Ghirardi: "Dovrei essere al settimo cielo e invece... stiamo rischiando per 280 mila euro che non ci avevano chiesto"

Il Parma torna in Europa... forse. Per indagare sulle sensazioni del presidente del Parma Tommaso Ghirardi a pochi giorni dalla storica conquista sul campo ed ad altrettanti dalla decisione del CONI circa il ricorso del Parma sulla mancata assegnazione della licenza UEFA, BresciaOggi ha intervista proprio numero 1 ducale.
Ghirardi, come si sente in questo momento? È più orgoglioso o preoccupato?
"Sono arrabbiato. Dovrebbero essere le giornate più belle della mia vita: il Parma in Europa League; un amico carissimo come Cesare Prandelli, perdipiù bresciano come me, che sta per vivere il suo primo Mondiale da commissario tecnico. E ancora: 10 giocatori del Parma in Brasile. Vorrei essere in ansia per l'attesa di prendere un aereo per andare a tifare per Cesare, per l'Italia, per i miei ragazzi direttamente al Mondiale. Invece..."
Invece?
"Sono costretto a parlare tutti i giorni con avvocati, commercialisti. E tutto per l'interpretazione controversa di una norma. Signori: stiamo rischiando l'Europa per 280 mila euro che l'Erario, badate bene, non ci aveva chiesto. E abbiamo già versato 13 milioni di euro di adempienze per fare le coppe. Mi dite perchè questo problema è stato sollevato solo adesso e non 3-4 mesi fa?".
Al Paris St. Germain e al Manchester City si sono limitati a una multa.
"Eh già, in secondo grado hanno chiuso un occhio per cifre di centinaia di milioni. Vista l'entità delle multe, se con noi si applicherà lo stesso criterio, dovremmo cavarcela con 60-70 mila euro di ammenda. Soprattutto dovremmo poterci iscrivere all'Europa League come è giusto che sia".
Sette anni fa lei prese il Parma reduce dal periodo più travagliato della sua storia.
"Debuttai a San Siro, contro il Milan. Prima della partita salutai Pirlo, parlai con Inzaghi che mi disse in bocca al lupo e poi, per tutta risposta, mi fece il gol che ci condannò alla sconfitta. E conobbi pure Silvio Berlusconi: una giornata dalle emozioni fortissime".
Il Parma era ancora in Coppa Uefa.
"Esattamente. E fummo eliminati dal Braga per il gol di Diego Costa, non uno qualunque. che ha vinto la Liga con l'Atletico Madrid e ha appena disputato la finale di Champions".
Il Parma in Europa ci è tornato. Cosa rappresenta?
"Per la piazza il coronamento di un sogno. Per il sottoscritto l'orgoglio di essere partito dalla Terza categoria con il Carpenedolo e di essere arrivato in Europa League con un crescendo continuo non solo in campo".
Coincidenza vuole che il traguardo sia stato raggiunto nell'anno delle elezioni europee.
"E sono elezioni importantissime, perchè il concetto di Europa deve essere sentito in maniera sempre più forte da noi italiani. Insieme l'Europa può pesare tantissimo. E noi, all'interno dell'Unione, possiamo contare di più andando a votare in buon numero a queste elezioni. Non importa che idea si ha, conta andare a votare per dare forza all'Italia. Lo dico da cittadino e da imprenditore. Le aziende che lavorano solo all'interno fanno fatica. Le mie, che al 70 per cento esportano, sono cresciute e hanno buone prospettive. Ecco l'importanza del concetto di Europa. Ed è anche per questo che tengo moltissimo al Parma in Europa League".
Il suo amico Prandelli si è schierato per Matteo Renzi. E Ghirardi?
"Il voto è segreto. Dico solo che bisogna andare votare perchè l'Italia conti di più. Non importa chi, ma votare è un dovere e una necessità".
Tornando al calcio: un presidente bresciano è in Europa League, un allenatore bresciano è ai Mondiali e bresciani sono i due assi della Nazionale italiana, Pirlo e Balotelli. Come mai il Brescia, in serie B, fatica così tanto?
"È veramente paradossale un fatto del genere. Un'assurdità. Il Brescia è in difficoltà, Corioni da solo non ce la fa. C'è bisogno di un progetto nuovo, di una ristrutturazione. Premetto: se non ci fosse stato Corioni, Brescia non avrebbe visto la serie A così a lungo, campioni come Hagi e Baggio. Però, in questi anni, se si è vinto poco nonostante buone squadre. Evidentemente non c'è stata sufficiente capacità di gestione".
Cosa pensa della discesa in campo del presidente degli industriali bresciani?
"Marco Bonometti è un grande imprenditore. So bene che non potrà occuparsi in prima persona del Brescia, ma si impegnerà senz'altro per trovare una soluzione".
Ghirardi, come andò la trattativa con Corioni? Vero che pretese troppo?
"Semplice: non andammo d'accordo sui programmi. E decisi di prendere il Parma. Le trattative, si sa, si fanno e si chiudono in due".
Con Corioni ha in comune la scalata con la società del paese (Ospitaletto e Carpenedolo portate tra i professionisti), l'approdo in Europa con una società emiliana (Bologna, Parma). Corioni poi ha preso il Brescia. Manca solo un tassello: Ghirardi proprietario del Brescia.
"Brescia è nel cuore, è la mia città, ci vengo spesso. Però, bisogna stare attenti a non far passare la passione a una persona come me, davvero innamorata del calcio".
Sta pensando all'eventualità di una sentenza contraria dell'Alta Corte del Coni?
"Non voglio pensare a cosa mi passerebbe nella testa in quel momento. Non ci voglio proprio pensare. Sarebbe un'ingiustizia incredibile".