PL - Calaiò: "Arrivare ai playoff è d'obbligo. Parma-Genoa sarà una partita impegnativa"

Dopo la disfatta di Cosenza, domenica il Parma ospiterà il Genoa, in un match tra nobili decadute. Una partita fondamentale per la stagione dei crociati, chiamati a riscattarsi davanti al proprio pubblico. In occasione di questa sfida, abbiamo intervistato Emanuele Calaiò, doppio ex di turno, soffermandoci sul momento difficile della squadra ducale e analizzando il match del Tardini. L'ex attaccante ha giocato per i rossoblu nel campionato 2013/2014, e dalla stagione 2016/2017 fino a gennaio 2019 ha vestito la maglia crociata, con la quale ha ottenuto due promozioni consecutive dalla Lega Pro fino alla Serie A. Ecco le parole dell'arciere ai microfoni di ParmaLive.com.

Cosa ne pensa della partita di Cosenza?
"Penso che il Parma abbia un'ottima rosa, in grado sulla carta di occupare i primi posti in classifica. Purtroppo quest'anno, come negli ultimi anni, i crociati sono stati abbastanza discontinui nei risultati. Quando si deve provare a vincere il campionato cadetto, bisogna essere molto continui, subire pochi gol e stare bene fisicamente. Il Parma quest'anno ha alternato buone prestazioni ad altre tutt'altro che positive. Per la squadra che ha e per la sua società, la posizione in classifica attuale dei crociati è nettamente inferiore rispetto alle aspettative. Perdere a Cosenza è stata una brutta batosta. La squadra silana sta giocando per ottenere punti salvezza e ha una rosa inferiore rispetto quella dei crociati. Ci si aspettava molto di più dal Parma a Cosenza".

Da cosa può dipendere la mancanza di continuità?
"Può dipendere da tante cose, a partire dalla condizione fisica e dall'aspetto tattico. Forse l'impostazione di questa rosa non è adatta per vincere oppure non è adatta all'idea di gioco di Pecchia. In Serie B se non hai giocatori di categoria e hai tanti giocatori stranieri, che non conoscono bene il campionato, non è facile per un allenatore costruire un gruppo squadra unito e trovare la quadra a livello tattico, anche solo banalmente per un fattore linguistico. Sicuramente ci vorrebbero più giocatori italiani e di categoria, che conoscono bene la Serie B. Questo è uno dei fattori che ha causato questa discontinuità di risultati, che impedisce ai crociati di occupare le prime posizioni in classifica".

L'acquisto di Zanimacchia può risolvere il problema in fase realizzativa?
"Io me lo auguro. Fatta eccezione per qualche giocata di Vazquez, che alza il livello della fase offensiva, il Parma costruisce poco. Io conosco Roberto Inglese. Lui è un giocatore straordinario che ha fatto benissimo anche in A con D'Aversa. Purtroppo negli ultimi anni ha avuto qualche problema fisico e personale che gli ha impedito di trovare continuità. Il Parma ha ottimi attaccanti, però non riescono a rendere. Probabilmente con l'acquisto di Zanimacchia, che ha caratteristiche diverse rispetto agli altri attaccanti, in fase realizzativa si riuscirà a fare qualcosa di meglio".

La finestra di calciomercato invernale è conclusa. Quali sono le sue riflessioni?
"Mi dispiace per la cessione di Tutino, secondo me è un ottimo giocatore: ha già vinto un campionato a Salerno e può far bene anche a Palermo, lo conosco molto bene. Ha trovato poco spazio, probabilmente è andato via perché vuole giocare di più. Ad ogni modo credo che se la società ducale ha scelto di prendere un solo giocatore, è perché ritiene di avere una rosa completa, abbastanza da sopperire alle uscite di questa finestra di mercato. Il Parma ha un organico importante, occorre trovare la quadra per ottenere risultati. La squadra di Pecchia ha alternato grandi vittorie con squadre importanti con sconfitte contro squadre di livello minore. Per vincere un campionato di Serie B devi essere molto continuo. Quando noi abbiamo conquistato la promozione a Parma con D'Aversa abbiamo mantenuto sempre lo stesso ritmo quasi tutto l'anno. Inoltre avevamo uno spogliatoio unito con gente di categoria e di esperienza che riusciva a mettere a posto tutte le cose che succedevano in campo e fuori dal campo".

Pecchia è l'uomo giusto per tornare in A? Dove può arrivare la squadra ducale?
"Io penso sia un obbligo arrivare ai playoff, data la rosa a disposizione del Parma. Poi i playoff saranno un terno al lotto: ci si giocherà la Serie A. Data la situazione attuale, penso sia difficile che la squadra crociata possa arrivare nelle prime due posizioni a fine stagione. Pecchia è un ottimo allenatore, perfetto per Parma: conosce la categoria ed è un allenatore vincente, ha già conquistato due campionati cadetti con Hellas Verona e Cremonese. Probabilmente la presenza di molti giocatori stranieri e la mancanza di giocatori adatti al suo modulo frenano un pò il rendimento. Ad ogni modo Pecchia come allenatore non è da mettere in discussione. Gli obiettivi del Parma devono essere quelli di scalare più posizioni possibili in classifica e puntare ai playoff".

Quanto vale e cosa significa la partita di domenica Parma-Genoa?
"Parma e Genoa sono state due tappe importanti per me. Sicuramente più Parma, perché nel club ligure ho vissuto solo un anno, durante il quale mi sono tolto comunque grandi soddisfazioni. Però Parma per me è casa, ci sono stato tre anni. Nella città ducale mi sono trovato benissimo con la mia famiglia. Ho ancora degli amici. Ho bellissimi ricordi: abbiamo vinto due campionati, abbiamo fatto qualcosa di straordinario. Posso solo parlare positivamente di Parma. La partita Parma-Genoa sarà una gara di cartello, molto difficile per entrambe. Le due squadre hanno rose con giocatori che possono giocare anche in A. Di solito i crociati con le grandi squadre danno il meglio. Mi auguro che il Parma possa disputare una bella partita per ripartire dopo il ko di Cosenza, rifacendosi con una grande prestazione contro il Genoa, anche se la compagine ligure è molto forte. Penso che sarà una bella partita".

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