Alberto Di Chiara: "A Parma abbiamo vissuto un ciclo irripetibile. Vorrei dare una mano al club"

21.11.2023 20:27 di  Tommaso Rocca   vedi letture
Alberto Di Chiara: "A Parma abbiamo vissuto un ciclo irripetibile. Vorrei dare una mano al club"
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© foto di Federico De Luca

Alberto Di Chiara è senza dubbio uno dei giocatori più rappresentativi della storia del Magico Parma. L'ex terzino, dopo aver vinto trofei anche con la maglia crociata, è rimasto nel mondo del calcio, ricoprendo diversi ruoli. Nell'uscita di Novembre di TMW Magazine, a cura della redazione di TuttoMercatoWeb.com, Di Chiara ha ripercorso le tappe della sua carriera, soffermandosi anche sugli anni di successi in maglia crociata: “Al termine della stagione 1990/1991 dissi a Moreno Roggi, che era diventato il ds viola, che mi scadeva il contratto e che occorreva far qualcosa se mi volevano ancora. Una sera Giambattista Pastorello, all’epoca ds del Parma, venne a casa mia e mi spiegò che i gialloblù avevano un grande progetto, chiedendomi di andare a giocare da loro. Accettai anche se poi mi telefonò Vittorio Cecchi Gori e mi disse: “Mi hanno fatto il gioco delle tre carte…”. Non si aspettava che sarei stato lasciato andare via. Fu comunque una fortuna passare al Parma, per me si aprirono nuovi scenari e arrivarono grandi successi”.

Grandi successi che Di Chiara racconta così: “I momenti più belli? La vittoria in finale di Coppa Italia contro la Juve, tra l’altro in concomitanza con la nascita di mia figlia Allegra, ma ovviamente anche la conquista della Coppa delle Coppe a Wembley. Fu un ciclo irripetibile, in una squadra in cui Zola e Asprilla finalizzano il nostro gran lavoro. Al Parma sono passati poi altri grandi giocatori, ho potuto giocare con Buffon, Fabio Cannavaro, Thuram, Inzaghi. Finito poi quel periodo potevo restare ancora, ma si aprì la possibilità di passare al Perugia e accettai".

Il suo racconto passa per gli uomini che hanno segnato la sua carriera: “L'allenatore più importante per la mia carriera? Scala su tutti. Ma anche Liedholm per l’esordio e Fascetti per la crescita. Il gol più importante invece fu contro il Boavista in Coppa delle Coppe quando giocavo nel Parma: presi palla nella mia trequarti e dopo una serpentina feci gol con un tiro in diagonale”.

Al termina della sua carriera, Di Chiara ha dapprima intrapreso l'esperienza da procuratore, per poi virare sulla carriera da opinionista e giornalista pubblicista. Senza però dimenticare Parma, che è stata parte del suo passato e, chissà, magari anche del suo futuro: "Dopo il ritiro dal calcio giocato per un periodo ho fatto pure il responsabile della comunicazione al Parma, prima del crac. Resto comunque legato al Parma e presto potrebbero aprirsi nuovi scenari per dare un’ulteriore mano al club”.