Apolloni: "Il nostro Parma si divertiva e faceva divertire. Allenarsi in Cittadella era straordinario"

12.10.2025 22:09 di  Tommaso Rocca   vedi letture
Apolloni: "Il nostro Parma si divertiva e faceva divertire. Allenarsi in Cittadella era straordinario"
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© foto di Giovanni Padovani

Gigi Apolloni, protagonista della rubrica di ParmaLive.com Il punto del Mister (leggi QUI), ha rilasciato una lunga intervista in compagnia di Coach Dan Peterson ai microfoni di Radio TV Serie A. Durante la chiacchierata, la leggenda del Parma ha ripercorso i grandi successi del suo Parma, dalla promozione alla Coppa Italia fino alla storica vittoria della Coppa delle Coppe a Wembley contro l'Anversa:

Con il Parma la più grande vittoria è stata la Coppa delle Coppe:
"Venivamo dalla vittoria della Coppa Italia l'anno precedente, giocammo contro la Juventus. Perdemmo 1-0 a Torino contro la Juventus di Boniperti e Baggio, poi vincemmo 2-0 in casa e per noi fu un'esaltazione incredibile, il primo successo oltre alla promozione in Serie A. Io allargo il campo, ogni step fatto ha creato i presupposti per arrivare a vincere la Coppa delle Coppe e successivamente la Coppa UEFA. Noi venivamo dalla Serie B con Scala, ci allenavamo in un parco pubblico, non c'era il centro sportivo a Parma. Ci cambiavamo allo stadio, a trecento metri da questo parco (la Cittadella, ndr), poi vestiti da calciatori a piedi passavamo in mezzo al traffico e arrivavamo al parco dove c'erano i vecchietti che giocavano a carte, le mamme al parco con i bambini. Avevamo un nostro campo recintato e quello per noi era il nostro centro sportivo, era straordinario, aperto al pubblico. Lì abbiamo costruito le basi per salire in Serie A, vincere la Coppa Italia e poi la Coppa delle Coppe. Non è stato semplice, ma la bravura della società e di Scala è stata di darci tranquillità nei momenti difficili. Le pressioni sono diverse a Parma rispetto a piazze come Inter, Milan e Juventus. C'era entusiasmo, tutto quello che arrivava era di guadagnato. La gente in città ci salutava, si fermavano in macchina per fermarci e fare i complimenti ai vari Asprilla, Zola, Taffarel, Grun, Brolin e tanti altri. Questo percorso ci ha permesso step dopo step di arrivare alla finale di Wembley". 

Com'è stato scendere in campo a Wembley?
"E' stata un'emozione unica, al seguito vennero addirittura 12mila persone da Parma, qualcosa di straordinario per una cittadina come questa. Parma comunque è sempre stata una culla importante a livello calcistico, son venuti fuori allenatori come Sacchi, Scala, che lo voleva il Real Madrid, e Ancelotti. In finale vincemmo 3-1 contro l'Anversa, segnarono Melli, Cuoghi e Minotti. Noi ci divertivamo e questo poi si è visto anche nella finale. Potevamo andare in difficoltà, ma avevamo una forza caratteriale nel nostro gruppo, perché la società, con il direttore Pastorello, di anno in anno ha inserito elementi che aiutassero noi a crescere. Guardavano chiaramente le qualità tecnico-tattiche ma soprattutto la persona, quell'alchimia che si era creata era straordinaria. Negli anni Novanta, in rapporto a Milan, Inter e Juventus, abbiamo vissuto un passaggio straordinario". 

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