Sacchi: "La Superlega va contro lo sport e il calcio. Può diventare un circo"

20.04.2021 20:29 di  Redazione ParmaLive.com   vedi letture
Fonte: a cura di Marco Bellezza
Sacchi: "La Superlega va contro lo sport e il calcio. Può diventare un circo"
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© foto di Federico De Luca

Anche Arrigo Sacchi, che sulla panchina del Milan ha vinto tutto, è intervenuto sulla bomba mediatica e calcistica esplosa con la creazione della Superlega, questo quanto dichiarato nell’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport:  “La visione elitaria è un concetto diametralmente opposto a quello dello sport, che è inclusivo e non esclusivo. È evidente quindi che la Superlega vada contro lo sport e contro il calcio. Può diventare un circo. La Superlega non mi piace perché il calcio è così bello per la sua universalità. Dobbiamo avere la lucidità di analizzare in profondità la situazione per capire come siamo arrivati a questo. Il calcio è popolare perché tutti lo possono praticare, anche con spese minime rispetto ad altri sport. Il calcio fa parte della razza umana: possono giocare alti e bassi; ragazzi dal fisico imponente e mingherlini. Difficile trovare un altro sport così universale. Però il calcio ha tre grandi avversari: il divismo, il business e i bilanci in rosso. Sono tre elementi che trasformano tutto. Le istituzioni sono state poco severe verso i bilanci in rosso. Chi governa il calcio deve accorgersi che, pur di aumentare i profitti a discapito dello spettacolo, è cresciuto esponenzialmente il numero delle partite ed è diminuito drasticamente il tempo dedicato agli allenamenti”.

L’ex allenatore esprime anche il suo disappunto riguardo eventuali accordi tra le parti: “Compromessi? Spero proprio di no. Le soluzioni a metà strada sono inutili. Servono poche idee, ma chiare. E vorrei che le istituzioni internazionali, le federazioni e le leghe ricominciassero a parlare davvero di calcio. Del bene del calcio. Quando l’obiettivo è il potere, si va avanti a compromessi. E chi ha più conoscenze fa paura”. 

La sua dichiarazione si conclude con la piena disapprovazione verso l’iniziativa e i suoi promotori: “Non bisogna togliere a nessuno il diritto di partecipare e di competere. Solo la crescita economica. La bramosia di vincere e di veder aumentare le entrate ha portato alla negazione di qualsiasi valore: bellezza, emozioni, merito, divertimento, innovazione”.