOTO 5

L’apice: 6 punti in 4 giorni
Dopo i primi accenni di pareggite e la brutta sconfitta di Reggio Calabria, quando la stagione stava entrando nel vivo e le critiche a farsi sempre più insistenti, il Parma centrò due successi nel giro di pochi giorni. La vittoria di Cittadella e l’1-0 interno sul Vicenza diedero fiducia nell’ambiente, facendo sperare che i crociati avessero finalmente trovato quell’equilibrio che fino a quel momento non si era ancora visto. Purtroppo, però, l’entusiasmo fu effimero e non servì a dare quella sferzata necessaria per risalire la china.

Il punto più basso: 4 gol in 45’ a Lecce
La debacle del Via del Mare fu un’umiliazione senza precedenti, in un’intera carriera Gigi Buffon non aveva mai subito 4 reti nei primi 45’. Il Parma non scese nemmeno in campo e quella fu l’ulteriore conferma che qualcosa andava cambiato. Il pareggio successivo nella gara con il Cosenza mise definitivamente la parola fine all’esperienza di Maresca sulla panchina ducale, e sancì l’arrivo di mister Iachini nei giorni a seguire.

I numeri
13 partite alla guida della squadra in Serie B, con 4 vittorie, 5 pareggi e 4 sconfitte. Un match di Coppa Italia contro il Lecce, perso per 1-3 al Tardini con la conseguente eliminazione del Parma dalla competizione.