PL - Aguilar: "Vi racconto Yordan Osorio, dal 'sin zapatos' alla Vinotinto"

10.10.2020 10:00 di  Niccolò Pasta  Twitter:    vedi letture
PL - Aguilar: "Vi racconto Yordan Osorio, dal 'sin zapatos' alla Vinotinto"
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Yordan Osorio è il più esperto tra gli acquisti della campagna estiva del Parma, con i suoi ventisei anni. Arrivato dal Porto, dopo anni di prestiti tra Vitoria Guimaraes e Zenit San Pietroburgo, il difensore venezuelano è chiamato alla stagione della consacrazione, dopo che per anni ha lasciato intuire il suo grande talento senza però avere quella continuità che permette il salto di qualità. Ma chi è Yordan Osorio? Lo abbiamo chiesto a chi lo conosce meglio, a Luis Edgardo Aguilar, giornalista venezuelano di Barinas, la città in cui il piccolo Osorio ha mosso i primi passi e dove ha calcato per la prima volta i campi della massima divisione venezuelana, che gli sono valsi il pass per il calcio europeo, oltre che dirigente della sua prima squadra: il Palacio Fajardo.

“Yordan è un ragazzo molto umile di un quartiere della città di Barinas chiamato San Juancito, sulla sponda del fiume Santo Domingo”. - Inizia a raccontarci Aguilar. - “Ha tre fratelli e una sorella, tutti calciatori, compresa la sorella. Tre dei fratelli sono professionisti, il più piccolo è ancora nelle giovanili ma è molto vicino a firmare con una squadra di prima divisione, lo Zamora Futbol Club. Yordan ha iniziato nella scuola calcio Palacio Fajardo che è la squadra in cui sono direttore, e dove è stato tra i dodici e i sedici anni prima di raggiungere lo Zamora Futbol Club. Giocava da volante, un '8' con feeling con il gol, però il tecnico Francesco Stiffano, di origine italiana, lo ha convertito in difensore centrale allo Zamora perché avevano problemi in quel settore. Da lì in avanti ha giocato ottantaquattro partite con lo Zamora, di cui ottanta da titolare e sessanta per tutti i novanta minuti. Ha segnato cinque gol da difensore centrale, tanto che si interessò il Tondela in Portogallo che lo comprò, e in seguito il Porto ne acquistò metà cartellino. Lo hanno prestato allo Sporting Guimaraes e in Russia allo Zenit, prima dell’arrivo a Parma. E’ un ragazzo splendido, una brava persona, molto responsabile, un ragazzo rispettato, molto educato e sicuramente il suo arrivo in Italia lo migliorerà anche come calciatore”.

Quali sono i suoi punti di forza? E quali invece quelli in cui deve migliorare?
“E’ molto tecnico, sa che fare con la palla tra i piedi, esce con tranquillità ed è molto sereno in campo. Inoltre sfrutta bene la sua fisicità, è quasi imbattibile nel gioco aereo, sia in difesa che in attacco. Penso abbia segnato dieci gol, e di questi otto o nove sono di testa. Cosa deve migliorare? Ha ventisei anni, ha molti dettagli che può limare. C’è stata una partita nell’ultima Copa America in Brasile, proprio contro il Brasile, che terminò 0-0 in cui per la prima volta nella sua storia il Brasile ha calciato solo una volta in porta con giocatori del calibro di Gabriel Jesus, Richarlison, Firmino, che non sono riusciti a fare più di un tiro in porta e tutto grazie al lavoro che ha fatto Yordan. E' stata una partita perfetta per Osorio, in una vetrina speciale che sicuramente ha fatto attirare l’attenzione di molti club. Tra cui probabilmente anche il Parma”.

Hai un aneddoto che ti va di raccontare?
“Sì certo, ne ho uno che mi raccontò un allenatore di quando Yordan aveva quattordici, quindici anni. Era iscritto alla scuola calcio Palacio Fajardo ma non era venuto ad allenamento. A quel punto l’allenatore, Julian Montilla, lo è andato a cercare a casa dalla sua famiglia, dove viveva, e gli dissero che era in un campetto di cemento dove giocava in un torneo che chiamavano “Pies descalzos”, dove i ragazzini giocavano senza scarpe. A quel punto Julian gli disse di tornare all’allenamento, perché aveva un campionato nazionale da disputare e la squadra aveva bisogno di lui. Yordan era dispiaciuto che l’allenatore lo avesse trovato a giocare lì, ma gli spiegò che non era potuto andare ad allenarsi perché non aveva le scarpe per potersi allenare, e per quello stava giocando nel torneo dei ragazzi scalzi. A quel punto non mi ricordo chi gli diede le scarpe per farlo tornare ad allenamento, ma lo portarono al campionato nazionale rappresentando la città di Barinas e dove fu il miglior giocatore di Barinas. Tutto ciò fa capire la situazione in cui era Yordan, non aveva nemmeno le scarpe per poter giocare a pallone”.

So che in Venezuela la Serie A ha molto eco, grazie a giocatori come Rincon o come Chancellor che è retrocesso col Brescia. Se ne parla del suo arrivo al Parma?
“Certamente, è una notizia molto importante perché Yordan è chiamato a diventare un giocatore cardine in Nazionale. L’immagine della partita con il Brasile può essere la chiave, e per tutti i venezuelani Osorio viene prima di Chancellor o di Wilker Angel, e peraltro avrebbe certamente giocato contro la Colombia, peccato non sia riuscito a lasciare l’Italia per raggiungere la Vinotinto per la partita di eliminatoria. Lo stesso Rincon è uscito dallo Zamora, era qui nel 2007-08 ed è stato a Barinas a diciannove, vent’anni, poi è passato all’Amburgo e la sua carriera ha preso il via. Yordan è il primo venezuelano nato a Barinas che raggiunge la Serie A, è chiaro che la notizia rimbalzi in Venezuela e alla scuola calcio Palacio Fajardo siamo tutti contenti perché tutto ciò potrà portare benefici anche per il meccanismo di solidarietà della FIFA, visto che la nostra scuola è molto umile e formata da ragazzini molto poveri che non hanno soldi nemmeno per comprare un pallone, figuriamoci delle scarpe”.

Nella conferenza di presentazione ci ha raccontato che il suo idolo è José Manuel Rey, ti sorprende come scelta?
“No assolutamente, per molti anni José Manuel Rey è stato il difensore centrale della Vinotinto. Aveva una potenza nella gamba sinistra incredibile, faceva gol da molto lontano. Non mi sorprende perché Rey ha iniziato nella Seleccion a quindici, sedici anni seguendo le orme di Richard Paez e nonostante non siamo andati ad un mondiale di calcio siamo riusciti a crescere. Il Venezuela è sempre stato ultimo nelle eliminatorie, ma da quel momento abbiamo iniziato a mettere sotto di noi Cile, Bolivia, siamo anche stati primi in classifica, abbiamo fatto risultato con il Brasile, abbiamo vinto e pareggiato con l’Argentina, stessa cosa a Montevideo con l’Uruguay, a Santiago in Cile, tutto grazie alla generazione di Manuel Rey. Oggi Rey allena lo Zamora, e so che si conosce con Yordan”.

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