PL - Pastorello: "Tanzi voleva regalare gioie alla città. Buffon il colpo più importante, ecco come andò con Figo"

05.01.2022 11:23 di  Donatella Todisco   vedi letture
PL - Pastorello: "Tanzi voleva regalare gioie alla città. Buffon il colpo più importante, ecco come andò con Figo"

Giambattista Pastorello è un dirigente dalla grandissima esperienza che ha lasciato sicuramente il segno nel calcio italiano. Se il Parma negli anni Novanta è stato una corazzata vincente e spesso temuta - tanto in Italia quanto in Europa - il merito è anche delle sue capacità manageriali, oltre che della forza economica di Tanzi, con cui ha avuto sin da subito un ottimo rapporto. Le sue esperienze sono state intense sia prima (Modena e Padova, dove scoprì un certo Del Piero) che dopo la parentesi in terra ducale (Verona, poi Genoa per un brevissimo periodo e quindi Lugano, in Svizzera). Nella lunga intervista concessa ai nostri microfoni, il vicentino classe 1944 fa un tuffo nel passato, ricordando la figura dell'ex patron gialloblù e ripercorrendo gli anni d'oro del club emiliano.

Cosa ha significato per lei Calisto Tanzi?
"Il mio rapporto con lui era esclusivamente di tipo professionale, ma al contempo c'era anche amicizia, stima e rispetto reciproco. Arrivai a Parma nel 1989, mi volle il geometra Ceresini. La squadra ducale non era mai stata nella massima serie e lui purtroppo non poté gioire per la vittoria del campionato, perché si spense prima della fine del campionato. Inevitabile dedicare la promozione a lui. Poi la squadra fu chiaramente portata avanti ed in Serie A. Venne fatta una valutazione del patrimonio calciatori e della società. E Tanzi si convinse ad acquistare il 100% del club. Cosi l'avventura con loro partì e Tanzi mi confermò. Lui negli anni passati era già stato sponsor del Parma. Abbiamo, devo dire, ottenuto tanti successi. Lo ritengo anche un amico, ebbi modo anche di conoscere la sua famiglia. Con tutti il rapporto è diventato ottimo strada facendo".

Che ricordi ha dei suoi anni a Parma?
"Ho ricordi particolari. Fu subito chiaro con me, dicendo che voleva vincere. Sin da subito aveva voglia di costruire una squadra che potesse regalare grandi soddisfazioni alla città. A Folgaria vivevo e avevo ricordi meravigliosi, e mi riferisco al ritiro". 

Qual è stata la vittoria più emozionante?
"La vittoria più emozionante è stata quella ottenuta in Coppa delle Coppe contro l'Anversa, pur avendo partecipato l'anno primo in Coppa UEFA dopo aver vinto la Coppa Italia. Fu un grande risultato, diede grande lustro al Parma Calcio, ma anche alla stessa Parmalat, che era una grande società a livello internazionale". 

Quali sono stati colpi di mercato più rilevanti?
 "Ce ne sono stati davvero molti, di colpi. Il più significativo è stato però quello di Buffon, peraltro comprato direttamente da me. Per 500 mila lire ce lo aggiudicammo, per poi rivenderlo a suon di miliardi. Era già pronto per giocare in giovane età. E tutt'ora, in assoluto, dimostra ancora il suo valore. Poi ci sono stati anche altri elementi comprati a prezzi più alti, ma che diedero altrettante soddisfazioni. Asprilla anni dopo lo abbiamo rivenuto al Newcastle ad un'ottima cifra".

Quali sono stati, invece, i colpi di mercato più importanti che non si sono concretizzati?
"
Il discorso di Figo è stato particolare, lo curai in prima persona. Lui era in scadenza di contratto, io mi ero preoccupato di farlo firmare per noi e lo feci in tempi non sospetti. Poi intervenne la Juventus e firmò in questo caso anche un documento. Aveva firmato lui, ma non il club bianconero. La questione andò a finire in tribunale, lo scontro diventò alla fine tra Fiat e Parmalat. E alla fine Matarrese stabilì che il calciatore non poteva trasferirsi in Italia per almeno due anni. Con Figo ci vedemmo di persona e mi riconobbe l'onesta avuta. Il resto per lui è storia, tra Real Madrid e Barcellona. Mi sento ancora con Luis, così come con Fernando Couto. Inoltre vorrei sottolineare una cosa".

Prego.
"Pur avendo la facoltà di poter prendere da me i giocatori, non mi son mai permesso di procedere senza aver consultati Tanzi". 

Ci racconta qualche aneddoto particolare risalente a quegli anni?
"A Buffon predissi che nel giro di pochi anni sarebbe potuto essere pronto per giocare tra i grandi, ma lui si è sempre sentito il top, dall'inizio. Fargli gol era davvero difficile, aveva una struttura importante. Ha fatto quello che ha fatto, dimostrando tutto il suo valore. Avevamo il calciatore italiano più bravo e l'abbiamo coltivato in casa. Da Scala ricevette l'ok ed è sempre stato tenuto in grande considerazione. Quanto ad Asprilla, potrei dire c'erano persone che lo controllavano 24 ore al giorno. Era un grande giocatore, simpatico".

E Stoichkov?
"Chiese di andar via dal Barcellona, che non avrebbe voluto cederlo. Fu lui a telefonarmi, una volta all'anno mi chiama sempre. Ricorda ancora la sua esperienza a Parma. Mi presentò anche Hagi, era un grande personaggio. Ma ho instaurato un buon rapporto con molti dei calciatori passati in Emilia. Il discorso famiglia era importante, il Parma Calcio era tutto questo ai nostri tempi. Fu fondamentale per raggiungere i successi sul campo".

A proposito di attaccanti, in quegli anni in Emilia c'era anche un certo Zola.
"Con noi fece benissimo. Quando arrivò Ancelotti dopo Scala, disse che non voleva il trequartista. E per Gianfranco fu un problema, ma gli trovai una buona sistemazione, ossia il Chelsea. Li disputò dei campionati straordinari. Aver studiato l'inglese già in passato gli fu utile, e suonava anche il pianoforte. Parliamo di due passioni al di fuori del calcio". 

Per Tanzi quanto era grande il rammarico per non aver vinto lo scudetto nonostante gli investimenti fatti?                                                              "Arrivammo secondi dietro la Juventus, le possibilità di vincere c'erano davvero. Dispiacque moltissimo a tutti, soprattutto a Tanzi. Il calcio, purtroppo, è anche questo, ma gli altri trofei per fortuna sono comunque arrivati e per una provinciale è davvero tantissima roba. E' stato comunque fatto molto, anche se è mancata la ciliegina sulla torta. La soddisfazione da parte di tutti  rimane".                       

Secondo lei con Krause ci sono le possibilità di ripercorrere anche solo in parte quei fasti                                                                                     "Non saprei rispondere, non conosco l'attuale proprietà. Mi è difficile dare un giudizio. Non conosco l'ambiente attuale, anche se aver riportato Buffon ed aver investito tanto per altri giocatori costituisce indubbiamente un segnale importante".

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