Buffon: "La gente di Parma mi dà amore incondizionato, sento la responsabilità di rappresentarla"

28.01.2022 10:15 di  Giuseppe Emanuele Frisone   vedi letture
Buffon: "La gente di Parma mi dà amore incondizionato, sento la responsabilità di rappresentarla"
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Intervistato ai microfoni della Gazzetta dello Sport, il portiere del Parma Gianluigi Buffon ha parlato di molti argomenti. Tanta Juventus, ma anche spazio al presente, con il Parma e l'imminente Mondiale in Qatar tra i temi trattati. Di seguito, alcuni dei passaggi salienti dell'intervista:

Il Qatar è un sogno?
"No. Ho sempre parlato del Mondiale per proteggermi da chi si chiedeva “ma Buffon, perché continua?”. In realtà continuo perché faccio ancora cose che altri non fanno, ma le dinamiche mi fanno pensare che il Qatar sia impossibile. È giusto così, vanno rispettati i pensieri e le scelte di un uomo intelligente come Mancini".

Vi siete sentiti?
"Solo tre anni fa, ma è corretto scelga come ritiene più adatto, anche per proteggere il gruppo. E poi i portieri sono forti".

Ma Buffon non sarebbe utile in spogliatoio?
"Non sono riflessioni che posso fare io. Certo, Chiellini-Bonucci hanno enorme esperienza...".

Balotelli, Joao Pedro, Fagioli. Convocazioni giuste?
"Il discorso su Mario può diventare pruriginoso. Diciamo che bisogna avere fiducia in Mancini. E poi chiamare Balotelli ha una logica. Non so se sia giusto o sbagliato, ma ha una logica. Su Joao Pedro, molto per me dipende da quanto uno sia integrato. Camoranesi, ad esempio, era uno di noi al 100%. Quanto a Fagioli sì, ha qualcosa di speciale. Come Verratti, Donnarumma... e non mi vengono altri nomi. Anzi, il tiro di Scamacca è speciale: non ne vedevo uno così da Balotelli".

La scritta “Boia chi molla” sulla maglia, le scommesse, gli investimenti sbagliati. Quale l’errore più grande in 44 anni?
"“Boia chi molla” è stato un errore, con la consapevolezza di oggi. Io però ne ignoravo il significato, come per il numero 88. Quando si fanno investimenti, invece, ci sta che qualcuno possa andar male, e nel mio caso si è ammalata la persona che gestiva un’azienda. In Italia poi ci si sofferma sugli errori, per felicità da disgrazia altrui, ma io ho pagato tutto con la mia faccia: morirò con la felicità di essermi speso e aver vissuto. Ah, le scommesse sono l’attacco più vergognoso".

In che senso?
"Mi dà fastidio sia stata messa in dubbio la mia correttezza sportiva. Se ho scommesso – e mai sulle partite – è stato perché chi vive la nostra vita deve trovare una trasgressione. Io non vado in discoteca, non ho mai fatto uso di droghe, ho sempre avuto solo una donna. Scommettevo, ma quelli sono fatti miei. E da lì a vendere partite, al riciclaggio, ad altre cose losche... ce ne passa".

Parma è rinascita, ritorno all’adolescenza. A 44 anni, si riesce a essere bambini come i portieri della Buffon Academy?
"Gli antichi greci parlavano di eudaimonia, seguire il proprio demone per essere felici. La mia passione è una palla che rimbalza e da 5-6 anni sono felice, anche quando perdiamo".

Quindi è già deciso per il 2022-23. Oppure...
"Vediamo come finiamo e come finisco io. Sento la responsabilità di rappresentare la gente di Parma, che mi dà amore incondizionato. E qui... colpo di scena. Mi sono dato un obiettivo: se l’Italia non andrà ai Mondiali, mi toccherà puntare ai prossimi. Non mi sorprenderebbe trovarmi a 48 anni in grande forma".

Dove sarà Buffon nel 2030?
"A 52 anni posso essere ovunque. Spero solo ci siano gli amici, i figli, una delle mie grandi fortune che è Ilaria. Se ci fossero anche le mie sorelle e i miei genitori, sarebbe il massimo".