E’ un Parma che non muore mai, nemmeno contro i torti arbitrali. Questa squadra ha un’anima. Rebus attaccanti: e Colak?

Il Parma non riesce nemmeno questa volta a scavalcare un Modena che si conferma bestia nera. Al Tardini, il derby emiliano è terminato 1-1, portandosi dietro tante polemiche e tanti spunti da approfondire. Prima di entrare nel merito però, è giusto concentrarsi come di consueto sulla prestazione dei crociati. Come valuto la prestazione dei crociati? Pur non essendo perfetto, questo Parma mi ha convinto. Nello specifico, prima di parlare di ciò di positivo che abbiamo visto, è giusto soffermarsi anche sulle difficoltà riscontrate. Non per accendere campanelli d’allarme o per muovere critiche, ma semplici osservazioni che vanno a completare il quadro di un’analisi completa. Sono riemersi due difetti che spesso abbiamo visto nella passata stagione. Sul primo si è soffermato anche mister Pecchia in conferenza stampa nel post-gara. Il Parma ha faticato a scardinare le maglie della difesa avversaria, che con compattezza si è organizzata, imbrigliando gli attaccanti crociati. Il problema principale, come sottolineato dal mister, è legato ad un palleggio compassato, a cui è mancato quel guizzo o quella verticalizzazione improvvisa capace di sparigliare le carte. Con un giro palla lento, la difesa avversaria ha tutto il tempo di organizzarsi, chiudendo tutti gli spazi. D’altra parte, però, è anche fisiologico. Tutte le partite in questo campionato sono difficili e, soprattutto in un derby, è più che normale una prima fase di studio. Il Parma non ha mai rischiato nulla e, pur sembrando incapace di pungere, è sempre stato in controllo. Quindi non c’è assolutamente motivo di preoccuparsi, è più che lecito non andare sempre ai cento all’ora per novanta minuti. L’altro difetto si è visto sotto porta, dove, complice anche un super Seculin, i crociati, Partipilo escluso, non sono riusciti a capitalizzare le occasioni avute. Di positivo però c’è la reazione della squadra. E anche del pubblico. Dopo il vantaggio, Delprato e compagni, sospinti dal pubblico del Tardini, hanno gettato il cuore oltre all’ostacolo, dimostrandosi capaci di dominare non solo con il bel gioco ma anche con il carattere e con gli attributi. Senza farsi prendere dal nervosismo, la squadra ha spinto al massimo per andarsi a prendere un pareggio più che meritato.
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Voglio rimanere un attimo su questo concetto. Sebbene fosse abbastanza lampante l’errore arbitrale, e nonostante una direzione in generale discutibile, il Parma ha continuato a fare la partita, senza perdere la testa. Una dimostrazione di maturità che mette in evidenza la crescita anche sotto l’aspetto mentale di questo gruppo. Come ha detto Delprato, l’anno scorso questa partita si sarebbe persa. Invece il Parma ci ha creduto, fino alla fine, lottando su ogni pallone e trovando un gol sporco in mischia, che ben rappresenta la reazione di orgoglio avuta dalla squadra. Veniamo ora al tema arbitraggio, molto discusso al termine della gara. Non mi piace mai contestare le decisioni del direttore di gara, in quanto si può sbagliare ed è lecito farlo. Anche dopo la trasferta di Lecco, andando un po' controcorrente, avevo fermamente criticato le tante polemiche montate a fine gara. Oggi però il discorso è diverso. Non voglio parlare del metro di giudizio di Chiffi, ma mi soffermerò sull’episodio del gol del Modena. E’ veramente difficile accettare un episodio così. Non per l’errore arbitrale in sé, quanto più per le valutazioni fatte in sala VAR. Sarebbe bello, come avviene in Serie A con il programma Open VAR, sentire le registrazioni dei dialoghi tra arbitro e sala VAR, per capire cosa sia successo in quei secondi. L’unica risposta che mi posso dare per questo errore dei varisti è una grave leggerezza commessa, con un’analisi dell’episodio approssimativa. Perché vedendo le immagini con un minimo di attenzione è abbastanza evidente il tocco di Falcinelli. In era VAR questi errori non possono essere tollerati e mi auguro che, come avviene in qualunque altro mestiere, anche i presenti in sala VAR si possano assumere le proprie responsabilità per questo abbaglio. Detto questo, ormai è inutile tornarci sopra. Ciò che invece ci portiamo dietro è, come già detto, l’ottima reazione dei crociati. Con spirito, anima e cuore, hanno dimostrato di essere una grande squadra, concentrandosi sul campo e andando a recuperare lo svantaggio, meritando anche qualcosa in più. Oltre che sul campo, il Parma è stato impeccabile anche in conferenza stampa. Mister Pecchia ha mantenuto la propria eleganza, senza creare inutili polveroni ma soffermandosi sulla partita. Delprato invece a nome della squadra ha espresso il suo disappunto, ma sempre con stile e soprattutto grande leadership. Parole giuste e dosate, a differenza di ciò che abbiamo visto fare da componenti di altre squadre di recente.
Chiudiamo con un discorso che si protrarrà per i prossimi mesi e che non si limita alla gara di sabato. Per quanto l’abbondanza sia senza dubbio un vantaggio per ogni allenatore, Pecchia ora ha un nodo attaccante da sciogliere. E non sarà assolutamente facile. In questo avvio di stagione il titolare è stato Bonny. L’attaccante francese fa del dinamismo e dell’esplosività le caratteristiche principali. Non essendo un nove puro, non funge da riferimento fisso, ma svaria su tutto il fronte per aprire gli spazi agli inserimenti dei compagni. Un giocatore funzionale, a cui magari manca ancora qualcosa dal punto di vista realizzativo, ma il cui lavoro giova a tutta la squadra e fa segnare i compagni. Nelle ultime giornate però, l’attaccante francese sta vivendo un leggero calo prestazionale. Proprio per questo, mister Pecchia nelle prossime uscite potrebbe valutare di schierare dal primo minuto uno tra Colak e Charpentier. I due attaccanti al momento si trovano in una situazione opposta. Il secondo, subentrato all’intervallo contro il Modena, ha subito inciso con la gara e, pur sprecando qualche occasione di troppo, è sembrato molto coinvolto nella manovra e in un’ottima condizione psico-fisica. Aver ritrovato la via del gol nei pochi minuti a disposizione ha galvanizzato l’ex Frosinone, che ora è in fiducia e sta scalando le gerarchie. Tanto da essere preferito in gara a corsa rispetto ad Antonio Colak. Il croato, arrivato come colpo del mercato estivo, sembrava destinato a trascinare i crociati in questa stagione a suon di gol. Con il passare delle settimane però, Pecchia sembra sempre meno incline ad affidarsi all’ex Rangers. Contro il Modena, nonostante la squadra fosse in svantaggio, Colak è stato inserito solo negli ultimissimi minuti del match. Una scelta emblematica, che testimonia il momento dell’attaccante. Le ultime prestazioni ci hanno restituito un giocatore poco inserito nei meccanismi di squadra. Queste difficoltà e il fatto di giocare poco rischiano di minare la consapevolezza di Colak, che ha bisogno di gol e di minutaggio per tornare ad incidere. Ora però Bonny e Charpentier stanno facendo meglio di lui. Come farà mister Pecchia a gestire questa situazione? Riuscirà Colak a ritrovarsi? Sarà solo il tempo a dircelo, ma una cosa è certa: in questo momento ogni minuto passato in panchina è controproducente per l’attaccante croato.
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