Minotti: “Essere capitano è bello ma faticoso. Mi rivedo in Delprato”

11.11.2025 20:28 di  Francesco Servino   vedi letture
Minotti: “Essere capitano è bello ma faticoso. Mi rivedo in Delprato”
© foto di Edoardo Mammoli/ParmaLive.com

Lorenzo Minotti, storico capitano del Parma è intervenuto all’evento di presentazione del libro “Capitani per sempre” e ha parlato del significato del ruolo del capitano: “Vuol dire interpretare un ruolo, un ruolo che ti dà tanto orgoglio, ti permette oltre di avere la fortuna poi di rimanere nella storia, perché quando si vuole riassumere un periodo finisce molte volte che la tua immagine rappresenta un gruppo, rappresenta un percorso che ha fatto una squadra e ci sono tutte queste foto in cui io alzo le coppe, quindi è qualcosa di molto bello. Però dietro devo dire che c'è tanta responsabilità, tanto lavoro, tanta fatica, anche bocconi amari da mandare giù perché poi è un ruolo non così semplice. Devi sempre pensare per il bene della squadra e quindi soprattutto in quel periodo ero un po' il riferimento che doveva mediare con l'allenatore, con la società, cercare di capire le esigenze dei miei compagni, prendere o assecondare delle decisioni. Mi viene in mente qualche volta che succedevano dei momenti di difficoltà o succedevano degli episodi in cui qualche compagno magari non aveva dei comportamenti idonei e allora si finiva nel ritiro. Andare in ritiro per me diventava un problema però se Scala e la società ritenevano che quella fosse la soluzione giusta, quando veniva proposta io dovevo sostenere il ruolo e cercare di mettere da parte quelli che erano i pensieri personali e cercare di far sì che si facesse il meglio per la squadra”. Ecco le sue parole:

Oggi il ruolo del capitano del Parma lo interpreta Enrico Delprato, quasi un'erede di Lorenzo Minotti.
"Fisicamente non ci assomigliamo tanto, però mi rivedo in lui in tanti comportamenti, nella personalità, nel modo che ha di stare in campo, di parlare con i compagni e poi anche come difensore lui forse è molto più polivalente di me. È un giocatore che si adatta a fare anche il terzino, però abbiamo per esempio quest'attitudine offensiva: anche lui come me quando va nelle aree avversarie sa sempre capire dove può finire il pallone e per un difensore ha sempre delle buone statistiche dal punto di vista dei gol.

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