Delprato: “Ho fatto i complimenti ai ragazzi dopo il Milan. Staremo vicino a Suzuki”

11.11.2025 18:40 di  Francesco Servino   vedi letture
Delprato: “Ho fatto i complimenti ai ragazzi dopo il Milan. Staremo vicino a Suzuki”

Il capitano del Parma Enrico Delprato, presente all’evento di presentazione del libro “Capitani per sempre” ha parlato di del momento della squadra gialloblu: “Ho fatto i complimenti ai ragazzi dopo la gara con il Milan, per noi significa tanto portare a casa un pareggio sudato, importante contro una squadra forte. Non era facile, perché poi sotto di 2-0 potevi anche commettere l'errore di spingerti tutti in avanti e beccare il terzo gol, invece siamo stati bravi. Bernabé ha fatto un gran gol per riaprire la partita, che ci ha permesso poi di scendere in campo nel secondo tempo con un altro piglio e di recuperare la partita”. Ecco le sue dichiarazioni complete

Un giorno ci sarà anche il tuo nome su un libro che celebra i grandi capitani del Parma? Ti stai dando da fare in questi termini?
“Sì sto cercando di dare il mio contributo, come ho sempre detto. Poi, ormai al terzo anno, quindi piano a piano si impara sempre qualcosa di più”.

Da capitano, cosa hai detto a Suzuki in questo momento difficile?
“No, ci dispiace. Cerchiamo di stargli vicino tutti i noi compagni, perché sappiamo che perdiamo sicuramente una pedina importante. Sappiamo che dovrà stare fermo un bel po' di tempo, però l'unica cosa che possiamo fare è stargli vicino”.

Che significa essere il capitano di questa squadra?
“Significa rappresentare i tuoi compagni e cercare di stargli vicino in tutte quelle che sono le necessità della squadra. Poi bisogna sempre stare attenti un po' a tutti, comportarsi in un certo modo sia con quelli più grandi, con chi magari gioca di più, ma anche con chi gioca di meno. E mostrare sempre vicinanza e supporto per tutti i ragazzi”.

Anche nella difficoltà che avete avuto in questo inizio campionato vi siete stretti attorno all’allenatore. Vuol dire che il gruppo è unito. C'è il ruolo del capitano anche qui?
“Sì, ma noi su questo non avevamo dubbi: con tutti gli allenatori che sono stati a Parma abbiamo sempre dato dimostrazione di essere un gruppo unito e quest'anno ancora di più. Io continuo a dirlo, lo ripeto: lo spogliatoio, il gruppo è unito e questa deve essere la nostra forza di quest'anno”.

A che punto è il vostro processo di crescita?
“In continua evoluzione, ovviamente adesso abbiamo questa settimana per cercare di sistemare ancora le cose che non vanno perché è inevitabile. Se abbiamo questa classifica c'è sicuramente da migliorare. Però ripeto, bisogna ripartire da quella che è la base: il sacrificio e l'unione della squadra c'è sempre stata, ovviamente non può bastare, non deve essere quello poi che ci porta il risultato, quella è una cosa importante, ma poi bisogna sistemare altre cose che in questo momento magari facciamo fatica a fare”.

Sulla tua grande prestazione col Milan: hai fatto un gol ma ne potevi fare anche molti altri.
“Sì, ripeto sempre che il mio ruolo quello di difendere e di cercare di dare il meglio su quello che è l'aspetto difensivo. Poi se arrivano i gol sono contento: ho magari una capacità di leggere il buco oppure di capire dove può andare la parla e cerco di dare il meglio anche quando sono davanti”.

Quattro tiri in porta contro il Milan per te: hai dato anche un segnale importante alla squadra che in questa fase del campionato e della stagione stava faticando a rendersi pericolose.
“Sì, sì, è vero, sono mancati i gol, credo, poi non la pericolosità perché comunque abbiamo avuto diverse occasioni. Mi viene in mente anche la partita con il Como o quella di Cagliari, dove abbiamo perso 2-0 ma abbiamo avuto molte occasioni. Questo è dettato un po' dagli infortuni che abbiamo avuto perché abbiamo perso Ondrejka e Oristanio che sono due giocatori che uniscono il centrocampo e l'attacco. Loro ci possono portare ad essere ancora più pericolosi. Poi devo dire che Mateo, Patrick, Adrian e Milan stanno veramente facendo un lavoro difensivo importante, quindi poi non è facile essere lucidi sotto porta. Sicuramente dovremo essere bravi noi difensori e centrocampisti a supportarli un po' di più e ad alzare qualche volta il baricentro per facilitarli”.

Il segnale sul campo lo hai dato, ti chiedo se c'è stato anche bisogno di un tu intervento negli spogliatoi con un discorso da capitano dopo le difficoltà nella partita col Bologna.
“No, io non sono uno che preferisce parlare. Preferisco dare l'esempio sul campo e come me tanti altri all’interno dello spogliatoio. Bisogna anche aver la lucidità di analizzare le cose che non vanno. Analizzare la partita con il Bologna secondo me non è facile perché siamo rimasti in 10 dopo 30, 35 minuti, contro una squadra poi forte poi c'era l’acquazzone. Dare il giusto peso a quella partita e a quella di Roma. Abbiamo fatto la settimana prima con il Como che se vincevamo non c'era niente da dire e poi dopo queste due partite contro due squadre forti che sono andate male però, ripeto, bisogna avere la capacità e l'attenzione giusta, analizzare le partite per poi ripartire”.

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