Oristanio: “Sono pronto a riprendermi il Parma, con Cuesta tutto risolto”
Intervenuto alla Gazzetta di Parma, Gaetano Oristanio si è concesso a una lunga intervista. Queste le sue dichiarazioni.
“Ora sono pronto. La condizione fisica migliora di settimana in settimana. Peccato per i problemi fisici avuti fin qui perché l'inizio di stagione era stato promettente, almeno nelle prime partite. Poi questo infortunio mi ha rallentato. Tutto superato, per fortuna”.
Il Parma e i tifosi si aspettano molto da Oristanio.
“Anche io, da me stesso. Dobbiamo rimanere uniti, remare tutti dalla stessa parte per aiutare il Parma a raggiungere l'obiettivo prefissato. E ciascuno di noi deve dare il 110% in campo: lo merita il club, lo meritano i nostri tifosi”.
Come si esce da un momento che la sconfitta contro la Lazio ha reso estremamente delicato?
“Con il lavoro. Non penso ci sia un'alternativa diversa. Bisogna affrontare ogni partita con il giusto atteggiamento mentale, prima di tutto. E naturalmente cercare di portare a casa quanti più punti possibili, il prima possibile”.
Sabato al Tardini arriva la Fiorentina: che partita sarà?
“Lo ha detto bene anche Ondrejka: importante, ma né più né meno di quelle che arriveranno dopo. Sappiamo bene che ogni partita vale molto per la classifica e può fare la differenza. Noi dobbiamo ragionare un passo alla volta, senza fare troppi calcoli ma badando alla sostanza”.
Però è un dato di fatto che nemmeno i Viola, al di là dell'ultima vittoria contro l'Udinese, se la passino bene…
“Il Parma non deve pensare alla situazione in cui versa la Fiorentina. Le energie dobbiamo piuttosto canalizzarle su noi stessi, su quello che possiamo fare, sulla necessità di rimanere compatti, mettendo a frutto dal punto di vista tecnico le buone cose che stiamo facendo in allenamento, durante la
settimana. Affronteremo la Fiorentina a viso aperto, di questo sono sicuro”.
Quanto è stato complicato digerire l la battuta d'arresto contro la Lazio?
“Un colpo duro, non lo si può negare: il gol dei biancocelesti è stato come un fulmine a ciel sereno, che in un attimo ci ha privati della possibilità di inseguire e magari anche cogliere i tre punti. Un vero peccato, perché eravamo pienamente in partita. Nello spogliatoio ne abbiamo parlato, come è giusto che fosse. Trasformare la rabbia in energia positiva e dare battaglia da qui alla fine: ecco quello che possiamo e dobbiamo fare, adesso”.
Oristanio, di sicuro è stato un peccato non dare continuità alle belle vittorie esterne ottenuta a Verona e a Pisa.
“Sono perfettamente d'accordo, abbiamo sprecato delle occasioni interessanti. Contro Verona e Pisa siamo riusciti a venire a capo di due
partite difficili, due scontri diretti che hanno un peso specifico enorme nell'economia di un campionato. Ed è proprio da vittorie come quelle che il Parma deve ripartire, continuando ad applicare i concetti che il mister propone ed a riversare sul terreno di gioco intensità, voglia, concentrazione”.
A proposito di Cuesta: dopo la sua sostituzione a Pisa, pochi minuti dopo essere entrato in campo, vi siete chiariti subito?
“Assolutamente sì. È chiaro che nell'immediatezza dell'accaduto un giocatore possa rimanerci male, credo sia abbastanza comprensibile. Tra l'altro, per quanto mi riguarda, è stata una cosa che non mi era mai successa in carriera. Poi, però...”.
Però?
“A mente fredda ci rifletti su e capisci le ragioni di una determinata scelta che un allenatore può prendere. Con Cuesta mi trovo bene: è una persona che trasmette energia positiva, con lui ho un rapporto onesto e trasparente. Abbiamo affrontato la situazione in maniera tranquilla. Quello che conta, sopra ogni cosa, è il bene della squadra”.
Sente fiducia nei suoi confronti?
“Sì, una fiducia totale: da parte del mister, della società, dei miei stessi compagni“.
Com'è giocare nel Parma?
“Sono molto felice di essere arrivato qui, ho avuto un'ottima accoglienza e percepito quanta grande sia, nei nostri sostenitori, la passione e il senso di appartenenza. Anche la squadra mi piace: ci sono tanti giovani di talento e prospettiva, ma anche ragazzi con alle spalle già diversi campionati di serie A. Penso sia un bel mix di freschezza, entusiasmo, esperienza”.
Trova che a Parma, proprio in ragione della tradizione di questo club, il peso della maglia sia una responsabilità in più?
“C'è una pressione positiva, che stimola. A Cagliari e Venezia, dove ho giocato prima di arrivare qui, ho trovato due grandissime società. Parma ha una storia diversa, che non devo certo spiegare io. Indossare questa maglia ha un fascino particolare”.
Le piace anche la nostra città?
“Naturalmente. Insieme alla mia ragazza abitiamo in centro: Parma è una città a misura d'uomo, ha tutti i servizi e le comodità che permettono alle persone di stare bene. Non manca nulla”.
Tornando alle questioni di campo, Oristanio, cosa può raccontare la stagione del Parma?
“C'è la Fiorentina”.
Va bene. E poi?
“Sempre la Fiorentina. A me non piace spingermi troppo in là con i pensieri e con quello che un campionato lungo ed estenuante come la Serie A può riservare: restiamo centrati sul presente. Avremo un mese impegnativo, dopo la sfida contro i Viola. Ma ci penseremo dopo”.
Lei è un giocatore apprezzato anche per la sua duttilità. C'è un ruolo che predilige?
“Ho giocato un po' ovunque, anche per necessità. Diciamo che mi piace svariare lungo tutto il fronte offensivo. Non ho alcun tipo di problema ad adattarmi in base alle esigenze e a quello che mi chiede il mister. Ecco, magari preferisco partire da destra a piede invertito, col mancino, agendo sulla trequarti”.
Stare fuori per infortunio non sarà stato semplice.
“No, per niente. È brutto, perché si tratta di un qualcosa che non puoi controllare. Ti senti come fossi ingessato: vorresti aiutare la squadra, i tuoi compagni, ma non sei nelle condizioni di poterlo fare. Poi, sa, la cosa più bella per un giocatore è vivere gli allenamenti, l'attesa della partita e la partita stessa insieme ai tuoi compagni. Ma ripeto, è acqua passata: adesso non voglio pensare più a quel che è stato in
precedenza”.
Gaetano Oristanio ha una voglia matta di riprendersi il Parma, mettiamola così.
“Sì. E di dimostrare il mio valore”.
Lei è molto esigente con sè stesso?
“Moltissimo. E faccio pure tanta autocritica”.
Questo può essere un limite o un punto di forza, secondo lei?
“Dipende, credo che occorra trovare il giusto punto di equilibrio affinché questo diventi un punto di forza. Senza equilibrio, appunto, nei momenti bui rischi solo di andare incontro a un senso di frustrazione che non ti fa stare bene”.
Ma lo sa che quando parlava dei tifosi le brillavano gli occhi?
“Mi creda, sono veramente dispiaciuto che il maltempo non ci abbia permesso di allenarci al Tardini, in questa vigilia di Natale, davanti ai
nostri tifosi. Sarebbe stato un bel momento di condivisione, di compattezza, il più bel regalo di Natale per noi e per loro. Un abbraccio
che però è solo rimandato: ci sarà occasione di viverlo, questo momento. E sarà importante. Noi abbiamo bisogno della nostra gente,
della loro spinta emotiva e concreta, della loro energia. Permette che le racconti un aneddoto?”.
Certo.
“Quando sono arrivato a Parma, credo fosse un giovedì. E già al sabato era in programma la partita contro l'Atalanta, la prima in casa. Lungo il
tragitto verso lo stadio vedere il nostro pullman muoversi tra questi due ali di folla, con i cori dei tifosi ad accompagnarci, è stata una sensazione
indescrivibile. Avevo fatto col Parma giusto un paio di allenamenti e mi ritrovavo a toccare con mano il calore di questa piazza. Un'emozione
incredibile, un ricordo che mi porterò dentro per sempre”.
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