Lucarelli: " Il legame con Parma oltre la categoria. Abbiamo realizzato qualcosa di inimmaginabile in 3 anni"

Alessandro Lucarelli, difensore e bandiera storica del Parma, è stato intervistato dal sito Gianlucadimarzio.com. Dopo oltre 15 anni e 340 partite con la maglia crociata, il livornese ha parlato del suo legame con il club ducale che lo ha visto ricoprire anche cariche da dirigente. Di seguito le sue parole: “Il mio legame andava oltre l’aspetto sportivo e la categoria, io volevo solo giocare nel Parma. Abbiamo realizzato qualcosa di inimmaginabile in soli 3 anni, ma quando ho smesso ero sereno perché ho lasciato il calcio nel punto più alto".
La scelta di restare anche in D: "Il fallimento arrivò a maggio, ma già a febbraio, quando stavo lottando per trovare una via per salvarci, dissi che sarei rimasto anche in Serie D, a quel punto non importava più la categoria. A volte non avevamo nemmeno l’acqua da bere dopo gli allenamenti. Io ero lì da diversi anni ed ero capitano, mi sentivo la responsabilità di una tifoseria e di una città alle spalle che stava soffrendo, ho vissuto il fallimento come una sconfitta personale, quando ci metti anima e corpo la vivi con dolore".
La forza dei tifosi: "Con il fallimento ho trovato la forza nella gente: loro vedevano in me l’unico riferimento in quel momento di difficoltà totale. Una volta assorbito il colpo, però, ho avuto subito la forza di dire “si rinasce insieme”. E il Parma è rinato ad Arzignano, nel 2015, con la prima storica gara in D, che rigiocherei: è stato l’inizio di un duro percorso durato tre anni. Ma c’è un’altra partita che vorrei rivivere. La partita con lo Spezia del 18 maggio 2018 è l’altra gara che rigiocherei. Noi pensavamo di salire ai playoff, non quella sera. Ma forse fu un segno del destino, che fossimo ripagati per quanto avevamo sofferto".
Sulla voglia di continuare anche dopo la promozione in C: "Inizialmente pensavo solo a riportare il Parma tra i professionisti. Però era tutto troppo bello per limitarsi a tornare tra i pro, io mi sentivo bene e ho continuato fino in B. Più si alzava l’asticella e più mi veniva voglia di continuare, al terzo anno ho pensato che se fossimo saliti senza di me non me lo sarei mai perdonato. Se avessi lasciato un anno dopo anche con una salvezza in A non avrebbe avuto lo stesso effetto. Riconsegnare la Serie A al Parma è valso più di ogni altra soddisfazione personale. La sera in cui ho dato l’addio al calcio c’era un’atmosfera magica, l’avessi fatto un anno dopo non sarebbe riuscito così bene".
Sul suo futuro: “Sono in una fase di riflessione in cui voglio capire la strada da intraprendere, mi sto ascoltando per capire decidere cosa voglio di più. Se dovessi sposare un progetto vorrei fare un calcio identitario, di passione, provando a creare un legame con la squadra: io credo ancora nei sentimenti. Se trovassi un ambiente pulito, con una bella squadra dove si può creare una mentalità di gruppo coesa, non avrei dubbi ad accettare: vorrei lavorare nel modo in cui intendo io il calcio e in cui l’ho vissuto da calciatore, con passione e la voglia di trasmettere le emozioni”.
Sulle voci di un possibile ritorno a Livorno: “Mai dire mai: i fratelli Lucarelli quando sentono la parola ‘Livorno’ non capiscono più nulla (ride, ndr). Il mio consiglio per il Livorno è quello di cercare di compattarsi, nel momento di difficoltà bisogna volere le cose un passettino alla volta, non tutto insieme: nel momento di difficoltà si vede il gruppo”.
Infine, l'ex difensore crociato ha parlato di come ha vissuto lui questo sport, sia dentro il campo che dietro ad una scrivania: “Vivere il calcio completamente con la passione, quella popolare: sono cresciuto in curva a Livorno e questo è stato un vantaggio. In ogni squadra in cui ho giocato riuscivo a immedesimarmi in quello che voleva il tifoso: il modo di vivere la squadra con passione e visceralità. Questa è stata la mia storia da calciatore, e qualsiasi sia il futuro non voglio rinunciarci. A Parma ha fatto la differenza anche questo: il senso di appartenenza, l’identità e l’insieme tra squadra, società e tifosi”.
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