Benarrivo: "Scala non era un semplice mister. Il rimpianto? Credere che quel Parma fosse eterno"

Intervistato ai microfoni di Fantagazzetta.com, lo storico ex terzino del Parma Antonio Benarrivo si è raccontato, parlando anche dei bei tempi vissuti con la maglia gialloblu: "Vivo a Brindisi ma da circa ventisei anni non ho mai lasciato Parma, ci torno spesso. Adesso faccio l’imprenditore editore, gestisco un’impresa. I social? Li uso, ma senza perdere di vista le cose più importanti.
Fai il nome di una squadra, un compagno, un allenatore e un presidente che ti sono rimasti nel cuore:
"Come squadra sicuramente il Parma. Come compagno sento spesso Fabio Cannavaro, e poi proprio ieri mi ha chiamato da Miami un certo Stoichkov…Mi ha fatto davvero enorme piacere. Come allenatore, senza dubbio Scala: non era solo un semplice mister ma anche uno psicologo, confidente, che ti ascoltava e cercava di risolverti ogni problema. Mi ha dato tanto. Come presidente scelgo Tanzi".
Racconta un aneddoto particolare di quando eri calciatore:
"Quando Buffon e Thuram andarono alla Juve, durante un Juventus-Parma, nel tunnel degli spogliatoi prima dell’ingresso in campo, ci salutiamo e Lilian mi dice sorridendo: “Credimi, è davvero troppo facile giocare nella Juve…”. Quella frase contiene tanti significati, e a distanza di anni mi è rimasta impressa".
Qual è il tuo modulo preferito, quello con cui ti sei trovato meglio?
"Sono dell’idea che il modulo dipenda sempre dalla caratteristiche dei giocatori che hai a disposizione. Ho giocato con il 3-5-2 e il 4-4-2 e dato che il mio punto di forza era la corsa, mi sono trovato a meraviglia con tali sistemi. Fungevo da supporto infatti ai tre reparti, il ruolo dell’esterno era fondamentale e decisivo durante lo sviluppo delle tre fasi di gioco. Quando Sacchi mi chiamò in Nazionale mi ricordo poi che non ebbi alcun problema ad adattarmi al suo 4-4-2, essendo in fin dei conti molto simile al 3-5-2 con cui giocavamo a Parma".
Il gol che avresti voluto segnare?
"Il gol che ci avrebbe permesso di diventare campioni del Mondo nel ’94 nella finale persa contro il Brasile. A quest’ora sarei un campione del Mondo e non un vice-campione: c'è una bella differenza".
Qual è il tuo rimpianto maggiore?
"Il rimpianto è stato quello di essermi convinto che Tanzi e il progetto Parma fossero eterni…Avevo un accordo con la società per diventare dirigente subito dopo aver smesso di giocare, ma con il crac Parmalat tutto è andato in fumo. Adesso per quella precisa scelta di cuore, che non rinnego, mi trovo catapultato fuori dal mondo del calcio. Ma non fa nulla, ripartirò da zero".