Pedone: "Cuesta? Ragazzo sveglio che ha voglia di fare. Si adatterà alle caratteristiche della rosa"

L'ex calciatore e oggi allenatore Francesco Pedone, nel 2019 è stato mister della Juventus Under 17 e come vice aveva Carlos Cuesta. Per raccontare il nuovo volto della panchina crociata, Pedone si è concesso alla Gazzetta di Parma in una lunga intervista: "É un appassionato di calcio che ha bruciato le tappe per raggiungere questo livello: è un ragazzo curioso, sveglio, che ha voglia di fare. Avere già tutte queste esperienze e competenze alla sua età non è facile, soprattutto, per chi non ha alle spalle un grande passato da calciatore".
Qual è stato il vostro primo approccio?
"Allenavamo i 2003 della Juve, la squadra era veramente forte con i vari Soulé, Miretti, Savona, Turicchia, Cerri e molti altri. Furono Cherubini e Scaglia, che a quei tempi erano i responsabili del settore giovanile, a farmi il nome di Carlos: “Mister, c'è la possibilità di prendere questo ragazzo molto giovane che ci è piaciuto per le sue idee, per come si è proposto e per la sua passione incredibile. Vorrebbe fare un'esperienza lontano dalla Spagna e vuole venire qui”. Anche la mia prima impressione fu ottima, è stato un connubio positivo fin dall'inizio poi col trascorrere dei mesi il rapporto si è ancora più consolidato e mi ha aiutato tantissimo quell'anno. Diciamo che ci siamo arricchiti a vicenda e abbiamo fatto un bel lavoro a livello calcistico".
Come si comportava durante gli allenamenti e le partite?
"Riuscivamo sempre a trovare la quadra su quello che dovevamo fare, non è un ragazzo presuntuoso ma cerca di capire chi ha di fronte. E la cosa bella e importante è che era entrato tantissimo in empatia con i giocatori, mi piaceva il suo modo di relazionarsi a loro e gli lasciavo campo perché sapevo che in quelle dinamiche poteva darmi una mano".
C'è un aneddoto particolare che vorrebbe svelare?
"Un giorno, mentre parlavamo della fase di non possesso, mi disse: “Visto che siamo così bravi a pressare alti, a essere propositivi in fase offensiva e a ribaltare l'azione, perché non proviamo a perdere apposta la palla nella zona alta per poi andarla a recuperare ed eseguire la transizione positiva come facevamo in Spagna?”. Io gli risposi sorridendo che suggerire ai ragazzi di perdere la palla di proposito non era proprio il massimo però questo dà l'idea di come ragiona la sua testa, forse già più da prima squadra. Un ragazzo che ha sempre voglia di fare cose nuove, di imparare e di ingegnarsi sul campo per adottare strategie diverse".
Cosa le disse quando decise di seguire Arteta all'Arsenal?
"Ha fatto la scelta di andare in Inghilterra ma questo è indicativo sul tipo di persona che è: voleva fare un'esperienza nuova in un altro Paese per capire come si lavorava in Premier. E ricordo che mi riempiva di domande sulle metodologie d'allenamento in Italia".
Si aspettava che potesse essere chiamato dal Parma?
"No, normale che sia sorprendente la scelta che hanno fatto il Parma e Cherubini però io, che lo conosco, vi assicuro che ha i valori che un allenatore deve avere nel suo modo di lavorare. Riconosco in Carlos competenze tecniche ma anche la capacità di gestire il gruppo e di entrare nella testa dei giocatori, questa sua curiosità di voler trovare soluzioni. Dall'esterno può sembrare una cosa fuori dal mondo e, invece, lui ha tutte queste qualità poi che abbia 30, 40 o 50 anni non cambia nulla. Più dell'età contano le competenze, quello che dai sul campo e alla squadra".
Cosa può portare al Parma?
"Il Parma sta alzando un po' il livello, la scelta di un allenatore come Carlos è in linea con il pensiero e la filosofia del club. Certamente poi il campo dirà la verità, però a far la differenza sarà il rapporto che avrà con i giocatori. Il Parma ha una squadra giovane e non c'è l'obbligo di vincere qualcosa quindi potrà lavorare senza eccessive pressioni".
Come se lo immagina il suo Parma?
"La cosa che mi fa sorridere di più è che uno pensa a un allenatore spagnolo e lo collega subito a possesso palla, tanti passaggi e a un gioco un po' rallentato. Però Carlos è un tecnico più efficace, nel senso che cerca di trovare la soluzione giusta in base ai giocatori che ha a disposizione. Non è sicuramente un allenatore “talebano” che ha in mente uno schema fisso e un solo modo di giocare anzi tenta di percorrere strade diverse e sono convinto si adatterà alle caratteristiche della rosa. Cercherà di mettere il vestito giusto per il Parma e l'esperienza che ha avuto all'Arsenal, unita alle precedenti in Spagna e in Italia, si rivelerà utilissima".
Cherubini può garantire al Parma il salto di qualità?
"Alla Juve è stato uno dei principali sostenitori dell'Under 23 e ha sempre partorito idee innovative. Un grande conoscitore di calcio, penso sia la figura giusta che ha nelle sue competenze, nella sua esperienza e nella sua storia i mezzi per far crescere il Parma. Riconosce il valore delle persone che operano al suo fianco e sapersi confrontare in questo mondo è una qualità fondamentale".
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