La squadra di Cuesta in cerca di sé stessa: perché il Como può essere alla portata

All’orizzonte c’è il Como, e per il Parma si tratta di una partita che può dare spunti e far ritrovare fiducia ed entusiasmo ai crociati. Una sfida che arriva in un momento chiave del percorso dei gialloblu, chiamati a dare un segnale di maturità dopo settimane di luci e ombre. Perché se è vero che la squadra di Cuesta ha mostrato passi avanti nella fase difensiva - con numeri che parlano di maggiore solidità e compattezza rispetto alla scorsa stagione - è altrettanto vero che la concretezza in avanti continua a rappresentare la principale nota dolente.
Il Parma fatica a costruire o arrivare in modo pulito alla conclusione, spesso tiene il possesso ma lento e inefficace, ma troppo raramente riesce a tradurre in gol l varie situazioni. È una questione di precisione, ma anche di convinzione. Lo sa bene Cuesta, che non a caso negli ultimi allenamenti ha insistito sull’aggressività nell’ultimo terzo di campo e sulla capacità di attaccare l’area con più uomini. L’obiettivo è trasformare la manovra in sostanza, per evitare di disperdere energie e occasioni preziose.
Dall’altra parte ci sarà un Como che ha dimostrato di sapersi esaltare contro le grandi e di soffrire, paradossalmente, contro le cosiddette “piccole”. I pareggi casalinghi con Cremonese e Genoa lo confermano: i lariani sono squadra organizzata ma vulnerabile quando vengono messi sotto pressione. Ed è proprio lì che il Parma dovrà colpire, con intensità e ritmo, per far emergere le proprie qualità.
Più che una prova di forza, quella del “Tardini” sarà un test di crescita psicologica. Capire se questa squadra ha davvero assimilato la mentalità che Cuesta chiede: coraggio, continuità e fame. Perché i processi si costruiscono col lavoro, ma sono le partite a dirti se stai andando nella direzione giusta. Il Parma ha davanti a sé un’occasione importante: trasformare il potenziale in risultati, la promessa in realtà.
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