PL - Strada: "Vedo il bicchiere mezzo pieno, Suzuki una certezza. Il Como? Un modello da seguire"

Dopo lo 0-0 del Ferraris, ottenuto in dieci uomini contro il Genoa e con un super Suzuki protagonista nel finale, Pietro Strada, doppio ex, di ruolo centrocampista, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di ParmaLive.com per commentare la sfida. Dalla freddezza di Zion ai singoli episodi di Ndiaye e Troilo, passando per Cuesta, fino ad arrivare al prossimo match in programma al Tardini contro il Como, di seguito le sue parole:
Tra il rosso di Ndiaye, il rigore concesso per il fallo di Troilo e diverse sbavature individuali, il Parma ha rischiato grosso ma alla fine è uscito con un punto dal Ferraris. Lei come lo vede: bicchiere mezzo pieno per la solidità e la reazione, o mezzo vuoto per gli errori che potevano costare caro?
"Io sono sempre per il bicchiere mezzo pieno, assolutamente. Ho sentito anche le dichiarazioni del mister e credo che vadano in questa direzione: ha sottolineato la solidità della squadra, il fatto di essere stati un gruppo unito, di aver lottato insieme. È chiaro che gli episodi ti danno una mano: il rigore parato a tempo scaduto è stato decisivo. Uno può dire che l’ha parato, un altro che l’attaccante del Genoa l’abbia calciato male, ma resta il fatto che se avessero segnato staremmo commentando un risultato diverso. Comunque, la prestazione c’è stata: carattere, determinazione e spirito di squadra sono segnali importanti. Rimanere in dieci nel primo tempo è penalizzante, ma nel complesso è giusto vedere il bicchiere mezzo pieno".
Quanto vale per i ragazzi di Cuesta, a livello di spirito e compattezza, uscire imbattuti dal Ferraris in una gara così difficile?
"Vale tanto. La classifica, per adesso, è un po’ deficitaria, ma se guardiamo al gruppo di squadre che lotteranno fino alla fine per la salvezza, penso che questa partita dia consapevolezza al Parma di essere competitivo. Contro il Genoa si è difeso con ordine, ha mostrato spirito e unione: sono cose che contano, specialmente dopo un avvio complicato. È chiaro che ci sarà da migliorare, ma questa è una gara che dà autostima e fiducia nei propri mezzi".
Suzuki è stato l’eroe della serata: parata decisiva sul rigore e personalità da veterano. È rimasto sorpreso dalla sua freddezza? Pensa che stia davvero diventando una certezza per questo Parma?
"Io penso che Suzuki fosse già una certezza dall’anno scorso. È chiaro che partite come quella di ieri lo rafforzano nell’opinione pubblica, nei giudizi, nei compagni e soprattutto dentro di sé. Sono gare che ti danno una grande iniezione di fiducia. È un giocatore importante, che ha già dimostrato il proprio valore e che quest’anno lo sta confermando. Quando si parla tanto di un portiere bravo, di solito significa che la squadra ha sofferto, e infatti rimanendo in dieci contro un Genoa affamato di punti era quasi inevitabile subire. Ma la parata di Suzuki è stata fuori dall’ordinario, davvero determinante".
Pomeriggio difficile invece per Ndiaye, espulso nel primo tempo dopo un avvio complicato. Come si gestiscono, secondo lei, momenti del genere per un ragazzo arrivato da poco e ancora in fase di ambientamento?
"Si tocca un tasto assolutamente vero. La Serie A è molto selettiva e penso che questo episodio gli servirà per capire che certi falli, soprattutto quando sei già ammonito e in una zona di campo non pericolosa, vanno evitati. Capisco la voglia di essere aggressivo, di entrare deciso, ma in quella situazione doveva valutare diversamente. È giovane e passerà anche da queste esperienze per migliorare. Come spesso accade, per rialzarsi bisogna anche cadere: ora prenderà una squalifica, ma avrà modo e tempo per assimilare e crescere. Ha qualità importanti e saprà farne tesoro".
Da inizio campionato il Parma non ha ancora segnato un gol fuori casa e Pellegrino, in 7-8 mesi in maglia crociata, ha realizzato solo al Tardini, spesso proprio contro il Torino. È una statistica un po’ curiosa: che spiegazione si sentirebbe di dare?
"Penso che Pellegrino abbia qualità da centravanti vero, ma vada servito nel modo giusto. La partita di ieri, con la squadra in dieci, è stata penalizzante per lui più che per altri, vista la sua struttura e il suo tipo di gioco. Non ne farei un giudizio definitivo: in certe gare non è facile mettersi in mostra. Secondo me, Pellegrino e Cutrone possono convivere benissimo. Sono due attaccanti diversi: Cutrone ama attaccare la profondità, mentre Pellegrino è più uomo d’area. Mi auguro che si sblocchi anche fuori casa, perché il Parma ha bisogno di punti e di gol lontano dal Tardini. Ha doti fisiche, atletiche e un ottimo colpo di testa: se si completa, può dare tanto".
Molti tifosi stanno criticando mister Cuesta: dicono che la squadra, pur avendo qualità, esprima poco gioco rispetto allo scorso anno con Chivu. Ieri il Parma non ha fatto nemmeno un tiro in porta. Le sembra un problema di approccio, di idee o di tempo da concedere e adattamento dei giocatori a un sistema diverso?
"Secondo me si tratta di un doppio adattamento: da una parte i giocatori devono imparare ad assimilare le idee del nuovo allenatore e a portarle in campo; dall’altra Cuesta stesso deve adattarsi alla Serie A e alle pressioni che ci sono in Italia. È un ragazzo giovane, alla prima esperienza da tecnico responsabile e ci vuole pazienza. La Serie A non aspetta, la classifica richiede attenzione, ma io credo che serva fiducia: il Parma ha intrapreso una direzione coerente. Anche l’anno scorso, quando fu scelto Chivu, non aveva mai allenato una prima squadra. Ora bisogna dare tempo anche a Cuesta, che ha le idee e le qualità per trasmetterle. Spero che riesca presto a farlo e che il gruppo lo segua fino in fondo".
Domenica ci sarà la sfida con il Como, una società che in un anno e mezzo è riuscita a costruire un progetto solido, giovane e offensivo: esattamente ciò che il Parma sogna da cinque anni sotto la gestione Krause. Quanto pensa che questo confronto possa pesare sul morale e sulla percezione del percorso dei crociati, considerando che il Como oggi rappresenta un modello che il Parma avrebbe voluto incarnare?
"Il Como ha dimostrato in questi anni di avere le idee chiare. Da quando è arrivata la nuova proprietà, ha portato avanti una programmazione seria, che parte dalle strutture e arriva alle scelte tecniche. Anche il Parma ha ambizioni simili, ma probabilmente ha cambiato troppi allenatori negli ultimi anni e questo ha rallentato la continuità del progetto. Con Pecchia si era provato ad aprire un percorso di questo tipo, ma non si è riusciti a consolidarlo.
La scelta di Cuesta va nella stessa direzione: giovane, preparato, con una visione moderna. È chiaro che poi servono i risultati e gli acquisti giusti per dare forza a questo lavoro. Ritornando al Como, la società intanto ha costruito una struttura solida e investito su giocatori importanti: basti pensare a Morata, un investimento di alto livello. Oggi è una realtà che ha un ottimo equilibrio tra proprietà, città e ambiente. E poi viene da una vittoria eclatante contro la Juventus, un successo storico: ho letto che non batteva i bianconeri dal 1952. È chiaro che questo ha creato grande entusiasmo, anche mediaticamente. La partita di domenica sarà una vera cartina al tornasole per il Parma. Incontrerà forse la squadra più in forma e più discussa in positivo del momento. Sarà un’occasione per fare una prestazione importante, utile sia per la classifica che per la fiducia. Bisognerà arginare giocatori come Nico Paz, che sta facendo cose straordinarie: è un talento di altissimo livello, e secondo me lo vedremo presto in grandi palcoscenici, magari di nuovo al Real Madrid, che ne detiene il cartellino. Ovviamente non è l’unico da temere, ma è chiaro che andrà limitato il più possibile. Ci sarà una settimana intera per preparare la gara e mi auguro che il Parma riesca a risollevarsi anche dal punto di vista della classifica. Se la prestazione sarà come quella di Genova, qualche segnale positivo c’è".
@ESCLUSIVA PARMALIVE - RIPRODUZIONE RISERVATA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE