La Top 10 delle cessioni del Parma: ottavo posto, Cannavaro all’Inter per 23 milioni

19.04.2020 11:40 di  Niccolò Pasta  Twitter:    vedi letture
La Top 10 delle cessioni del Parma: ottavo posto, Cannavaro all’Inter per 23 milioni
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

L’estate del 2002 è ricca di intrecci fra Parma e Inter. Vi abbiamo parlato della cessione di Almeyda ai nerazzurri, che faranno fare il percorso inverso ad Adriano e al difensore Gresko. In quell’estate però il colpo è la cessione di Fabio Cannavaro ai nerazzurri, arrivata dopo mesi di trattative e dispetti tra le tre big italiane, Inter, Milan e Juventus.

Arrivato a Parma nel ’95 dal Napoli, Cannavaro era diventato una colonna del Parma vincente in Italia e in Europa, e dopo più di duecento presenze in crociato aveva deciso, nel 2002, che la sua parentesi a Parma era giunta al termine. La concorrenza non mancava: Cannavaro era uno dei difensori più forti d’Europa e in Italia lo corteggiavano praticamente tutti. La prima a farsi sotto seriamente fu la Juventus, disposta a giocarsi anche la carta Matteo Brighi (carta giocata poi nell’affare Di Vaio). La richiesta del Parma però era molto alta, più di trenta milioni per colui che sarebbe diventato di lì a breve il capitano della Nazionale. A spingere per un arrivo a Torino di Cannavaro c'era anche l’ex compagno Buffon, che addirittura si era sbilanciato pochi giorni dopo l’uscita dell’Italia dal Mondiale contro la Corea: “Cannavaro? Sbilanciamoci, diciamo verrà al 99%. Si dovrebbe concludere tutto entro la prossima settimana”. La notizia data da Buffon è clamorosa ma fu Luciano Moggi a frenare i bollori: “Al Parma abbiamo detto che, fino a che non vendiamo, non compriamo nessuno”. La frenata di Moggi diede la possibilità di rientrare alle altre pretendenti, Milan in primis. Durante una premiazione estiva in Sardegna infatti, Arrigo Sacchi aveva reincontrato il vecchio amico Ariedo Braida e tra una chiacchierata e l’altra era rispuntata l’idea della cessione ai rossoneri di Cannavaro. Il club di Berlusconi sarebbe stato disponibile a ricoprire per intero i 25 milioni chiesti, aiutandosi anche con una contropartita, il giovane Massimo Donati, che Sacchi trovava interessante. “Abbiamo fatto un' offerta che Arrigo conosce bene - ammise Galliani, pochi giorni dopo l’incontro Braida-Sacchi— ed è il massimo che il Milan possa permettersi. Però devo anche ammettere che mi sembra molto difficile che il Parma accetti”. Il sentore di Galliani era corretto, e dopo poche ore Sacchi fece sapere che a quelle condizioni Cannavaro non avrebbe vestito la maglia del Milan, che deciderà di puntare su altri obiettivi, non senza provare un affondo finale.

L’uscita di scena del Milan ridiede vigore alla Juventus, che però non soddisfava ancora le richieste del Parma: Moggi e soci stavano trattando la cessione di Thuram al Manchester United e solamente dopo la conclusione dell’affare avrebbero potuto offrire qualcosa in più. La fase di stallo diede la possibilità all’Inter di reinserirsi, con Lele Oriali a guidare l’assalto. La giornata decisiva fu quella dell’8 agosto, la data del passaggio all’Inter di Fabio Cannavaro. Tutto cominciò la mattina, negli uffici di Collecchio della Parmalat: un mega summit con Tanzi padre e figlio, Sacchi, Baraldi, Cannavaro e l’agente Fedele. Sul piatto l’offerta del Milan, giudicata quasi offensiva da Tanzi, che dopo cinque ore di riunione lasciò gli uffici, lasciando un Cannavaro sconfortato, e pronto per partire per il ritiro di Sestola, quasi rassegnato a rimanere a Parma per un’altra stagione. Imboccata l’autostrada, il telefono del difensore però cominciò a squillare: era Gaetano Fedele, qualcosa era cambiato. Proprio nei minuti dell’uscita dagli uffici Parmalat di Cannavaro, al patron Tanzi era arrivata una telefonata di Massimo Moratti, e in pochi minuti si era trovato l'accordo per il passaggio a Milano di Cannavaro. Al Parma 23 milioni, e la firma di Cannavaro avvenuta alle 23 negli studi interisti.