L'arrivo di Cherubini ha portato una ventata di cambiamento, a partire dalla dirigenza

L’arrivo di Federico Cherubini a Parma, ufficializzato a gennaio, ha rappresentato un punto di svolta nella gestione del club gialloblu. Per la prima volta nell’era Krause, il Parma Calcio ha un amministratore delegato con pieni poteri decisionali, specialmente in ambito sportivo. L’ex dirigente della Juventus, con un passato da responsabile dell’area tecnica bianconera, ha subito impresso una direzione chiara, iniziando una profonda riorganizzazione interna.
La prima conseguenza concreta è stata il ridimensionamento, avvenuto in maniera silenziosa ma evidente, di Mauro Pederzoli, direttore sportivo protagonista di un lavoro attento e proficuo negli ultimi anni. A lui si devono diverse intuizioni di mercato che hanno valorizzato il patrimonio tecnico della rosa, con giocatori arrivati a basso costo e oggi sul mercato a cifre decisamente superiori. Tuttavia, l’arrivo di Cherubini ha modificato l’assetto delle decisioni strategiche, riducendo il raggio d’azione dell’esperto dirigente lombardo. Pederzoli potrebbe lasciare ufficialmente il Parma dal 1° luglio, con una nuova avventura professionale già pronta: il Rapid Bucarest. Un passaggio di consegne che, nei fatti, chiude un ciclo, lasciando però in eredità un lavoro solido e orientato alla sostenibilità.
Nel frattempo, Cherubini ha iniziato a costruire il "suo" Parma, puntando su figure giovani e competenti, a cui affidare responsabilità operative. Il nuovo CEO intende portare avanti un modello gestionale più strutturato, ispirato alle esperienze maturate in contesti di alto livello, ma condiviso con la proprietà americana. Un piano che prevede un’attenzione crescente alla valorizzazione dei talenti, all’organizzazione interna e a una strategia di mercato coerente con le ambizioni di crescita del club.