Inchiesta de Le Iene sul calcio giovanile: pagare per giocare. Sampdoria nel mirino

Il programma Le Iene ha portato alla luce un presunto caso di “calcio a pagamento” che coinvolgerebbe anche la Sampdoria. Nel servizio andato in onda il 3 giugno su Italia 1, il giornalista Luca Sgarbi – sotto copertura – ha simulato di voler far “sfondare” il fratello calciatore, Emanuele Profeti, classe 2005, offrendo 70mila euro per farlo passare dal Ronciglione United (Promozione laziale) alla Primavera blucerchiata. Attraverso due agenti, Giulio Biasin e Piero Borella, Sgarbi è arrivato al dirigente doriano Luca Silvani. Il piano prevedeva una finta sponsorizzazione da 10mila euro e un versamento extra di 60mila euro. Il trasferimento è effettivamente avvenuto il 3 febbraio, ma Profeti è poi sparito, alimentando dubbi e sospetti.
La Sampdoria ha reagito con fermezza, dichiarandosi completamente estranea alla vicenda. In un comunicato ufficiale, ha preso le distanze da qualunque pratica illecita, difendendo i valori di trasparenza e meritocrazia e annunciando un’indagine interna. Il club ha anche minacciato azioni legali contro Profeti, accusandolo di aver agito con finalità lesive nei confronti dell'immagine della società.
La vicenda solleva interrogativi preoccupanti sul sistema di reclutamento nel calcio italiano. Se le accuse venissero confermate, si tratterebbe di un duro colpo per la credibilità dello sport giovanile. In attesa degli sviluppi, resta alta l’attenzione su un mondo in cui, troppo spesso, il talento rischia di essere messo in secondo piano dal potere economico.