PL - Piazzi: "Il Parma soffre contro squadre chiuse come il Sudtirol. Ai playoff tutto può succedere"

13.03.2023 16:15 di Donatella Todisco   vedi letture
PL - Piazzi: "Il Parma soffre contro squadre chiuse come il Sudtirol. Ai playoff tutto può succedere"
© foto di ParmaLive.com

La partita col Sudtirol è terminata in parità a reti inviolate. Abbiamo contattato Luca Piazzi, ex responsabile del settore giovanile crociato, presente al Tardini sabato 11 marzo, per un'analisi del match Parma-Sudtirol e facendo qualche riflessione sul periodo trascorso nella città emiliana. Ecco le sue parole ai microfoni di ParmaLive.com.

Il confronto Parma-Sudtirol è terminato in parità. Quali sono le sue impressioni?
"Parma e Sudtirol sono due squadre con idee diverse. Sicuramente il Parma è una squadra molto più importante dal punto di vista dei nomi, oltre che per gestione di palla e proposta di gioco. Il Sudtirol è una matricola in cadetteria, lo scorso anno ha vinto il campionato e la sua società è molto più piccola rispetto. La squadra altoatesina si difende e riparte, gioca come deve: la sua forza, credo, sia proprio questa. Inoltre i biancorossi hanno l'umiltà, la fisicità, la tenacia, la mentalità e la consapevolezza di essere una squadra che non può fare un calcio spettacolare. Fondamentalmente le due squadre possono essere definite così. In questo momento il Parma soffre molto questo tipo di squadre, i crociati si esaltano contro avversari che giocano, attaccano e lasciano spazi aperti per poter dimostrare le loro abilità tecniche".

Lei è stato per tanti anni il responsabile del settore giovanile del Parma. Quali sono i ricordi del periodo in città?
"Sono stati anni fantastici. Sono rimasto molto legato all'ambiente, soprattutto alla gente che è molto disponibile e aperta. Nella città di Parma ho trascorso cinque anni importanti, tranne l'ultimo anno in cui c'è stato qualche problema nel convivere con qualche persona che era rientrata nell'area tecnica. I primi quattro anni, però, abbiamo fatto un grande lavoro: siamo ripartiti dalle ceneri del fallimento dopo Ghirardi, a livello di settore giovanile c'era da costruire tanto. Abbiamo fatto un bel percorso e ho trovato della gente entusiasta di intraprendere un determinato cammino. Credo che ora il Parma abbia colmato quel gap che c'era con i settori giovanili più importanti a livello nazionale anche grazie al lavoro di questi cinque anni. Seguo con molta attenzione i miei ex giocatori e sono molto interessato al percorso che stanno intraprendendo".

Cosa ne pensa del percorso di Camara? È lecito pensare che possa trovare più spazio in prima squadra?
"Camara ha 21 anni, quindi è ancora molto giovane. Gli auguro veramente del bene. Ha avuto un percorso molto difficile: è arrivato in Italia ed è stato associato a genitori che non erano i suoi. Quando questa storia è uscita, è stato affidato ai servizi sociali e di fatto noi siamo stati la sua famiglia. Lo conosco molto bene e per me è un ragazzo che può dare molto e che può arrivare in alto. E' chiaro, al contempo, che deve stare bene fisicamente, perché negli ultimi anni ha avuto problemi fisici che lo hanno frenato. Ripeto, bisogna tenere conto che non ha avuto un'infanzia felice: ha dovuto allontanarsi dalla sua famiglia, arrivare in Italia, ha dovuto affrontare tutti gli aspetti legali legati alla sua situazione. Viene dalla Costa d'Avorio, come Moussa Kone e Chaka Traoré che pure ho avuto a Parma. A loro auguro di realizzarsi. Camara è un giocatore importante, molto duttile, per me può giocare in tutti i ruoli di centrocampo. Penso che con il tempo riuscirà a venire fuori. Ha già fatto diverse presenze in prima squadra, credo che Pecchia abbia fiducia in lui perché lo utilizza spesso e secondo me è un prospetto che può fare un bel percorso".

Anche Turk viene dal settore giovanile del Parma. Ora è in prestito alla Sampdoria e ieri ha esordito con in Serie A, contro la Juventus. Cosa ne pensa del portiere sloveno? 
"Penso che Turk sia uno dei portieri 2003 più forti d'Europa. E' un ragazzo che ha una grande mentalità. Lo prendemmo dal Koper in Slovenia quando aveva sedici anni, dunque è arrivato in Italia molto presto. Ha lavorato molto a livello fisico, strutturandosi e formandosi, visto che inizialmente era un giocatore molto longilineo. In un anno credo abbia messo su qualcosa come nove chili di massa, dunque ha lavorato tanto per strutturarsi e diventare portiere. Già lo scorso anno aveva iniziato a giocare e a dimostrare il suo valore, a me è piaciuto molto. Nella partita di ieri ha subito quattro reti ma non è completamente responsabile. Penso che nel complesso abbia fatto una buona partita e credo che sia veramente uno dei portieri più promettenti. Scommetterei su Martin perché mi sembra che abbia tutto per arrivare".

A centrocampo Bernabé si è rivelato uno dei migliori. Secondo Lei lo spagnolo rende meglio come play o mezzala?
"Questo dipende un po' dal tipo di gioco. Sicuramente nel gioco di Pecchia da mezzala a me è piaciuto molto: Bernabé può inserirsi, arrivare al tiro, può rifinire di più. Credo che anche come play, essendo così giovane, abbia dei grossi margini di miglioramento e può diventare un giocatore di primo piano".

Qual è la sua opinione sulla corsa playoff?
"Ci sono delle squadre molto organizzate e attrezzate in vista dei playoff. Credo che in questo momento qui il Bari potrebbe essere la squadra più impegnativa perché ha un gran seguito, gioca un calcio essenziale ed efficace. I playoff sono una storia a sé: la squadra che sta meglio, è più serena e spesso è più fortunata in quel momento, avanza. Fare dei pronostici è veramente difficile".

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