Genoa, Ekuban: "Col Parma ripartiamo dalla prestazione che abbiamo fatto a Napoli"

Il calciatore del Genoa Caleb Ekuban, che la prossima settimana sfiderà il Parma, ha parlato alla Repubblica del momento della sua squadra. Queste le dichiarazioni: "Parlando dei risultati, purtroppo abbiamo raccolto molto meno rispetto a quello che abbiamo seminato guardando le partite. Contro il Napoli siamo arrivati al punto della gara dove volevamo essere e poi un po’ per qualità loro, un po’ per disattenzioni nostre, sono riusciti a rimontarci e purtroppo non siamo riusciti a tornare a casa con un punto. Comunque resta l’atteggiamento, la voglia di fare, la prestazione anche, perché penso che abbiamo dimostrato di poterci stare benissimo e ora dobbiamo ripartire da lì. Dobbiamo sapere che il gruppo è forte, continuare ad avere questa convinzione che si può fare molto bene e affrontare le prossime partite con lo stesso atteggiamento".
La classifica però fa paura, pensa che questa squadra possa raggiungere l’obiettivo salvezza tranquillamente?
"Svelo un aneddoto, ne parlavo giusto con Badelj l’altro giorno al telefono: mi dice, "vi ho visto molto bene fisicamente e il Genoa è sempre stata la squadra che trovava il top della forma dopo ottobre", quindi sono pienamente fiducioso conoscendo i giocatori che sono rimasti e quelli che sono arrivati. Poi ha aggiunto ridendo che è molto più facile essere positivi quando si è in pensione. Però io seguo un po’ il suo pensiero perché, guardando la squadra, secondo me il tasso tecnico rispetto all’anno scorso, se non è migliorato, è più o meno lo stesso. L’anno scorso siamo riusciti ad arrivare a un certo punto del campionato dove eravamo salvi e tranquilli. Perché non potersi ripetere quest’anno?".
Un Genoa che segna poco, ma Vieira dice sempre che gli attaccanti non devono preoccuparsi e rimanere tranquilli. Voi punte invece la sentite come una sfida personale?
"Chi dice che non la sente come una sfida personale non racconta la verità. Però diciamo che sappiamo anche la situazione com’è. Sappiamo che stiamo veramente facendo un po’ fatica sotto questo punto di vista e sappiamo anche che soltanto lavorando insieme alla squadra riusciamo a crearci delle occasioni. Quindi nessuno di noi si sta fasciando la testa per poter risolvere la situazione e siamo tutti qui per cercare di fare il massimo, che se poi sono tanti gol ben venga per la squadra".
A proposito di questo si è parlato di mettere uno dei tre dietro più vicino alla prima punta, questo vi aiuta tanto?
"Sì, perché non posso nascondere che un attaccante quando si vede i compagni vicini è sempre più a suo agio, mentre nel momento in cui ti senti isolato, la testa inizia a farti pensare di dover fare tutto da te. È un po’ un gioco di equilibri perché alla fine sappiamo che la nostra struttura è sistemata in un determinato modo e per poter andare avanti con il lavoro del mister ci affidiamo pienamente a quello che ci chiede e cerchiamo di riportare in campo".
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