Leoni e Bonny tra vetrina e futuro: i gioielli fanno gola, ma è il tempo giusto per lasciarli partire?

18.05.2025 07:33 di  Simone Brianti   vedi letture
Leoni e Bonny tra vetrina e futuro: i gioielli fanno gola, ma è il tempo giusto per lasciarli partire?
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Nel campionato delle grandi manovre e delle strategie a lungo termine, c’è una realtà che brilla per progettualità e coraggio: il Parma. La squadra con l’età media più bassa della Serie A non è soltanto un dato statistico, ma un manifesto programmatico. Il club emiliano, guidato da Kyle Krause, ha costruito un impianto giovane, ambizioso e ricco di talento. Non sorprende, allora, che diversi gioielli crociati siano già finiti sotto la lente d’ingrandimento delle big del nostro calcio, e non solo.

Giovanni Leoni, classe 2006, piace tanto a Juventus e Inter. Bonny, potente attaccante del 2003, è finito sul taccuino dei nerazzurri ma anche del Napoli. Bernabé è un nome seguito con attenzione da Marotta, e Circati, difensore italo-australiano, era già stato accostato ai partenopei a inizio stagione prima dell'infortunio al crociato. Senza dimenticare Suzuki, finito nel mirino di club di Premier League del calibro di Manchester United e Chelsea, pronti a investire cifre importanti, e altri profili come Keita e Pellegrino che rappresentano ulteriori asset preziosi.

Ma mentre la stagione volge al termine e il Parma si gioca la permanenza in Serie A contro Napoli e Atalanta, la vera sfida, quella strategica, potrebbe iniziare in estate. Perché se da una parte il progetto è chiaro: crescere giovani, valorizzarli e poi venderli a cifre importanti, dall’altra c’è anche l’ambizione di consolidarsi nel massimo campionato e, nel medio periodo, alzare l’asticella. E allora la domanda è inevitabile: è davvero il momento giusto per cedere i pezzi pregiati?

Nel caso di retrocessione, certe dinamiche sarebbero quasi automatiche, e le cessioni inevitabili. Ma se il Parma dovesse salvarsi, e oggi è questa la traiettoria, qualche riflessione in più sarebbe obbligatoria. Perché molti dei talenti crociati sono alla loro prima vera stagione in Serie A. Hanno bisogno di minuti, errori, continuità. Prendiamo Bonny: l’attaccante francese ha mostrato esplosività e margini notevoli, ma in una big rischierebbe di finire ai margini. Stesso discorso per Leoni, che ha personalità da veterano ma dovrà pur sempre costruirsi quell’esperienza che non si compra, si vive.

È il grande dilemma di ogni club votato alla valorizzazione dei giovani: vendere subito per monetizzare o aspettare per massimizzare il potenziale (tecnico ed economico)? La risposta forse sta nel mezzo. Le offerte importanti, se arriveranno, saranno valutate. Ma potrebbe essere proprio la scelta di trattenere i gioielli un altro anno, in un ambiente che li conosce, li tutela e li fa crescere, il vero colpo a lungo termine. Perché, per giocatori come Leoni, restare un altro anno a Parma non è un passo indietro. È un investimento sul futuro. Per continuare a crescere, il Parma deve prima di tutto restare in Serie A. Ma poi, ed è questo il punto, deve riuscire a non farsi strappare il futuro troppo in fretta.

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