D'Aversa sulla retrocessione: "Fatico ancora ad accettarla. Tifosi encomiabili"

08.05.2021 15:19 di  Giuseppe Emanuele Frisone   vedi letture
D'Aversa sulla retrocessione: "Fatico ancora ad accettarla. Tifosi encomiabili"
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© foto di Federico De Luca

Roberto D'Aversa, all'interno della conferenza stampa alla vigilia della gara contro l'Atalanta, ha parlato così circa il verdetto della retrocessione matematica, maturato dopo la sconfitta con il Torino, l'ennesima della stagione: "Devo dire che sotto l'aspetto morale il post gara non l'ho vissuto bene, ma credo sia normale perché c'è stato un verdetto di una retrocessione che fatico ancora a nominarla e ad ammetterla. Sentimentalmente, al di là dell'aspetto professionale, la cosa che mi ha fatto star più male è questa. Credevo molto in questo, sapete quanto lavoro si è fatto per tornare in Serie A che è la categoria che ci compete. Poi siamo professionisti, bisogna essere uomini sempre quando va bene e quando va male". 

Ha parlato di errori e limiti, quali pensa abbia commesso lei e la squadra?
"Io penso che per quanto riguarda il dove sono venuto meno l'ho detto. La caratteristica delle mie squadre era di dimostrare nel DNA la voglia di portare a casa il risultato a tutti i costi. Ricordo la trasferta di Genova in cui vincemmo 3-1 con molti assenti, ho l'immagine di quei giocatori con le bende in testa che han finito la partita sanguinanti. Era una caratteristica che avevamo sin dalla Lega Pro, e dalla D quando non c'ero. Da lì è nato l'obiettivo comune di risalire, e partendo dalla D molto probabilmente si è acquisita la fame che sopperiva i limiti tecnici. Negli anni passati il gran numero di infortunati non hanno inciso sul risultato, quest'anno anche gli infortuni hanno influenzato. Mi posso rimproverare di non aver trasmesso al gruppo la caratteristica. Non mollare mai, trasmettere questo, non sono stato bravo. Ero convinto di ritrovare il mio solito gruppo ma forse avrei dovuto agire in maniera diversa. Non si può andare dietro, quest'anno deve servirci da esperienza e far sì che ci orti a migliorare. Per quanto riguarda me, ottenere risultati ti fa crescere, ma quest'anno mi può servire di più". 

Ai tifosi vuole dire qualcosa?
"Devo dire che probabilmente professionalmente parlando una delle serate più belle è stata La Spezia, quella più brutta è stata lunedì. Detto ciò, io credo che i tifosi nostri ci sta possano attaccare, perché la delusione è enorme. Posso dire che di piazze ne ho girate tante, ho figli nati a Taormina, Pescara e Trieste e devo dire che il senso di civiltà che ho trovato a Parma difficilmente l'ho trovato da altre parti, ed è positivo. Da quest'anno si evince che senza tifosi in casa siamo stati pessimi, la loro presenza è stata fondamentale, e lo hanno dimostrato dalla D. Non dimentico la finale di Firenze, oppure il derby a Reggio, i tifosi sono sempre stati encomiabili e il mio dispiacere è per loro perché so quanto ci tengono. A volte ci hanno fatto sentire la loro vicinanza chiedendo di onorare la maglia, da altre parti avrebbero avuto altri comportamenti".

Con lei dall'inizio sarebbe andata diversamente?
"Ho detto che questa squadra sicuramente ha qualità che possono permettergli di non retrocedere. Quando si subentra in corsa la situazione è diversa, lavorare con il gruppo sin dall'inizio le cose potevano andare diversamente, ma non lo dico per giudicare il lavoro precedente ma anche per il fatto di aver preso tanti giocatori, anche stranieri, nel far capire con problematiche di dialettica e comunicazione, di fargli capire le cose. La certezza non c'è che con me dall'inizio sarebbe andata diversamente". 

La sento ovviamente deluso. Si è sentito tradito in questa stagione?
"Per quanto riguarda la delusione, quello che abbiamo passato quest'anno noi ad una squadra di calcio capita in 6-7 anni. Abbiamo vissuto un mese-un mese e mezzo dove in diverse partite eravamo in vantaggio di due gol e ci hanno recuperato, a Cagliari vincevamo al 91esimo e si è perso, con la Fiorentina ci siamo fatti recuperare nel recupero, normale che post gara fossi deluso. Poi alcune partite, in cui meritavi un risultato diverso e il risultato finale veniva vissuto come una sconfitta come minimo ti porta delusione a fine gara. Ma come c'è la delusione da parte mia, c'è anche dai ragazzi, non mi sento di dividermi da loro. Quando si vince si fa la gara a prendersi i meriti, quando le cose vanno male si dice che la sconfitta è orfana e non ha padre. Io credo che in questo momento dobbiamo sentirci tutti responsabili. Deluso sì, dal risultato finale perché spesso le prestazioni meritavano un risultato diverso. Tradito no, perché in questo momento lo spessore dell'uomo si vede ora: sarebbe facile per me scaricare le responsabilità, devo prendermi le mie responsabilità come facevo quando si vinceva, quando dicevo che senza una squadra l'allenatore i risultati non li può fare. Non mi sento di dividermi dai ragazzi, nonostante si sono commessi errori e nonostante siamo retrocessi, per colpa nostra. Questa squadra non è da retrocessione, sono convinto che allenandola da inizio anno sono convinto non saremmo retrocessi. Deluso lo sono, e ci mancherebbe altro. Io ho un rapporto pessimo con la sconfitta, immagina cosa posso sentire ora, anche per responsabilità".