PL - Susic: "Speravo in un campionato simile del Parma. In A servirebbero tre-quattro innesti"
Il campionato cadetto sta osservando l'ultima pausa stagionale per gli impegni delle selezioni nazionali, con il Parma che arriva alla sosta forte della prima posizione in classifica con 65 punti, frutto di diciannove vittorie a fronte di otto pareggi e tre sconfitte. Abbiamo contattato Massimo Susic per analizzare la stagione in corso dei crociati e fare il punto della situazione in casa Parma. Ecco le parole dell'ex difensore ducale ai microfoni di ParmaLive.com.
Il Parma è primo in classifica con 65 punti a +8 dal Venezia e a +9 dalla Cremonese. Lei si aspettava un campionato simile da parte dei crociati?
"Lo speravo. Dopo due anni in Serie B con diverse difficoltà, si sperava che, giunti al terzo anno tra i cadetti, i crociati disputassero un campionato simile. La squadra è stata costruita per vincere il campionato, e il Parma ha dimostrato sin dall'inizio di meritare la vetta. In questi anni il Parma si è fatto le ossa in B, anche a livello di struttura societaria, mentre in questa stagione la squadra si è calata nella mentalità della categoria, e infatti si stanno vedendo i risultati. Gli otto punti sul Venezia e i nove sulla Cremonese costituiscono un bel vantaggio da qui fino alla fine del campionato".
Al momento la Serie B per gli impegni della Nazionale. Questa pausa può essere utile per il termine della regular season?
"Potrebbe essere utile per qualche squadra che deve recuperare gli infortunati, come la Sampdoria, una delle squadre più blasonate della cadetteria, da domenica scorsa entrata nella zona playoff. O come il Cittadella, che può rifiatare nel corso di questa pausa, dopo gli ultimi risultati negativi".
Come valuta il rendimento del reparto difensivo ducale?
"Il reparto difensivo è fondamentale, l'organizzazione difensiva è molto importante nell'economia di una squadra. È giusto sottolineare che la difesa debba essere supportata da un centrocampo all'altezza. Ad ogni modo quest'anno la forza del Parma non dipende da un determinato giocatore o da un determinato reparto ma dal collettivo. Più volte il Parma ha conquistato punti preziosi dopo il 90', questo implica che c'è solidità di squadra. Inoltre Pecchia fa molto turnover, quindi ha sempre a disposizione giocatori freschi. Dunque è il collettivo del Parma a fare la differenza".
In questa stagione la forza del Parma risiede nel gruppo. I crociati sono un gruppo compatto e coeso...
"Questo il Parma l'ha dimostrato sul campo, a differenza degli anni passati. La Serie B è dura, se non si ha a disposizione un gruppo coeso è difficile ottenere buoni risultati. Al momento il Parma ha un buon margine di vantaggio sulle inseguitrici: questo è un punto a favore della squadra crociata".
Come valuta il lavoro svolto da Pecchia?
"Pecchia ha iniziato a fare il suo lavoro dallo scorso anno. Le problematiche della scorsa stagione sono state risolte, il campo lo dimostra. Direi che Pecchia sta facendo un lavoro importante. Oltre alle passate esperienze come allenatore, ha affiancato dei tecnici importanti, come Benitez, da cui ha potuto imparare molto. Grazie alle sue esperienze e mettendo in pratica le sue capacità, Pecchia ha dimostrato di meritare il primato in classifica".
Qual è la sua considerazione sulla lotta promozione?
"Fin quando la matematica non garantirà la certezza della promozione, il Parma deve fare quanti più punti possibili. Sicuramente c'è la lotta per il secondo posto tra Venezia, Cremonese e Como. I playoff, invece, sono un terno al lotto: l'esito non è mai scontato e può essere imprevedibile".
Facendo gli scongiuri, la Serie A sembra vicina per il Parma. In caso di promozione quanto dovrebbe cambiare il Parma per affrontare la massima serie?
"Torno indietro nel tempo, alla prima promozione del Parma in Serie A. Erano i tempi di Nevio Scala nel campionato 1989/90: la società crociata cambiò pochissimo, furono inseriti in rosa dei giocatori importanti, come Georges Grün in difesa e altri giocatori. Con il gruppo della Serie B, il Parma disputò la Serie A con pochi innesti. Molte volte non serve cambiare tanto nelle squadre, come dodici o più giocatori. Certo, bisognerà valutare bene la situazione e le capacità dei giocatori: sicuramente occorrerà fare tre o quattro innesti importanti in vista della prossima stagione. Con un gruppo coeso e consolidato sarà facile inserire qualche nuovo giocatore, ma sicuramente la società saprà come agire in prospettiva futura".
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