Il "calcio all'inglese" non porta fortuna allo spagnolo: Cuesta in cerca di soluzioni durante la sosta

La sconfitta contro il Lecce ha riportato diversi nuvoloni sopra il cielo di Parma, minando l'entusiasmo e la serenità derivate dalla prima vittoria ottenuta la settimana precedente contro il Torino. A preoccupare non è il risultato di per sé, visto che, per quanto in casa contro un avversario alla portata, un passo falso è accettabile. Ciò che però scatena l'inquietudine è il ripresentarsi di difficoltà e criticità già viste nelle precedenti uscite, che si ripropongo apparentemente senza soluzioni. Il riferimento è alle problematiche riscontrate nella costruzione della manovra, già più volte evidenziate, anche dopo la vittoria contro il Torino.
Il Parma infatti lavora molto bene senza palla e riesce a rendersi pericoloso con rapide transizioni quando riesce ad agire in riaggressione. La vera difficoltà però sorge quando l'avversario è schierato e i ducali sono chiamati a costruire azioni pericolose con una manovra ragionata. Qui emergono le enormi difficoltà, accentuate da un Lecce che nel secondo tempo si è compattato per difendere il vantaggio. Il Parma per quasi tutto il secondo tempo ha continuato a muovere palla, spesso anche nella metà campo avversaria, ma senza mai riuscire a bucare le linee di difesa. Un possesso sterile e scolastico, di facile lettura, senza alcun cambio di ritmo o movimento tra le linee.
Questa mancanza di idee, ha costretto il Parma nel finale a cercare la palla alta sulle torri, sperando di trovare in qualche modo il pareggio, e per poco non ci è anche riuscito. Di certo però, il "calcio all'inglese" (come definito da Di Francesco a fine gara, leggi QUI) non ha portato fortuna allo spagnolo Cuesta, che di certo pretende altro dai suoi ragazzi. Dalle sue ermetiche e poco incisive parole nel post-gara, è emerso comunque il desiderio di vedere qualcosa in più sul piano del gioco da parte dei suoi ragazzi. Nel suo studio maniacale del gioco, l'ex vice di Arteta conosce bene le difficoltà che al momento sta affrontando la squadra e durante questa sosta avrà un'occasione importante per studiare nuove soluzioni e limare qualche dettaglio.
Per quanto infatti giustamente Cuesta abbia comunque premiato l'atteggiamento dei suoi ragazzi, il gioco espresso finora spesso non è stato all'altezza delle aspettative. Sono diversi gli aspetti su cui il nuovo tecnico ha già inciso, forse però sul gioco siamo ancora ben lontani da vedere la mano di Cuesta. E' lecito lamentarsi e pretendere molto di più, allo stesso tempo però è giusto dare ancora fiducia e un po' di tempo ad un tecnico alla prima esperienza in Serie A, con un gruppo rivoluzionato con tanti nuovi inserimenti. La sosta in questo momento, nonostante venga dopo una bruciante sconfitta, forse è un toccasana: c'è tempo per lavorare, cercare nuove soluzioni e migliorare la condizione di chi, come Oristanio, è ancora indietro, in attesa anche del rientro di Ondrejka, altro elemento che può fare la differenza. Giusto quindi pretendere di più da Cuesta e dalla squadra, ma altrettanto giusto mantenersi fiduciosi: a loro il compito di dare risposte.