PL - Valiani: "Il Parma diventerà grande. Ora nessuna rivoluzione, avanti con questo progetto"

04.06.2024 10:06 di  Rocco Azzali   vedi letture
PL - Valiani: "Il Parma diventerà grande. Ora nessuna rivoluzione, avanti con questo progetto"
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© foto di Federico De Luca

79 presenze - condite da una rete - messe a referto nell'arco di sole due stagioni e mezzo con la maglia crociata: Francesco Valiani è stato un vero e proprio stakanovista qui da noi, diventando un punto fermo di ogni allenatore transitato nel Ducato durante la sua permanenza. Sia con Guidolin che con Donadoni, passando per le gestioni Marino e Colomba, infatti, l'ex Bologna si è sempre riuscito a ritagliare uno spazio da protagonista, tanto da diventare un vero e proprio beniamino dei tifosi. Visto il suo grande attaccamento ai nostri colori abbiamo voluto intervistarlo per domandargli il suo punto di vista rispetto la squadra che ha vinto il campionato di Serie B appena andato in archivio e che si accingerà a disputare la massima competizione nazionale dal prossimo agosto. Di seguito vi riportiamo le sue parole rilasciate in esclusiva ai microfoni di ParmaLive.com:

Un commento sulla stagione da poco conclusa.
"Seguo sempre il Parma e così ho fatto anche quest'anno. Sin dall'inizio del campionato si era capito che questa squadra sarebbe potuta stare in cima fino al termine del torneo. È partita davvero bene, con tante conferme già dalla stagione passata. Chiaramente avendo a che fare con tanti ragazzi giovani è normale che possa servire un po' di tempo utile ad adattarsi a una nuova realtà per crescere insieme e conoscersi tutti un po' meglio. In quest'annata è stato dimostrato tutto questo, poi sulla forza dei singoli e sul lavoro svolto dal tecnico e dalla società c'è ben poco da dire. Quando c'è tranquillità nell'ambiente e qualità nella rosa tutto diventa realizzabile. Il Parma è riuscito a tenere il timone per tutto il campionato e non ci sono mai stati momenti in cui sono stati messi in discussione i giocatori o l'allenatore: quando va così è normale che poi tutto riesce meglio".

Quali sono stati a tuo avviso i punti di forza della squadra in questo campionato?
"Faccio fatica a trovare un uomo copertina di quest'anno, il collettivo è stato sempre in primo piano. È bello che tutti, prima o dopo, siano riusciti a ritagliarsi uno spazio da protagonista. C'è stato il momento di Benedyczak, poi di Man, ma lo stesso discorso possiamo farlo per Circati, Bernabé, Mihaila, Delprato... Il gruppo ha vinto il campionato grazie alla capacità di sapersi sostenere in tutti i momenti del calendario".

Chi tra i crociati ti ha colpito maggiormente?
"Come dicevo, viene difficile scegliere solo un nome. Mi verrebbe da dire Bernabé, senz'altro per le qualità e il talento espresso, ma anche Benek e Sohm mi sono piaciuti tantissimo. Così come Bonny: ha uno strapotere fisico, un passo e un atletismo da fare invidia a tanti giocatori".

Quanto ha inciso, secondo te, il lavoro dell'allenatore al suo secondo anno sulla panchina ducale?
"È stato davvero importante, Pecchia è stato molto bravo. Ha le idee chiare, è riuscito a svolgere una mansione non semplice gestendo un gruppo di ragazzi alle prime esperienze in Italia che, nonostante le indiscusse doti, avevano bisogno di tempo per conoscere la nuova realtà. È stato capace di farsi seguire dalla squadra in questi due anni, ma il merito va dato anche al club che ha deciso di credere nelle sue capacità. Quando si sposa un progetta e si decide di investire tempo e denaro in questo poi i frutti arrivano e qui a Parma ora li stanno raccogliendo".

Da chi ripartiresti, se fossi un dirigente, in vista della prossima Serie A?
"Non farei nessuna rivoluzione. Romanticismo a parte, sarebbe bello e coerente confermare la squadra che ha vinto la B perché parliamo di calciatori dalle grandi potenzialità, sia per il futuro che per quanto riguarda il presente. Hanno dimostrato tutti di meritarsi questa possibilità, al di là di banali discorsi di riconoscimenti o gratificazioni da dare vista la promozione ottenuta nella stagione appena conclusa. Prendiamo come esempio il Monza: ok che poi ha investito parecchio sul mercato, ma sta giocando in Serie A con i ragazzi che c'erano anche in B, vedi Colpani, Ciurria, Mota e Di Gregorio. Senza andare troppo lontano, anche il Parma di D'Aversa confermò in blocco lo zoccolo duro che trascinò la squadra in A".

Cosa servirà a questa squadra dal mercato estivo?
"Andrei a rinforzare la rosa facendo un acquisto per reparto, cercando profili con tanti minuti in Serie A nelle gambe al fine di integrare un gruppo al quale manca solo dell'esperienza nel massimo campionato. Non parlo di elefanti alla soglia del ritiro, bensì dei giocatori anche importanti che possano fare da traino ai molti giovani e allo stesso tempo proseguire nel progetto di valorizzazione di questi ragazzi. Ecco, magari dietro potrebbe servire un giocatore che conosca bene la categoria, che sia integro dal punto di vista fisico, che abbia le motivazioni giuste e che capisca quello che si vuole creare e che si sta facendo qui a Parma. Servirà inoltre trasmettere alla piazza la volontà di voler fare una stagione importante senza rischiare di soffrire sino all'ultima giornata".

Capitolo centravanti: serve secondo te un vero bomber a una squadra neopromossa che punta a salvarsi?
"Se fossi nella società confiderei molto in quelle che sono le esigenze che Pecchia manifesterà o avrà già reso note. È l'allenatore che ha dato un'identità a questa squadra e se ha vinto la B senza avere un vero punto di riferimento là davanti non vedo perché non proseguire su questa strada anche in Serie A. Molte formazioni giocano senza una vera prima punta, vedi il Bologna ad esempio: ha ottenuto risultati grandiosi con Zirkzee che non è di certo l'emblema del tipico centravanti di ruolo".

Possibile che qualche pezzo pregiato della rosa gialloblù possa essere ceduto nel corso di questa sessione?
"Lasciando anche stavolta da parte il romanticismo e guardando il lato pratico, credo che una società competente debba sapere quanto può ottenere da un determinato giocatore e soppesare il valore delle offerte. Se venissero proposti, parlo per assurdo, 40 milioni per un tuo calciatore chiave che ti garantirebbero un'ottima plusvalenza e denaro contante da riutilizzare sul mercato con il quale potresti permetterti altri tre ragazzi da valorizzare e sui quali investire, io penso che la società un pensiero ce lo farebbe. Ad ogni modo, secondo il mio punto di vista, il Parma non è intenzionato a vendere i propri gioielli solamente per fare cassa: se un club arriverà e si presenterà con dei soldi in mano, allora lì si potrà ragionare su quale cifra possa essere consona per privarsi di qualcuno, ma sarà il presidente a decidere il prezzo, non il compratore. Questa squadra non è obbligata a vendere e anzi potrebbe decidere di trattenere anche tutti perché quest'idea fa parte del progetto intrapreso dalla proprietà".

L'ambizione del presidente Kyle Krause è quella di portare il Parma ad essere una delle migliori formazioni nel nostro paese: ci potrà riuscire secondo te?
"Questa proprietà ha dimostrato a più riprese grande progettualità e perseveranza sugli obiettivi da raggiungere, quindi non penso che sia disposta a vedere la squadra dover lottare ogni anno solo per salvarsi. Credo invece che mirino a qualcosa di più grande, poi ovviamente bisogna partire per step. Prendendo di nuovo come esempio Bologna e Monza sono due compagini che hanno dimostrato nel tempo che si possono ottenere grandi risultati, sempre lavorando con pazienza e intelligenza. Penso proprio che il Parma potrà affermarsi nei prossimi anni se si darà modo di lavorare e di vedere se questo ciclo prosegue: operando in questa maniera se ne potrà creare un altro parallelo insieme a questi ragazzi che pian piano diventeranno sempre più adulti. Ci vorranno i famosi tempi tecnici".

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