Più forte l'orgoglio del combattente o la delusione dello sconfitto? E c'è ancora chi si stupisce per Kulusevski?

25.11.2019 11:36 di  Simone Lorini  Twitter:    vedi letture
Più forte l'orgoglio del combattente o la delusione dello sconfitto? E c'è ancora chi si stupisce per Kulusevski?
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Passata l'incazzatura del momento (pardon), è necessario ragionare a mente fretta su quanto accaduto ieri pomeriggio al Dall'Ara di Bologna: prevale l'orgoglio per una squadra che ha combattuto e quasi vinto nonostante infortuni che avrebbero ammazzato chiunque o il rammarico per un successo che sapeva tanto di mezza salvezza in tasca (a fine novembre) sfumato per il solito calo di attenzione? Davvero difficile dare una risposta, in chi vi scrive le due sensazioni viaggiano in equilibrio, pur riconoscendo il capolavoro fatto da D'Aversa, eccezionale nello sfruttare il campione arrivato in estate e far girare la squadra alla perfezione su di lui e su un gioco di ripartenza concreta non molto diverso da quello con cui l'amico e collega Conte aveva sbancato Torino il giorno prima. 

Kulusevski si è preso la prima pagina della Gazzetta dello Sport quest'oggi e dopo la gara di ieri è anche normale che sia così, specie in una domenica priva di "big" impegnate. E qua mi sovviene una seconda domanda (oggi va così): ma davvero dopo tre mesi di campionato qualcuno si stupisce delle prestazioni dello svedese? E qualcuno addirittura scrive che i 30 milioni ipotizzati per il suo cartellino siano troppi! Non voglio dilungarmi in elogi stucchevoli per il miglior giovane, per distacco, del campionato italiano; mi rivolgo invece ai tifosi del Parma e ai dirigenti della società stessa: ai primi dico di goderci il numero 44 finché rimarrà al Tardini, ai secondi di cominciare a pensare a qualche alternativa per la sua sostituzione a giugno, perché questo Parma è Kuludipendente ed è bene iniziare ora a cercare qualcuno che possa ereditarne il ruolo in campo, ovviamente con prospettive e caratteristiche diverse.