Crespo ricorda: "I primi 6 mesi furono difficilissimi. Il gol contro la Juve? Un’emozione enorme”

28.05.2025 08:52 di  Bartolomeo Bassi   vedi letture
Crespo ricorda: "I primi 6 mesi furono difficilissimi. Il gol contro la Juve? Un’emozione enorme”
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Insieme a Luca Toni, conduttore della rubrica Fenomeni su Prime Video Sport, Hernan Crespo ha ripercorso tutta la sua carriera, dagli inizi al River fino alle esperienze da allenatore. Dopo aver parlato della Coppa UEFA vinta nel 1999, l’argentino si è concesso una lunga parentesi sul primo periodo a Parma, vissuto in maniera complicata. In chiusura anche un ricordo al gol definitivo, l’indimenticabile 1-1 contro la Juventus in 9 contro 11. Di seguito le parole di Crespo.

Come è stato arrivare a Parma?
“Difficile, stiamo parlando di un’epoca dove c’era il limite di 3 stranieri. Da loro si chiedeva tanto, io avevo 21 anni e per ricevere informazioni da casa aspettavo il fax da mio padre in Argentina. Prima che arrivassi mi piaceva Dino Baggio, anche perché giocò l’Europeo, era conosciuto anche in Argentina. Come allenatore trovai Ancelotti, alla prima esperienza in Serie A. Arrivai e c’erano Apolloni, Zola, io venivo dalle Olimpiadi dove ero stato capocannoniere, ma il calcio italiano era tutt’altra cosa. Arrivai per Parma-Milan, il fisioterapista mi chiama, io gli dico di lasciarmi da solo. Lui mi porta via e mi stava aspettando Roberto Baggio, tremavo. Mi chiese due maglie, io gli chiesi la sua e fummo pari. Sembrava un sogno, ma era difficilissimo. Il cibo e la nazione stupendi, ma pensavo volessero rinsegnarmi il calcio. Mi davano consigli ma mi credevo fortissimo, dicevo che avevo vinto la Libertadores in Argentina e mi avevano preso perché sono questo e ora mi vuoi cambiare.”

“I primi 6 mesi mi fischiarono tutti. Nella pausa di Natale mi fermai e pensai, se avessi continuato così non avrei mai giocato. Cambiai e parlai con il mister. Ancelotti aveva praticamente già le valigie, eravamo quart’ultimi e fuori da tutto, ma a San Siro, contro il Milan, guardai il tabellone e vidi l’Atalanta che stava vincendo. Con la loro vittoria eravamo quart’ultimi e in zona retrocessione, ma Stanic segnò di testa ed espugnammo San Siro. Da lì iniziammo la cavalcata durante tutto il girone di ritorno, fino allo scontro diretto al Delle Alpi, contro la Juventus. A un certo punto Crippa mi lancia verso la porta, io conquisto un angolo contro Ciro Ferrara. Strada calcia, Zidane prova a spazzare, liscia e fa autogol, 1-0. Eravamo primi a due giornate dalla fine, dovevamo solo tenere, ma la Juve segna un gol, come dire…” Interviene Toni: “Dubbio?” “Non lo so, chiedi ad Amoruso” riprende Crespo, “noi ci guardammo, neanche quelli della Juve avevano capito. 1-1 e Scudetto perso. Fu comunque Champions League, mai il Parma era arrivato secondo.”

Contro la Juve però c’è un gol che si ricordano tutti:
“9 contro 11, loro si giravano la palla e noi correvamo a vuoto, a un certo punto recuperiamo palla, ho cominciato a correre e mi sono inventato il gol. loro in difesa avevano tutti fenomeni, io rientro col destro, faccio finta sul sinistro, quando vado a calciare la tocco ancora e faccio perdere il tempo a tutti. Li tiro, palo e gol. Sono esploso, sul gol c’è stato un boato impressionante, per il contesto è entrato nella storia del Parma. Io corro a braccia aperte e tutti mi si sono lanciati addosso. C’erano anche i miei genitori, una grande emozione”.

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