Primavera, ora è tempo di riflessioni. Nonostante gli investimenti, la promozione resta un tabù
Nella prossima stagione il Parma dovrà affrontare un'altra stagione in Primavera 2. Questo è l'amaro ed inatteso verdetto dopo la sconfitta ai tempi supplementari nei quarti di playoff contro l'Ascoli (QUI la sintesi). Non ci si può nascondere, si tratta a tutti gli effetti di un fallimento. Per quanto lo scopo primario del settore giovanile sia quello di crescere giocatori potenzialmente in grado di rinforzare in futuro la prima squadra, il risultato sportivo delle ultime stagioni non può non esser preso in considerazione. Soprattutto per il format del campionato Primavera: il Parma attualmente si trova in Primavera 2, una sorta di "Serie B", e da anni ambisce a tornare in Primavera 1. Questo sarebbe importantissimo per permettere ai ragazzi di misurarsi con i migliori talenti in circolazione in Italia e, di conseguenza, alzare ulteriormente l'asticella. La società, ben consapevole di ciò, ha investito diversi milioni, ben di più rispetto alle altre squadre, ma mister Veronesi prima e mister Beggi ora non sono riusciti a centrare l'obiettivo. Un vero peccato, proprio perché la filosofia del club di puntare sui giovani prevede la valorizzazione anche dei talenti interni, che, come detto in precedenza, potrebbero trarre beneficio dal misurarsi con squadre più forti.
Eppure, per il quarto anno di fila, il Parma resta a bocca asciutta. Nelle ultime quattro stagioni, come si evince dall'accurata ricostruzione di StadioTardini, i crociati sono usciti sempre ai playoff, tre anni fa ai rigori contro il Napoli, due anni fa in finale contro il Frosinone e l'anno scorso ancora ai rigori contro il Monza. Ora è tempo di riflessioni. Il Parma nella sua rosa ha giocatori che sono stati pagati fior fior di quattrini: un esempio è uno degli ultimi arrivati, l'attaccante polacco Mateusz Kowalski, costato circa 1 milione di euro. Cifre che altre società del campionato Primavera 2 stentano a spendere per la prima squadra. Questo ribadisce l'intenzione della società e anche il divario rispetto agli altri club. I risultati però non arrivano e per cambiare le cose bisognerà intervenire.
Ad essere ancora in attesa di riconferma sono anche i piani alti, il responsabile del settore giovanile Mattia Notari e il fratello Massimiliano, capo scout. Una volta scelto se rinnovare i loro contratti, bisognerà tracciare la linea per sistemare la formazione Primavera. A partire dallo staff tecnico, di cui non si hanno novità. Per poi spostarsi sulla rosa, che andrà ritoccata. Gli investimenti non mancheranno, ma ciò su cui ci si interroga è se sui risultati abbia inciso la scelta di prelevare tanti giovani ragazzi dall'estero. Il Parma non è di certo l'unica società a portare avanti questa politica, ma forse questi ragazzi, spesso alla prima esperienza lontano da casa, hanno bisogno di un fisiologico periodo di tempo di adattamento. Ci sarà quindi anche da verificare se la struttura attuale sia ideale per permettere loro di esprimersi al meglio. Tanto lavoro da fare, il talento non manca, lo stesso non si può dire dei risultati.