PL - Hervatin: "Ho visto un bel Parma contro il Brescia. Che emozione tornare al Tardini! La Coppa del '93 un'impresa storica"

10.05.2023 15:30 di  Donatella Todisco   vedi letture
PL - Hervatin: "Ho visto un bel Parma contro il Brescia. Che emozione tornare al Tardini! La Coppa del '93 un'impresa storica"
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Domenica 7 maggio, davanti alle leggende di Wembley, il Parma si è imposto sul Brescia 2-0 al Tardini. I cociati hanno conquistato la certezza matematica dei playoff nel giorno della celebrazione del trentennale della vittoria della Coppa delle Coppe a Londra. La nostra redazione ha contattato Gianluca Hervatin, ex attaccante degli emiliani nonché membro della rosa del Parma nella storica stagione 1992/1993, per fare una riflessione sulla sfida tra crociati e Rondinelle e rivivere le emozioni della serata del 12 maggio 1993. Ecco le sue parole ai microfoni di ParmaLive.com

Davanti agli eroi di Wembley il Parma si è imposto sul Brescia con il risultato di 2-0. Quali sono le sue considerazioni?
"Ho visto una bella partita, un bel Parma. In realtà mi aspettavo qualcosa di più dal Brescia. Per i crociati c'erano in palio punti in prospettiva playoff, mentre per le Rondinelle punti importanti in chiave salvezza. Per questo motivo mi aspettavo una partita più combattuta. In realtà ho visto un bel Parma a discapito di un Brescia piuttosto remissivo. Probabilmente la forza dei crociati rispetto a quelle delle Rondinelle è notevole. Da subito la partita è stata in discesa per il Parma, che ha ottenuto una vittoria senza troppe sofferenze".

Dopo quasi un'intera stagione altalenante il Parma ha trovato continuità.  Da cosa può dipendere questo fattore?
"E' difficile a dirsi, a volte dipende da una questione di tempo. A volte si pretende tutto subito dai calciatori, che ad ogni modo devono conoscersi. Pecchia sta facendo un ottimo lavoro, sta venendo fuori la personalità di questa squadra. Giocare a Parma in Serie B è importante perché è noto che l'obiettivo finale deve essere quello di ritornare nella massima serie. Esprimendosi bene in questo ultimo segmento di regular season, questi giocatori hanno espresso molta personalità. Probabilmente altri giocatori si sarebbero comportati diversamente: presumibilmente sarebbero partiti bene, poi nel momento clou gli sarebbero tremate un po' le gambe. Invece i giocatori del Parma stanno dimostrando il contrario, è un aspetto positivo in vista dei playoff, durante i quali le partite sono importanti e ogni errore può essere pagato a caro prezzo".

La rosa del Parma è composta da giocatori d'esperienza come Buffon, Ansaldi e Vazquez e tanti giovani promettenti. Può essere il giusto connubio per tornare in A?
"Sicuramente sì, i giovani del Parma sono forti. Poi personalmente interpreto il concetto di giocatore giovane a modo mio: quando io militavo nel Parma avevo diciotto anni, molte persone mi dicevano che ero vecchio. I giocatori giovani del Parma invece sono ventenni, come Camara che è entrato nel finale e che è un 2002. A quell'età sei giovane, ma ma devi essere già giocatore. Poi il connubio funziona perché gli esperti sono giocatori importanti: Buffon è un allenatore in campo, giocava nei tempi in cui giocavo io ed è ancora in campo, poi c'è Vazquez fa la differenza. I giovani che ho potuto vedere domenica al Tardini sono giocatori di tutto rispetto".

Benedyczak ha liquidato la pratica Brescia in soli 17'. Il polacco è in ascesa, l'attacco del futuro del Parma si baserà su di lui?
"Questo è da vedere. Sicuramente Benedyczak sta facendo di tutto affinché accada, ha fatto una bella doppietta. Il primo è stato un bel gol, in virtù di una svista della difesa del Brescia, ma lui ha letto bene la palla e l'ha girata di prima. Nell'occasione della seconda rete si è fatto trovare nel posto giusto come i veri attaccanti. Io gli auguro il meglio, se continua così potrà togliersi belle soddisfazioni. Nel calcio contano i numeri e i suoi numeri parlano chiaro".

Vazquez ha agito da falso nueve. Cosa ne pensa della posizione del fantasista argentino?
"Se Pecchia reputa che quella del falso nueve sia la posizione ideale per Vazquez in questo momento, non mi permetto di mettere in discussione le scelte del mister. Sicuramente Pecchia conosce molto bene il Mudo e quello che può dare. Anche io alleno e mi piacciono i giocatori di fantasia; per me il trequartista ancora esiste, con pochi limiti e molta libertà. Vazquez ha la qualità per andare a giocare la palla dove preferisce: l'argentino fa assist, recupera palloni, fa superiorità numerica, aiuta in difesa. Secondo me l'argentino è un giocatore che, se preso nel modo giusto, può dare tanto alla squadra".

Dopo le falle nella partita di Benevento, il reparto difensivo del Parma si è mostrato attento e concentrato. Quanto è importante non subire gol in questa fase di avvicinamento ai playoff?
"E' molto importante, in Italia le vittorie nascono dalla difesa. Quando non si subiscono gol, si ha la possibilità di farne uno per vincere. Contrariamente, quando si subisce gol occorre sempre farne uno in più per vincere, e vien da sé che diventa tutto più complicato. Inoltre quando Buffon subisce gol non è mai molto contento, di conseguenza è meglio che i quattro difensori facciano di tutto affinché ciò non avvenga".

Domenica al Tardini si è celebrato il trentennale della Coppa delle Coppe. Che ricordi ha di quella serata? Che emozioni ha vissuto nel tornare a Parma?
"Sono passati trent'anni dalla vittoria di Wembley, ma è come se la Coppa delle Coppe l'avessimo vinta ieri. Mi vengono sempre i brividi quando ripenso alla serata del 12 maggio 1993. Ero giovane, per me è stato un sogno poter solo toccare la Coppa delle Coppe. Non ero un protagonista della squadra, ma per me aver vissuto quell'esperienza, quella stagione con la maglia del Parma, aver fatto l'esordio in Coppa, far parte della squadra che ha vinto il trofeo, è stato eccezionale. Ancora oggi racconto con orgoglio la mia esperienza a Parma e la vittoria di Wembley: sono quei momenti di gloria che nessuno mi potrà mai togliere. Ogni volta che ci rincontriamo in queste occasioni, come quella di domenica, dico sempre di essere cosciente di essere circondato da campioni affermati, ma anche io ero presente con loro quell'anno e quella sera. In quella circostanza mi sentivo come loro. Nello specifico sono entrato in campo durante la semifinale contro l'Atletico Madrid. Mister Nevio Scala ha creduto in me, mi ha fatto entrare negli ultimi minuti di partita. Ricordo che perdevamo 1-0, se avessimo subito un altro gol saremmo stati eliminati. Ogni volta che rivedo il mister lo ringrazio sempre perché ha creduto in me. Scala è il mister che mi porterò dentro per tutta la vita, lui lo sa. Ritornare al Tardini domenica è stato emozionante. Ho ritrovato i miei ex compagni di squadra con qualche anno in più; io scherzo con loro sulla questione dell'età perché rimango sempre il più giovane. Sono cosciente che insieme abbiamo fatto qualcosa che è storia. Tutti si ricordano di quel Parma: dai più grandi ai più piccoli. Tutti, non solo nella città ducale, ricordano la formazione della squadra crociata che vinse la Coppa delle Coppe nel 1993. Ciò vuol dire che quel Parma ha lasciato un segno. Entrare al Tardini e vedere ancora tutto quell'entusiasmo, è stato incredibile. E' stata una grandissima emozione".

Con chi ha mantenuto i rapporti?
"All'epoca legai molto con Ballotta, mi ha aiutato molto. Quando ci incontriamo, sembra che il tempo non fosse mai passato. Trent'anni fa ero un ragazzino, mentre loro erano già degli uomini. Ora sono un uomo anche io, quindi c'è un rapporto più maturo, meno di sudditanza, come trent'anni fa. Ero giovane e cercavo di imparare, rimanendo sempre al mio posto. Ora siamo tutti uomini maturi e parliamo di vita. Ora sono come loro, siamo sullo stesso livello".

Quale consiglio darebbe all'attuale squadra del Parma per il finale di stagione?
"Il Parma deve crederci. Secondo me la squadra crociata è la più forte nei playoff, insieme al Cagliari. Consiglio ai giocatori crociati di viversi questi playoff con coraggio e non con l'ansia. Le partite dei playoff, in particolare quelle del primo turno che sono gare secche, sono diverse dalle altre e sono molto importanti. Bisogna avere un'altra mentalità, un approccio diverso. Il Parma deve calcolare bene la modalità in cui si disputano i playoff per non sbagliare. Questa è la mentalità che deve avere: la squadra crociata deve allenarsi e prepararsi al meglio per questa fase finale di stagione. Penso che Pecchia lo sappia, dunque agirà nel migliore dei modi".

Quale pensa possa essere la squadra favorita per i playoff?
"Penso che una tra Parma e Cagliari possa essere la squadra favorita".

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