Giù le mani da Traorè. Il futuro del Parma passa da lui, da Ribalta, dallo stadio, e da qualche errore di troppo da cui imparare

12.04.2021 22:06 di  Simone Lorini  Twitter:    vedi letture
Giù le mani da Traorè. Il futuro del Parma passa da lui, da Ribalta, dallo stadio, e da qualche errore di troppo da cui imparare

Prescindendo dalle colpe individuali di una stagione nata male, proseguita peggio e che purtroppo rischia di concludersi nel modo che nessuno si sarebbe aspettato solo pochi mesi fa, gli errori commessi dal Parma 2020/21, nella sua interessa, sono davvero tanti, troppi. È stata la settimana che probabilmente mette fine alle nostre speranze salvezza, col quartultimo posto ora distante ben sette punti (e il Toro ha anche una gara in meno) ma anche e soprattutto quella dello stadio. Il "Nuovo Tardini" lascia pensare ad un futuro davvero radioso, sicuramente più brillante del presente (ci vuole poco) e che possa allontanare il Parma dai rischi di una stagione così sbagliata da vanificare quanto costruito nei precedenti anni di faticosa risalita verso la Serie A. Sicuramente i tifosi sognano in grande, io mi accontenterei della certezza di una società solida e che investa con oculatezza per far sì che il Parma diventi stabilmente una realtà della Serie A, magari prendendo esempio dalle vicine Reggio e Bologna, che inevitabilmente sono molto più avanti nei rispettivi progetti. Quello ducale, è inevitabile pensarlo ripartirà da zero l'anno venturo. 

Probabilmente dalla Serie B, certamente con una società nuova di secca: Kalma allo sviluppo corporate, Ribalta a quello sportivo. Il dirigente spagnolo è stato conquistato da Krause, dal suo entusiasmo e dalla voglia di portare di nuovo il Parma ai livelli che gli competono il prima possibile. È lecito aspettarsi un inizio non semplice, ma si sa: "Tutte le cose sono difficili prima di diventare facili". E con tanti giovani in squadra, questo è fuori di dubbio: l'input della società è stato finalmente recepito e, complice l'ennesima emergenza dovuta agli infortuni, sono arrivati esordi clamorosi, come quello di Chaka Traorè, un classe 2004 che ha giocato, ha provato, ha osato e ha sbagliato. Ma guai, guai, guai a prendersela con un ragazzo di 16 anni che è stato lanciato in una situazione difficilissima e che almeno ha provato a mettere le proprie qualità a disposizione della squadra. Ha rotto il ghiaccio, verrà utilissimo in futuro.