Frey: "Mihajlovic mi ha messo in difficoltà, mi serviva un allenamento a parte per prepararmi"

Sebastian Frey si è raccontato a Histoires de Foot Podcast e del suo periodo in Italia ricorda anche i grandi campioni affrontati e quali attaccanti temeva di più: "Allora, ti direi… nessuno in particolare. Perché io, più l’attaccante era forte, più lo sapevo in anticipo, più mi motivava. Quando sapevo che avrei affrontato Totti, Del Piero, Ibrahimovic… Insomma, prima c’erano Vieri, tutti quei grandi giocatori…Io sapevo che sarebbe andata bene, perché mi dicevo: 'Se voglio fermarli, devo essere davvero al massimo'. E questo mi motivava. Erano le grandi partite, contro i grandi giocatori. A me piacevano.
Non era paura, era quasi il desiderio della sfida. Capisci?".
Ma c'era un giocatore in particolare a metterlo in difficoltà: "Di recente ho fatto un podcast in Italia e l’ho detto, quindi lo ripeto anche qui:
C’è un giocatore che, per quanto riguarda i calci piazzati, era un incubo per tutti. Quando giocavamo contro la Lazio, io lo sapevo. Mi serviva un allenamento a parte per prepararmi ai calci piazzati… Era Mihajlović. Sinisa Mihajlović. Sinceramente, ho visto raramente qualcuno calciare le punizioni come lui. Sai, quelle punizioni a giro, ma tirate più forti di un rigore… E lui te lo diceva: 'Te la metto all’incrocio', e 9 volte su 10 finiva lì. Una potenza, una precisione… ti giuro, incredibile. E quando sapevo che nel weekend c’era lui, anche sui calci d’angolo stavo attento: sapevo che poteva tirare in porta. Quindi con i miei difensori dicevo: 'Per questa partita, sui calci piazzati dobbiamo sistemarci in modo diverso'. Per quella gara, sceglievo i giocatori più alti per la barriera…Contro di lui dovevo prepararmi in modo completamente diverso. E questo significa che, in fondo, mi metteva in difficoltà. Ed è bello anche riconoscerlo, ammetterlo: che dall’altra parte c’era uno che ti dava filo da torcere. Anche se poi alla fine è sempre andata abbastanza bene, non ho mai avuto grossi problemi… Ma è vero che, sì, ogni punizione che tirava, mi dicevo: 'Uh là… ragazzi, aiutatemi tutti, eh!'. Impressionante. Fortissimo. Nei calci piazzati, era mostruoso".
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