Turk: "Buffon mi aiuta molto. Sono in un grande club e vogliamo la A il prima possibile"

08.05.2022 13:31 di  Alessandro Tedeschi  Twitter:    vedi letture
Turk: "Buffon mi aiuta molto. Sono in un grande club e vogliamo la A il prima possibile"
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Ai microfoni di Sport Klub, sito sloveno, il portiere crociato Martin Turk ha così parlato della sua stagione, a partire dal debutto contro il Pisa: "L'ho scoperto due giorni prima della partita di Pisa. È successo tutto così in fretta, ma sono stato felice di accettare la sfida. Sapevo che poteva essere un'opportunità per mettermi in mostra e l'ho colta subito. Non ero nervoso. Prima della partita, Buffon è entrato nello spogliatoio per sostenermi. Mi ha detto di parare tutto quello che potevo. Che sono bravo e che era sicuro che tutto sarebbe andato bene. Mi ha tranquillizzato molto".

Poi continua parlando del suo rapporto con Buffon: "Quando l'ho visto per la prima volta, non sapevo nemmeno come rivolgermi a lui. Ero nervoso. Ma poi mi ha fatto sentire a mio agio. È rilassato, sorride, ed è strano che, nonostante la sua età e tutto ciò che ha realizzato, voglia ancora imparare. È una leggenda. Mi tratta con grande rispetto. Non come un ragazzino, ma mi vede come un compagno di squadra che potrebbe aiutarlo. Puoi sempre contare su di lui. Non mi aiuta solo con le cose da portiere, in campo, mi aiuta anche nel prepararmi per la partita. Il suo consiglio, che più mi è rimasto impresso, è che nelle situazioni in cui è necessario rispondere rapidamente, devo sempre scegliere la prima idea che mi viene in mente. Quando si ritirerà? Non si vuole fermare. Difenderà i pali ancora per un po'. Sicuramente nella prossima stagione, se non due. È ancora un portiere di alto livello, anche se fisicamente ovviamente non è più al massimo come lo era 10, 20 anni fa. Ma ha molta esperienza ed sa con anticipo quello che sta succedendo sul campo. È un grande motivatore, sa comunicare fuori e dentro i campi da calcio".

Sui suoi inizi da portiere: "All'inizio ho giocato in molte posizioni, e poi sono diventato un portiere in una partita amichevole da ragazzo. Tutti afferrato le loro maglie, e sono rimaste solo le due maglie rosse da portiere. L'allenatore così ci ha chiesto chi sarebbe stato il portiere e io mi sono offerto volontario. Ho difeso la mia porta nel primo tempo, ho fatto abbastanza bene, e l'allenatore ha deciso di continuare a schierarmi in porta. Così sono diventato un portiere"

Poi è arrivato il Parma: "Mi hanno visto in Nazionale a 15/16 anni. Hanno parlato con i miei genitori e mi hanno lasciato decidere. Se io ero pronto a lasciare casa, loro erano pronti a prendermi. Ho deciso di andare. Conoscevo già l'italiano perché lo imparavamo a scuola. L'Italia è vicina. Sono andato da solo, vivo in accademia e sto bene. All'inizio non sapevo nemmeno quanto fosse storico questo club. Quando il Parma eccelleva, non ero ancora nato. Ma dopo essere entrato nel club e aver visto tutti i trofei, letto i grandi nomi, mi è subito stato chiaro che il Parma è una grande società". 

Infine la mancata promozione: "Volevamo tutti tornare in Serie A il prima possibile, ma sfortunatamente non ce l'abbiamo fatta. Già dalla prossima stagione, la pressione sarà ancora maggiore. È un grande club, vogliamo tornare in Serie A"